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Veronica Panarello Rischia il Massimo della Pena, ma Chiede un Confronto col Suocero

di Federica Federico

20 Maggio 2016

Veronica Panarello, in carcere dall’8 dicembre 2014, è stata sottoposta a valutazione psichiatrica e risonanza magnetica. Entrambe le procedure mediche, sebbene strutturalmente diverse, mirano all’accertamento delle condizioni di salute della Panarello, indagando sulla sua integrità fisica oltre che lucidità mentale.

Veronica Panarello rischia il massimo della pena (che col rito abbreviato è pari a 30 anni di carcere), a darne notizia il settimanale di cronaca “Giallo”, Cairo Editore, che nel n°21 del 25 maggio 2016 pubblica le prime ed importanti indiscrezioni sull’esito della perizia psichiatrica.

La madre di Loris, sua presunta assassina, sarebbe mentalmente lucida e pienamente capace di intendere e volere, imputabile e quindi in grado di sostenere un processo a suo carico. Secondo le indiscrezioni giornalistiche pubblicate su “Giallo”, sarebbe questo l’esito finale della perizia su mamma Veronica.

Veronica Panarello rischia il massimo della pena

Il difensore della Panarello ha domandato ed ottenuto anche una risonanza magnetica, lo scopo di esami simili è quello di scongiurare cause patologiche capaci di interferire con la psiche e col comportamento umano. Dopo dette valutazioni mediche, è fissata per il 20 giugno la pessima udienza sull’omicidio Stival, entro quella data nelle mani del giudice saranno gli esiti della perizia psichiatrica e le risultanze della risonanza magnetica.

Se mamma Veronica risulterà imputabile, come potrebbe essere stando alle ultime indiscrezioni, il rinvio a giudizio e di lì il processo potrebbe portare ad una severa condanna, pari anche alla massima pena. Pertanto Veronica Panarello rischia il massimo della pena per l’omicidio di suo figlio Loris che al momento della morte aveva solo 8 anni.

La donna ha scritto una storia giudiziale discontinua e complicata da molte menzogne e contraddizioni:

  • ha lungamente affermato di aver condotto Loris a scuola nella drammatica mattina della sua morte;
  • il 6 novembre 2015, durante un colloquio in carcere col marito, per la prima volta mette in dubbio se stessa e avanza l’ipotesi di non aver lasciato il figlio in prossimità della scuola;
  • poco dopo narra di un incidente domestico che ha condotto alla morte di Loris;
  • infine chiama in causa il suocero accusando di essere l’artefice della morte del nipote.

 

Veronica Panarello rischia il massimo della pena ma continua a proporre ricostruzioni che la libererebbero in tutto o in parte da ogni responsabilità. Per parte sua Andrea Stival, chiamato in correità dalla mamma di Loris, ha un alibi saldo che lo colloca lontano dalla scena del crimine: nella tragica mattina del 29 novembre 2014, giorni della morte di Loris, il nonno era a casa con la sua compagna Andreina.

Il settimanale “Giallo”, che nel numero disponibile in edicola dedica al caso Stival un importante spazio, rivela anche l’avvenuto e compiuto accertamento peritale sui telefoni di Andrea Stival e della sua compagna Andreina. Il nonno di Loris in persona consegnò spontaneamente agli inquirenti i suoi cellulari e quelli della sua compagna, a quanto emerge dalle indiscrezioni giornalistiche i telefoni sarebbero stati dissequestrati e nulla di compromettente sarebbe emerso dal loro esame.

Veronica Panarello rischia il massimo della pena

Veronica Panarello rischia il massimo della pena e rischia anche di essere riconosciuta come la sola autrice del delitto. Non doma, però, avrebbe chiesto un confronto faccia a faccia col nonno di Loris.

Andrea Stival ha tenacemente respinto tutte le accuse mosse contro di lui dalla nuore e ha negato qualsivoglia coinvolgimento sentimentale con lei. Ma mamma Veronica insisterebbe per un confronto all’americana:

”Lui deve avere il coraggio di guardarmi dritto negli occhi mentre mente dicendo che non è stato lui a uccidere mio figlio e che non abbiamo avuto una relazione”.

Secondo gli organi di stampa questa sarebbe l’ultima insistente richiesta di Veronica Panarello.



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