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Bimbo Legato su Facebook: Foto Choc, è Violenza Familiare

di Federica Federico

15 Ottobre 2015

La civiltà, intesa anche come capacità di rapportarsi agli altri nel migliore dei modi possibili, la socialità, e infine l’amore sono tutti risultati ultimi dell’educazione intesa come processo di sviluppo, crescita e prima di tutto stimolo del bambino. Nessun bambino crescerà educato all’amore se in casa conoscerà la violenza familiare e l’aggressività.

Nella Preghiera alla Santa Famiglia, scritta dia Papa Francesco per il prossimo sinodo, il Santo Padre, supplicando la Santa Famiglia di Nazareth, scrive così: “Mai più nelle famiglie si faccia esperienza di violenza, chiusura e divisione”.

I fatti di cronaca tristemente dimostrano che la violenza familiare è dilagante:

l’immagine terribile di questo bambino con le mani legate dal nastro adesivo arriva dal Messico, è stata pubblicata dal Sun e in poche ore (circa 20 dalla sua immissione in rete) ha fatto il giro del web raccogliendo lo sdegno delle madri.

violenza familiare foto choc

A prescindere da quella che sarà l’ultima verità accertata dalle autorità giudiziarie, la foto rappresenta rappresenta di fatto una violazione del “candore” dei minori che dai genitori dovrebbero imparare la dolcezza e non la sopraffazione, la sensibilità e non la prevaricazione, la consolazione e non il dolore.

I fatti:

l’immagine che correda questo articolo proviene dalla pagina web del “TheSun”. Secondo la fonte giornalistica internazionale, lo scatto apparterebbe alla signora Margarita Rosa Pichardo Sotelo, una mamma messicana, che avrebbe fotografato suo figlio mentre il piccolo giaceva su un divano con le mani letteralmente “bloccate” da del nastro adesivo, per quanto possa sembrare assurdo la foto è stata postata su Facebook proprio della mamma.

Diciamo subito che il profilo della signora Rosa non è più rintracciabile si Facebook, non risulta attivo nemmeno un profilo a nome del marito, Sotelo Alfredo Alexander Ramos Castaned.

Data l’autorità della fonte che dà la notizia : il “The Sun”, prima di gridare alla bufala, dinnanzi alla attuale mancanza in rete dei profili social dei genitori, è bene considerare che, come riportato dagli stessi giornali internazionali, sia la madre che il padre del bambino sarebbero al moneto sotto inchiesta e ciò potrebbe aver determinato una pronta chiusura dei profili web.

Per completezza di informazione sottolineiamo ancora che i pirofili sono sempre citati dalle fonti ma mai linciati (mexicano. com e Dailymail, sono altre due fonti accreditate che riportano la storia).

Questa è violenza familiare a danno di un minore, per di più di un figlio e perpetrata dalla mamma. Ad indagare ora sarebbe l’Agenzia del Ministero Pubblico sui reati sessuali.

violenza familiare foto choc

 

La foto mostra un bambino disteso su un divano con i polsi legati con del nastro adesivo, qualche fonte internazionale pare accennare anche a del nastro adesivo sulla bocca, particolare questo difficile da confermare o smentire perchè, per ovvie ragioni di tutela del bambino, le immagini, così come pubblicate dal “TheSun”, sono state rese note col volto del piccolo oscurato (è, quindi, impossibile osservare la bocca).

Le fonti internazionali riportano le dichiarazioni della mamma che si sarebbe voluta discolpare sostenendo di avere messo in scena un gioco e dicendosi convinta che la pubblicazione sul social non fosse pubblica, in pratica la donna non sarebbe stata a conoscenza del fatto che il suo profilo Facebook era pubblico.

Sempre secondo le fonti internazionali, prima di essere indagata insieme al marito dalle autorità inquirenti, la mamma avrebbe cancellato l’immagine e postato in rete queste parole:

“Ho caricato questa foto, ma non è come sembra, stavamo giocando col bambino e intorno a noi c’era tutta la mia famiglia, quindi è stato niente di sinistro”.

A prescindere dalla foto, va detto che la violenza familiare è subdola, spesso i bambini vittime di violenza sono l’oggetto di regimi educativi coercitivi, duri, non dialoganti e repressivi. Ovviamente laddove si dimostrasse la verità di quest’immagine si configurerebbe un reato gravissimo di cui la mamma sarebbe chiamata a rispondere legalmente.

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