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Bambini e sole: come scegliere la crema solare per il bambino

di Mamma Simona

01 Luglio 2011

Il periodo di vacanze si avvicina, per qualcuno è già iniziato, altri sfruttano i week-end per brevi ma rigeneranti capatine al mare, i più attendono le ferie lavorative.

Tutti gli anni il solito dilemma per chi si reca al mare ed ha figli piccoli: quale crema protettiva acquistare?

 

In commercio sono disponibili numerose offerte che propongono una vasta gamma di prodotti, che un po’ ci “confonde le idee”, forse a causa di una penalizzazione di circolazione di informazioni in favore di pubblicità accattivante che mira a colpire l’attenzione del cliente.

Bambini e sole: come scegliere la crema solare per il bambino?

bambini e sole

 

Non tutte le creme sono uguali, e questo lo sanno tutti.

La prima grande distinzione, che dobbiamo tenere in considerazione, è quella fra i diversi fattori di protezione, distinguiamo la protezione bassa, quella media e quella alta.

Questa classificazione è meglio specificata da un numero riportato in evidenza, che caratterizza il livello del fattore protettivo (FP).

Non esiste una classificazione standard e univoca cui fare capo: ogni casa produttrice ne ha una propria, che non dista molto dalle altre in commercio, ma che può creare confusione.

 

Il fattore protettivo 70 proposto da una linea cosmetica può essere equivalente al 50+ di una linea concorrente! Una marca di creme solari potrebbe proporre un ventaglio che passi, in linea di fattore protettivo, dalla 20 alla 30; viceversa un’ altra propone la 20, la 25, la 30…. quel 25 di intermezzo non è detto rappresenti la mezza misura tra la 20 e la 30 della prima casa produttrice, o meglio potrebbe coincidere, come livello di protezione con una di esse!

 

Bambini e sole: risulta importante per non cadere in sbagliate convinzioni informarci preventivamente o affidarci a personale competente che ci guidi nella scelta del prodotto giusto.

 

Fino a pochi anni or sono circolava la dicitura di crema “a schermo totale” per le creme protettive che raggiungevano il più alto fattore protettivo (le più conosciute 50+ o 70). Si trattava di un messaggio ingannevole in quanto non esistono creme che proteggano totalmente dai raggi UVA e UVB.

 

Una piccolissima percentuale arriva a colpire l’epidermide, lo strato superiore della pelle, ma anche il derma, lo strato di pelle un po’ più profondo; innescando in piccola parte quei meccanismi di reazione del nostro corpo, quali l’attivazione della melanina e il photo-aging, l’invecchiamento precoce della pelle.

Questo è il principale motivo per cui si sconsiglia di esporre un neonato sotto l’anno di età all’esposizione solare, data l’immaturità di reazione della pelle: la cute è sfornita di naturali meccanismi di difesa della pelle.

bambini e sole protezione

Bambini e sole: ecco perché il bimbo ha bisogno di una protezione solare alta

In età di infanzia il bambino piccolo necessita di una crema con protezione solare alta; il range idoneo sarebbe tra il FP 50+ (o 70) e il 25 per garantire alla pelle una schermatura valida che prevenga le famigerate scottature, ritenute le maggiori responsabili nel tempo, della formazione di melanomi, i famigerati tumori della pelle.

 

Le discriminanti nella scelta sono varie e dipendono da diversi fattori:

il fototipo (un bambino con capelli rossi e lentiggini dalla carnagione molto chiara, tenderà a scottarsi molto più rispetto ad un tipo mediterraneo),

il luogo in cui ci si reca (più ci si avvicina alla fascia dell’equatore, maggiore è l’azione del sole ed il rischio di scottarsi),

le terapie patologiche e farmacologiche in corso che potrebbero essere in contrasto con l’esposizione solare (ricordiamo i farmaci foto-sensibilizzanti tra cui si annoverano alcuni antibiotici),

l’orario in cui ci si reca in spiaggia (le ore centrali della giornata sarebbero da evitare poiché i raggi del sole cadono perpendicolarmente sulla terra e l’azione è amplificata).

Bambini e sole: quali sono i fattori di protezione indicati

Per i bambini più grandi se il fototipo lo consente, ovvero se la carnagione è scura o si abbronza facilmente e senza scottature, è possibile utilizzare creme solari con FP medio, ovvero dalla 30-25 fino alla 15 (fermo restando le minime differenze tra le case produttrici).

 

Durante i primi giorni è sempre consigliabile l’utilizzo di una crema a FP alto, poi, laddove le condizioni lo permettano, sarà possibile passare ad un solare protettivo più basso.

 

Nella scelta di acquisto, data la predilezione dei bambini per l’acqua, sempre meglio optare per un solare water-prof, ovvero resistente all’acqua. Ciò non ci dispensa dal rinnovo dell’applicazione della crema dopo ogni bagno, ma perlomeno ci rassicura sul fatto che durante il bagno in mare, nostro figlio sarà maggiormente protetto rispetto all’uso di una normale crema il cui effetto potrebbe svanire una volta in acqua.

bambini e sole protezione

 

Attualmente i solari sono per lo più semplici da spalmare, ne esistono alcuni proposti addirittura sotto forma di spray che rendono più agevole e veloce l’applicazione. Devono essere di veloce assorbimento, ovvero non lasciare la pelle “unta” che porterebbe i bambini che amano giocare con la sabbia, a presentarsi “impanati” di sabbia.

Bambini e sole, ricordate la cosa più importante:

Le creme solari impiegano diversi minuti per attivarsi, ovvero svolgere la propria funzione di protezione, in media 15 minuti. Dunque consideriamo questo periodo di non-copertura prima di esporre il bambino ai raggi solari, convinti che sia protetto quando in realtà non lo è.

 

E’ importante ricordare che i raggi solari passano attraverso magliette di cotone e che, in alcuni casi, ci si può scottare anche all’ombra dell’ombrellone!

 

La validità di un buon prodotto solare è confermata dalla presenza di filtri che proteggano la pelle sia dai raggi UVA sia da quelli UVB. Entrambi i raggi colpiscono la nostra pelle, aggredendola e innescando quell’azione di difesa che è la pigmentazione dell’epidermide, ovvero l’abbronzatura, grazie alla sollecitazione del lavoro della melanina.

 

Un tempo i fattori protettivi si riferivano a protezione dai raggi UVB, considerati erroneamente più dannosi, in quanto responsabili di scottature ed eritemi. Attualmente, su richiesta di allineamento alle direttive UE, la produzione di creme protettive, considera anche il FP degli UVA in quanto causano danni a lungo termine come il photo-aging, ovvero invecchiamento precoce della pelle, e la formazione di melanomi.

 

Un buon solare è quello che contiene filtri tanto per gli UVA quanto per gli UVB.

Come tutte le creme, i solari hanno una scadenza, e, una volta aperti, vanno consumati entro la stagione. Non è corretto riutilizzarli l’anno seguente, nonostante una ipotetica perfetta conservazione, poiché scadono in 12 mesi al massimo una volta aperti.

 

 

 

 

 

L’articolo è stato realizzato grazie alla collaborazione con il Centro BeUnique di Milano BeUnique Via M. Gonzaga n. 5, 20123 Milano Tel. e Fax 0239663676

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