Network
Deabyday Cure naturali Eticamente Crescita personale Sapere.it

 

Seguici:

Omicidio di Ancona: Il Ragazzo Confessa

di Alessandra Albanese

09 Novembre 2015

Potrebbe concludersi a breve la terribile storia dell’omicidio di Ancona, che ha visto morire una donna, Roberta Pierini, e ferire gravemente Fabio Giacconi, genitori della ragazza 16enne che insieme al fidanzato hanno sparato ai due lo scorso sabato.

Omicidio di Ancona. Muore una madre, ferito il papà. La figlia e il fidanzato i colpevoli

omicidio di ancona

Fabio Giacconi si trova all’ospedale Torrette ad Ancona, in coma irreversibile. La moglie, Roberta Pierini, 49 anni, è morta sotto i colpi d’arma da fuoco del fidanzato della figlia, Antonio Tagliata, 18 anni.

I pm della procura dei minori indagano sulla vicenda che ha portato a quest’orribile epilogo, e nel frattempo è stata disposta l’autopsia sul corpo della donna.

I due fidanzati autori dell’omicidio intanto, Antonio Tagliata e la figlia delle due vittime, una sedicenne, sono stati rinchiusi in carcere lui, e in una comunità lei, in quanto minorenne.

Dalle ricostruzioni effettuate a seguito della confessione del ragazzo emerge qualche dettaglio.

Sembrerebbe infatti che sabato mattina Antonio sia andato in casa della famiglia, un appartamento in via Crivelli.

Voleva discutere con i genitori di lei, ma aveva portato con sé una pistola calibro 9, sulla quale verranno eseguiti accertamenti, per stabilire il numero di matricola, e soprattutto chi ha maneggiato l’arma.

I due ragazzi avevano una relazione, che ai genitori di lei non andava bene.

Omicidio di Ancona. I fidanzati ostacolati dai genitori di lei.

omicidio di ancona

La coppia, impiegata Roberta, ufficiale dell’aeronautica Fabio, aveva avversato questa storia, e sembrerebbe, dai racconti del Tagliata, che aveva cominciato a segregare la figlia, pur di non farla incontrare con il fidanzato.

“Non volevo uccidere, volevo solo un chiarimento con i genitori della mia ragazza: ma il padre ha avuto un atteggiamento aggressivo, mi è venuto addosso, e io ho sparato. Non ricordo nient’altro”, queste le parole riferite agli inquirenti dall’avvocato di Antonio Tagliata, Luca Bartolini, affermando che il ragazzo si sarebbe fatto carico della responsabilità, costituendosi dopo poco.

Dal racconto del ragazzo dunque sembrerebbe che il padre della giovane abbia cominciato ad aggredire il ragazzo, offendendo lui e la famiglia.

Antonio, pervaso dalla rabbia, avrebbe esploso otto colpi, uccidendo con due la madre della fidanzata, e colpendo con 4 o 5 il padre, che versa ora in condizioni critiche.

Secondo quanto detto dal Tagliata, lui non ricorderebbe alcun dettaglio della sparatoria.

Il 18enne sarebbe poi fuggito dall’appartamento con la ragazza 16enne in motorino (o a piedi secondo altre ricostruzioni).

La ragazza si giustifica: era impaurita dalla tragedia, e ha deciso di seguire il fidanzato, il quale, arrivato alla stazione di Falconara Marittima, avrebbe chiamato i genitori per farsi accompagnare dai carabinieri e costituirsi.

Lui stesso avrebbe riferito agli inquirenti il luogo dove, dopo la sparatoria, avrebbe gettato l’arma, che si trovava in un cassonetto dell’immondizia.

Al momento del fermo i due ragazzi sono apparsi confusi e intontiti, il giovane, che soffre di crisi di panico, avrebbe accusato un malore, poi rientrato poco dopo.

Il padre di Antonio, Carlo Tagliata, difende il figlio, sostenendo che il ragazzo sarebbe stato plagiato dalla 16enne: ”L’hanno descritto come un mostro, ma mio figlio è un ragazzo buono: lei lo ha plagiato. La porta di casa dei genitori l’ha aperta lei. C’è stata una colluttazione, e lei ha detto sparagli!..’‘, sebbene questa versione dovrebbe comunque essere verificata.

Omicidio di Ancona. La 16enne glaciale davanti al pm

La ragazzina al momento dell’interrogatorio davanti al pm dei minori è sembrata gelida: né un pentimento, né una lacrima.

È in stato di fermo, accusata di concorso in omicidio e di tentato omicidio.

Lei si difende dicendo che non sarebbe dovuta andare così: ”Quando Antonio ha sparato sono rimasta impietrita: non doveva finire così. Eravamo andati dai miei per un chiarimento…Ho seguito Antonio perché avevo paura”

Durante l’interrogatorio la ragazzina ha più volte chiesto del padre, e del fidanzato, e l’avvocato l’avrebbe difesa affermando: “Non è la nuova Erika”.

Fonte: ANSA



Iscriviti alla newsletter
Riceverai preziosi consigli e informazioni sugli ultimi contenuti, iscriviti alla nostra newsletter.

Seguici