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13 Anni, Rinuncia al suo Regalo di Natale per i Bambini Africani

di Alessandra Albanese

23 Dicembre 2015

Grazie al gesto di questo ragazzino di 13 anni che vedete in foto, Pietro, questo Natale qualcuno in Africa festeggerà e ringrazierà.

Rinuncia al suo regalo di Natale, un ragazzino di 13 anni ci insegna la solidarietà

rinuncia al suo regalo di natale

“Io non sono speciale, magari ho fatto qualcosa di bello, che dovremmo fare tutti, ma non sono per niente speciale” ha detto sabato scorso ai microfoni di radio Capital che lo hanno intervistato come una star Pietro Busi, alunno della seconda media della scuola Contardo Ferrini di Broni di Pavia.

Non sarà speciale, ma non tutti i suoi coetanei si sognerebbero di rinunciare al regalo di Natale per darlo ai bambini più sfortunati di lui.

Pietro ha donato ad Amref un anno di paghetta più o meno, 150 euro, che sarebbero dovuti servire per comprare il suo regalo di Natale, una canna da pesca.

Pietro ha conosciuto l’associazione che opera a favore dei bambini africani grazie ad un progetto di gemellaggio tra le scuole italiane e africane.

Amref infatti da alcuni anni fa si che alunni italiani e africani si “conoscano” virtualmente per una educazione alla cittadinanza mondiale.

Già in V elementare Pietro aveva partecipato a questi progetti, e –racconta la sua mamma Giusy al Corriere della Sera – aveva spedito un disegno della sua camera ad un alunno africano.

Da Malindi, in Kenya, gli era arrivato quello di un suo coetaneo, che aveva disegnato la sua capanna nella quale viveva, e Pietro era evidentemente stato toccato da questa esperienza.

Anzi, dice sempre la mamma, era stato particolarmente sensibilizzato al problema della mancanza d’acqua in Africa, che da allora non riesce più a vedere un rubinetto aperto inutilmente a casa!

Rinuncia al suo regalo di Natale, la canna da pesca può aspettare, i bambini africani no

rinuncia al suo regalo di natale

Pietro ha poi raccontato che in classe sua stanno aiutando un bambino camerunense (suo compagno di banco, che anche questo qualcosa vorrà dire).

Ha detto di avere organizzato una colletta e di avere comperato insieme ai suoi compagni il corredo scolastico: diario, penne, astuccio, tutte cose che il ragazzino non poteva permettersi e grazie ai suoi compagni ha.

La cosa più “bella” di tutta questa storia è che quando sulla pagina facebook ufficiale di Amref l’associazione ha pubblicato l’articolo in cui si raccontava del gesto di Pietro, oltre a tanti complimenti e commenti positivi, ci sono stati alcuni che hanno avuto anche il coraggio di criticarlo!

Prima gli italiani”, “avrai genitori del Pd”, “Tutti radical chic” e cose così, provenute da gente di qualche anno in più di Pietro, ma evidentemente anche qualche neurone in meno.

La mamma Giusy difende il figlio, se mai ce ne fosse bisogno aggiungerei: «Quello che mi piacerebbe far capire è che mio figlio non ha fatto questo per far parlare di sé, ma perché coinvolto emotivamente dalle vostre iniziative e dalle due splendide volontarie. Se mio figlio avesse preso a cuore la causa dell’Enpa, con la sua paghetta avrebbe comperato crocchette per i cani. Il suo gesto mi riempie di orgoglio » ha scritto ad Amref.

Certo, la casa di Pietro è una casa dove si respira libertà e solidarietà. Il fratello maggiore per l’esame di stato aveva fatto una tesina su Emergency, e tutti in casa sono aperti al dialogo e al confronto, per non parlare della fortuna che ha avuto Pietro, a trovare insegnanti che hanno coinvolto i ragazzi in progetti di solidarietà, e hanno reso possibile condividere sentimenti nobili come quello di aiutare il prossimo, sia lontano e sconosciuto, sia compagno di banco.

Pietro ha un sogno oggi, a 13 anni: lavorare in Africa da grande.

Ho letto un bel commento io su facebook, tra i (tanti) positivi e i (pochi) negativi: 10, 100, 1000 Pietro.

Buon Natale a lui e ai suoi compagni africani.



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