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Rudy Zerbi: Stavano Morendo la Moglie e il Figlio Prematuro

di Federica Federico

20 Giugno 2016

Rudy Zerbi ha raccontato la sua esperienza da papà di un piccolo prematuro grave, condividere questo racconto, sebbene a distanza di tempo, serve ad infondere speranza e fiducia.

Parlare di neonati prematuri a rischio vita e scoprire, attraverso storie vere, che questi bambini ce l’hanno fatta, significa sostenere altre mamme e altre famiglie che stanno vivendo o vivranno questa prova durissima ma anche miracolosamente superabile grazie alla medicina e ai progressi della scienza.

Rodolfo Zerbi, conosciuto dal grande pubblico come Rudy Zerbi, conduttore televisivo, conduttore radiofonico e produttore discografico italiano, nel 2015 ha raccontato la sua storia di papà di un prematuro.

Questa testimonianza non può non essere condivisa ancora oggi a riprova del fatto che nei centri di neonatologia, nelle TIN e in tanti ospedali italiani la vita dei piccolissimi guerrieri rappresenta un obiettivo non solo professionale e scientifico ma umano.

rudy zerbi racconto papà

Rudy Zerbi ha raccontato alla stampa nazionale della difficile nascita di Leo, il suo 4° figlio.

Il racconto risale al dicembre 2015, malgrado sia datato ha un’importanza sempreverde perché dimostra quanta speranza e quanta forza possa risiedere nel piccolo corpicino di un nato prematuro, anche un prematuro grave e a rischio vita.

“Dieci mesi fa è nato Leo, il mio ultimo figlio”

Ricordiamo che il racconto, così come fatto da Rudy Zerbi alla stampa è datato 2015, e ve lo riportiamo nella sua interezza per la forza da papà che esso porta con sé, ndr.

“Al settimo mese di gravidanza la mia compagna, Maria, ha avuto un distacco totale della placenta mentre era a casa da sola. Io ero in studio, con il telefono staccato. Gli assistenti hanno cominciato a farmi cenno di uscire, ma io dicevo: un attimo, abbiamo quasi finito. È dovuto venire il produttore a prendermi per un braccio. Quando sono arrivato all’ospedale le infermiere piangevano:stavano morendo sia Maria sia Leo. L’hanno fatto nascere in corridoio ma, una volta nato, aveva bisogno di cure speciali e solo pochi ospedali a Roma hanno le incubatrici per i prematuri gravi, e quel giorno erano tutte piene. Così ci hanno mandati al Casilino, un ospedale di periferia.”

L’assistenza neonatale sin dai primi momenti è fondamentale per i piccoli nati prematuri. Dei prematuri si dice che vengano al mondo fragili e bisognosi di assistenza, in realtà, come lo stesso termine “prematuri” suggerisce, questi bimbi nascono prima che il loro corpo abbi raggiunto la piena autonomia funzionale. I medici usano la loro professionalità e le loro strumentazioni per condurre i bimbi a sviluppare, fuori dal ventre materno, la maturità completa di tutti i loro organi e, quindi, di tutte le loro funzioni vitali.

“Lì mi sono reso conto che, nell’emergenza, chi fa la differenza sono proprio gli infermieri, gente che fa fatica ad arrivare alla fine del mese, che lavora, condivide e piange con te.” Continuava Rudy Zerbi.

Il plauso ai medici e alle neonatologie italiane di eccellenza non è formale, esso è sostanziale e i genitori dei piccoli nati devono sapere di essere in ottime mani.

I bambini che salvano diventano i loro figli, ti chiamano quando torni a casa, ti chiedono di mandare le foto, organizzano una festa all’anno per incontrare di nuovo i bambini salvati. Lì vedi la verità. Leo è stato in pericolo di vita, è sembrato migliorare, ma poi di nuovo ci hanno tolto la speranza. Maria stava al Casilino tutto il giorno, io facevo avanti e indietro, 90 chilometri al giorno in Vespa sul Raccordo. Guidavo e piangevo. – Racconta il noto personaggio Tv Rudy Zerbi –

Poi, arrivavo a casa, sulle scale mi asciugavo le lacrime perché sapevo che dietro la porta anche Maria stava piangendo. Essere genitori di un neonato in pericolo di vita è una sensazione strana: è nato, ma non è ancora tuo. Vorresti toccarlo, nutrirlo, portarlo a casa, ma non puoi. Quando ce la fa, senti di avere avuto un dono, e di essere in qualche modo un sopravvissuto. Io mi sveglio ogni mattina e penso: ca**, c’è. E se c’è è grazie a quell’ospedale”.

La speranza è il comune denominatore di tutti i genitori di bimbi nati prematuri. L’auspicio è che ogni mamma e ogni papà possa maturare un ricordo vivo e forte come quello testimoniato da Rudy Zerbi.



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