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Bonus Cane se Adotti un Randagio, Tutte le Info

di Gioela Saga

17 Maggio 2016

Finalmente in nostri amici pelosi meno fortunati che attendono in un canile di essere adottati avranno più possibilità di trovare una casa accogliente che li ospiti grazie al “bonus cane”, un incentivo fiscale varato da molti comuni italiani nelle ultime settimane.

Tutte le info sul “Bonus Cane”

bonus cane adotta un randagio

 

Ospitare un cane in un canile comunale ha dei costi piuttosto elevati, si parla di 4 euro al giorno con una cifra annuale che arriva dunque a sfiorare facilmente i 1500 euro per ogni cucciolo. Per molti comuni dunque è una spesa non da poco da dover sostenere. Per questo si è pensato ad un soluzione che potesse garantire sicurezza e affetto al cucciolo e, allo stesso tempo, potesse ridurre questi costi ingenti.

Il bonus cane è stato ideato proprio con questo duplice scopo. Negli ultimi mesi dunque diversi comuni hanno deciso di varare il cosiddetto bonus cane, ovvero uno sgravio fiscale sul pagamento della Tares che si traduce con un vero e proprio risparmio da poter investire proprio nell’accoglienza e accudimento di un nuovo amico a quattro zampe.

Con il bonus cane al cagnolino viene assicurata una casa e condizioni soddisfacenti e personalizzate e chi lo adotta ha una sorta di premio, il risultato finale è che le casse comunali ne beneficeranno grandemente.

bonus cane adotta un randagio

 

Come funziona il bonus cane

Per ottenere lo sgravio sulle bollette delle tasse comunali sarà necessario recarsi presso il rifugio o canile comunale per ufficializzare l’adozione; ogni comune che ha varato il bonus cane, ha quantificato lo sconto che normalmente verrà applicato sulle tasse comunali, principalmente la tares, che il cittadino andrà a pagare in modo agevolato.

Si parla di cifre che vanno dai 100 euro annuali fino anche a cifre più alte, sui 500 euro. In alcuni casi si dovrà dimostrare di aver speso quella cifra per l’acquisto di cibo per il cane o per le vaccinazioni o spese veterinarie n genere; in altri casi ci si dovrà impegnare a mantenere l’animale per un determinato numero di anni e accettare controlli da parte dell’amministrazione comunale sul buono stato di salute dell’ospite, alcune associazioni animaliste si augurano almeno una volta al mese, perché non diventi solo un’occasione per evadere le tasse. In altri comuni basta la semplice adozione per far scattare lo sgravio.

Spesso, per evitare fenomeni di sciacallaggio, si pone il limite di due animali per famiglia e lo sgravio va diviso su due immobili, per un tetto massimo comunque che tocca i 750 euro annui di sconto.

Insomma ogni comune che ha dato via libera al “bonus cane” ha adottato misure differenti per i controlli e per l’incentivo, occorre informarsi direttamente presso gli uffici comunali di competenza per i singoli dettagli ma è importante sapere che esista questa opportunità.

bonus cane adotta un randagio

I comuni che hanno varato il “bonus cane”

Non è reperibile un elenco completo dei comuni aderenti all’iniziativa, inoltre di giorno in giorno è possible che vengano varate delibere nuove in altri comuni, dunque è bene rivolgersi allo sportello del proprio comune di residenza o al canile per poter avere utili informazioni sempre aggiornate.

L’ultimo comune ad aver aderito pare che sia il comune di Vittoria, in provincia di Ragusa, la città pù grande per ora è Lecce, seguita da Pesaro, vi sono comuni piccoli come Poggio Rusco e Quistello, entrambi in provincia di Mantova, o Calendasco in provincia di Piacenza, città medie come Terni e Bisceglie.

L’iniziativa si moltiplica di giorno in giorno secondo le dichiarazioni, riportate dal Sole24ore, di Carla Rocchi, presidente dell’Ente Nazionale Protezione Animali:

“I Comuni hanno capito che per loro i cani sono un costo, e che se si vuol spingere ad adottarli un incentivo non fa male. Ovviamente servono controlli, per evitare che qualcuno aderisca solo per evadere le tasse. All’Ente il modello piace, perché i canili vanno superati.”

E prosegue:

“L’anno scorso abbiamo portato a termine migliaia di adozioni. I Comuni che non le promuovono fanno una stupidaggine.”

La competenza, malgrado indicazioni che possono provenire dalle regioni, come nel caso della regione Lazio, spetta comunque alle municipalità e ci auguriamo che tutti i comuni prendano coscienza di questa possibile soluzione vantaggiosa per tutte le parti in causa.

Fonte: Corrieredellasera



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