Network
Deabyday Cure naturali Eticamente Crescita personale Sapere.it

 

Seguici:

Endometriosi sintomi: cura, gravidanza e infertilità

L’endometriosi è una delle cause principali di sterilità. Ti spieghiamo come si diagnostica, i suoi sintomi, le sue cause e le possibili cure. Endometriosi deriva dalla parola “endometrio”, la mucosa che riveste la cavità uterina. In caso di ...

di Dott.ssa Daniela Brancaccio

19 Settembre 2011

L’endometriosi è una delle cause principali di sterilità. Ti spieghiamo come si diagnostica, i suoi sintomi, le sue cause e le possibili cure.

Endometriosi deriva dalla parola “endometrio”, la mucosa che riveste la cavità uterina. In caso di endometriosi, l’endometrio si sviluppa al di fuori della superficie uterina, dove abitualmente è collocata. Si tratta di una malattia frequente. In effetti una donna su dieci può soffrire di tale disturbo nell’età fertile.

ENDOMETRIOSI: I sintomi

Le donne che hanno l’endometriosi sviluppano del tessuto al di fuori dell’utero che si comporta come il tessuto endometriale. Ogni mese, questo tessuto, che si trova al di fuori del suo luogo naturale, risponde anche ai cambiamenti ormonali che produce il ciclo mestruale, accumulandosi e sfaldandosi nello stesso modo in cui lo fa l’endometrio.

A differenza del flusso mestruale dell’utero, che viene espulso dal corpo, il sangue del tessuto che sta al di fuori del suo luogo naturale non può essere espulso.

Il risultato di quest’accumulo di tessuto è l’infiammazione degli organi sui quali il tessuto endometriosico si è installato, così come la formazione del tessuto cicatriziale, che può provocare il verificarsi di aderenze e pertanto, alterare la funzione degli organi addominali.

I sintomi dell’endometriosi variano a seconda della gravità della malattia e del luogo in cui si è sviluppato il tessuto endometriosico. In generale, le donne che soffrono di questa malattia avvertono un dolore molto intenso durante le mestruazioni (dismenorrea).

Il sintomo principale dell’endometriosi è un dolore pelvico molto caratteristico che compare prima della mestruazione e scompare quando questa inizia. L’intensità dipenderà dalla sua estensione e localizzazione. Può essere molto forte e disabilitante ed è più frequente tra i 20 ed i 30 anni. Si possono anche avere dolori intestinali e le mestruazioni possono essere abbondanti. Insieme al dolore possono apparire tra gli altri sintomi nausee, affaticamento e dolori nell’urinare o defecare. Si può anche provare dolore durante i rapporti sessuali.

Altre volte non compaiono sintomi evidenti ed il disturbo si scopre solo durante la visita ginecologica che si effettua quando la coppia non riesce a concepire. In questo senso, l’endometriosi è una delle principali cause della sterilità femminile, perché altera il funzionamento degli organi riproduttivi.

Durante la visita medica lo specialista può notare la presenza di una massa di tessuto al di fuori dell’utero. Alle volte la sua diagnosi non è facile e per confermarlo si estrae un piccolo campione del tessuto endometriale.

Altre tecniche come l’osservazione della cavità addominale, mediante un tubo a fibre ottiche (laparoscopia), un’ecografia o una risonanza possono aiutare a confermare la diagnosi, cosi come a mettere in evidenza possibili cisti ovariche endometriosiche. Senza dubbio, l’ecografia non permette di riconoscere possibili focolai nell’intestino, alle tube e nelle ovaie.

Si tratta di una malattia che gli specialisti considerano poco diagnosticata e che dovrebbe essere curata il prima possibile per evitare che il tessuto continui ad estendersi provocando dolore ed altri sintomi.

ENDOMETRIOSI: infertilità o sterilità

L’endometriosi è una delle principali cause di sterilità, perchè la gravidanza non può verificarsi con normalità. Crescendo al di fuori dell’utero, il tessuto può bloccare le tube o alterare la funzione dell’ovaio.

