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Travaglio: Come si Svolge il Parto Naturale

di Redazione VitaDaMamma

16 Aprile 2016

La perdita del “tappo mucoso” (che si presenta come un ammasso gelatinoso) o la rottura delle membrane che contengono il liquido amniotico, cioè la cosiddetta rottura delle “acque” segnano due momenti topici della gravidanza. Tal volta questi eventi sono parte integrante, spesso principio, del travaglio. La durata del travaglio varia da donna a donna e da gravidanza a gravidanza è molto variabile.

Se si tratta della prima gravidanza, il travaglio potrebbe durare di più, anche dalle 12 alle 24 ore, mentre nelle successive gravidanze potrebbe durare molto di meno.

Il travaglio è costituito da più fasi ognuna con diverse e particolari caratteristiche.

parto naturale travaglio

La fase iniziale è costituita da contrazioni brevissime di qualche minuto e con frequenza che può variare dai 5 a 20 minuti di distanza. Questa fase può durare per circa 6-8 ore per la prima gravidanza, ma può essere più breve o più lunga.

Alcune donne preferiscono vivere questi momenti a casa, cercando di stare tranquille, distraendosi o ascoltando musica, accanto al compagno oppure facendo un bagno caldo. Ciò, in assenza di complicazioni, è possibile, anche perché in questo periodo iniziale del travaglio il dolore dovrebbe essere sopportabile. Altre, invece, scelgono di andare in ospedale perché si sentono più sicure e tranquille se monitorate da personale esperto.

Questa fase si conclude quando la cervice (collo dell’utero) avrà raggiunto una dilatazione di circa 3 centimetri, le contrazioni diventano più dolorose e frequenti, e possono colpire la parte bassa della schiena e dell’addome, come se fossero crampi mestruali.

Generalmente nella fase attiva o di dilatazione del travaglio, la cervice è dilatata di 7-8 centimetri e può arrivare fino a 10 centimetri, le contrazioni continuano ad essere sempre più intense e frequenti. Questa può rappresentare la parte più complicata del travaglio, a causa, appunto, della forza e della frequenza delle contrazioni.

Durante la fase attiva del travaglio si riscontra un aumento della pressione pelvica dovuta dal peso del bambino che scende verso il basso. La futura mamma sente sempre più il bisogno di spingere.

Ecco i sintomi principali della fase attiva del travaglio:

  • dolore e pressione alla schiena;
  • nausea e vomito;
  • stanchezza;
  • tremore;
  • a volte pianto e sconforto, ma ogni mamma deve essere rassicurata e deve sentirsi libera di assecondare il proprio corpo nutrendo la consapevolezza che quello che sta vivendo è un atto naturale.

parto naturale travaglio

Quando il collo dell’utero si sarà dilatato di 10 centimetri allora significa che la futura mamma è pronta per partorire. Il parto culmina nella fase espulsiva.

La futura mamma con le sue numerose spinte aiuterà il bambino ad attraversare il canale del parto e venire finalmente al mondo. La durata di questa fase dipende dalla posizione del bambino, dalle sue dimensioni e si tratta o meno della prima gravidanza.

L’ultima fase del parto è quella del secondamento, cioè l’espulsione della placenta. Dopo il parto, l’utero della mamma ricomincia a contrarsi e a ridursi per ritornare alle dimensioni originarie: grazie a questi movimenti muscolari nel giro di un’ora la placenta si stacca dalle pareti uterine e viene espulsa, a questo punto il parto è completamente terminato.

 



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