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Compiti per le Vacanze di Pasqua che Tutti i Bimbi Vorrebbero

di Federica Federico

26 Marzo 2016

Ieri aprendo il diario di mio figlio, che frequenta “solo” la terza elementare, sono stata letteralmente travolta da una valanga di compiti: una dozzina di operazioni da eseguire sul quaderno, in colonna e con i termini; un esercizio di matematica sul libro di testo; tre schede d’italiano e due pagine di testi zeppe di domande a cui rispondere per esteso e sul quaderno, col fine di ricostruire una fiaba. Questi i suoi compiti per le vacanze di Pasqua.

I compiti sono un’invenzione degli adulti, una tensione verso il mondo dei grandi a cui i piccini non sempre sono preparati.

Per parte mia i compiti a casa sono una di quelle invenzioni partorite ragionando sulla vita dal punto di vista dell’adulto maturo e senza dare più ascolto al proprio fanciullo interiore, ovvero avendo completamente dimenticato l’età della spensieratezza.

compiti per le vacanze

La filosofia dei compiti a casa, per chi l’abbraccia, parte da una ispirazione basilare all’esercizio: i bambini dovrebbero fare i compiti per esercitarsi.

In realtà l’esercizio, guidato dall’occhio vigile della maestra, avviene e deve avvenire in classe, nel momento stesso dell’apprendimento. A casa i bambini devono portare con sé la responsabilità dello studio, in questo senso fare i fomiti deve rappresentare il momento dell’assoluzione di un piccolo dovere ma non può e non deve trasformarsi in un ostacolo difficile da sormontare, in un limite al gioco, al godimento del riposo, al nutrimento di una passione o alla pratica di uno sport.

Il bambino ha diritto al fare sport; ha diritto a leggere; ha diritto a giocare con la plastilina e a pasticciare in cucina con la mamma; ha diritto ad annoiarsi; ha diritto a non trascorrere l’intera giornata facendo i compiti.

Quando i compiti sono sovrabbondanti il bambino avverte un senso di impotenza, un avvilimento che lo rende vittima dello studio e non partecipe allo studio.

Il genitore, per parte sua, dovendo istruire il figlio al rispetto delle regole diventa anch’egli vittima del carico di compiti a casa, difficilmente riesce a condurre il bambino ad un approfondimento mirato e difficilmente può vederlo sorridere per un compito ben svolto.

Quando l’assegno a per casa è tanto, tutti gli sforzi di genitore e figlio si orientano solo a segnare il punto finale, concludendo il prima possibile il grande carico di compiti.

Compiti a casa: sì o no? I bambini risponderebbero No.

Personalmente, da mamma, ritengo che bastino pochi compiti capaci di rappresentare per il bambino una giusta e modesta responsabilità da assolvere con disciplina e criterio. Pochi compiti bastano anche ai genitori per comprendere lo stato di avanzamento dei lavori scolastici, tastando il livello di apprendimento dei figli.

La foto di copertina di questo articolo immortala una “storia scolastica vera”. Ai bambini di una seconda elementare sono stati assegnati i seguenti compiti per le vacanze:

Scartare le uova di Pasqua, giocare con le sorprese, mangiare la cioccolata… e se rimane, portarla alle maestre.

Questo è l’assegno per le vacanze pasquali della “Maestra” Zina Cipriano, docente presso il Circolo Didattico Rosolino Pilo di Palermo, in Sicilia. La foto è stata postata dalla stessa maestra sulla sua pubblica bacheca Facebook.

L’immagine dimostra una spiccata attenzione verso i bambini, un riconoscimento del bisogno di riposo che i piccoli e le loro famiglie nutrono e attesta anche una filosofia dei compiti vicina agli interessi e allo spirito dei bambini.

Immagino la gioia dei bimbi nel leggere questo assegno, certamente lo ricorderanno per tutta la loro vita e resterà un ricordo felice e positivo. Probabilmente, memori dell’attenzione che la maestra ha dimostrato verso di loro, gli alunni di Zina Cipriano svolgeranno i futuri compiti con crescente trasporto e consapevolezza.



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