Circa il 40% delle donne con endometriosi hanno difficoltà a restare incinte.

Le cellule intestinali possono formare il tessuto nelle ovaie, nelle tube, nello spazio situato tra le anse intestinali, nel peritoneo, sulla superficie esterna dell’utero e, con meno frequenza, nel collo dell’utero e nella vagina o nella vescica; però può anche diffondersi ad altre parti dell’organismo attraverso il sangue ed i vasi linfatici. Il tessuto può crescere a formare dei grumi, tumori benigni, che non hanno niente a che fare con il cancro. Di conseguenza, in queste zone, si formano lesioni, noduli e cisti alle ovaie. Inoltre, l’endometriosi può provocare, sebbene non sempre, mestruazioni molto dolorose, dolore pelvico, alla schiena, nausee, vomito e affaticamento.

ENDOMETRIOSI: le cause

Le cause dell’endometriosi sono dunque sconosciute, sebbene esistano varie ipotesi a riguardo.

Alcuni studi indicano che può trattarsi di una malattia immunitaria, ovvero, è l’organismo stesso che attacca le sue cellule.

Altre ricerche segnalano che l’endometriosi può avere un’origine genetica,poichè è stata registrata una maggiore incidenza della malattia tra donne con precedenti familiari.

Un’altra delle possibili cause rimanda a un eventuale distacco di piccoli frammenti del rivestimento uterino. A quanto pare, questi frammenti, rilasciati durante la mestruazione, si diffondono fino alle tube di Falloppio, in direzione delle ovaie, invece di fuoriuscire con il flusso mestruale attraverso la vagina.

ENDOMETRIOSI: le cure

Prima di iniziare una cura per l’endometriosi è necessario valutare ogni caso singolarmente. Le cure dipenderanno dall’aggressività della malattia e dalla volontà della donna di restare incinta.

L’endometriosi è una causa di sterilità nella donna. Si utilizzano diversi trattamenti sebbene bisogni tenere in conto che non esiste attualmente nulla che curi definitivamente questa malattia.

La cura può basarsi su farmaci che interrompono l’attività delle ovaie e riducono così la crescita del tessuto endometriale, o si può ricorrere alla chirurgia per rimuovere la maggior parte possibile del tessuto che è cresciuto al di fuori del suo sito oppure, nel peggiore dei casi, per rimuovere l’utero.

Nel trattamento farmacologico si somministra un farmaco che inibisce la produzione di ormoni sessuali femminili, gli estrogeni ( che stimolano la crescita dell’endometrio). In tal modo, si ottiene una specie di menopausa artificiale. In tale trattamento, si impiegano anticoncezionali orali, progestinici, danocrine e antagonisti dell’ormone che rilascia gonadotropina (GnRH). Questi tipi di trattamenti non curano l’endometriosi e, inoltre, sono complessi perché la loro applicazione dipenderà tra le altre cose dall’età della donna, dall’estensione dell’endometriosi e dal dolore che provoca.

Per quanto riguarda il trattamento chirurgico si può dire che presenta una percentuale di esito positivo più elevata e attualmente si considera la terapia più efficace per quella che è la cura scelta dalla maggioranza degli specialisti a livello internazionale.

La chirurgia è indicata per donne con endometriosi grave che non vogliono perdere la possibilità di restare incinta. L’operazione chirurgica rimuove solo il tessuto endometriale, elimina cisti e aderenze e ripristina al meglio l’anatomia pelvica. Gli indici di gravidanza raggiunti dopo la chirurgia conservatrice variano a seconda della gravità: nei casi lievi circa il 755 delle donne affette da endometriosi arriva alla gravidanza, nei casi moderati il 55% e nei casi gravi il 35%. Al giorno d’oggi il procedimento più utilizzato è la laparoscopia, che poco a poco, sta sostituendo la laparotomia.

La laparoscopia è un’operazione poco invasiva. Il principale obiettivo di tale tecnica nelle pazienti affette dalla malattia è quello di eliminare tutta l’endometriosi visibile conservando e ripristinando se necessario la funzione riproduttiva ( chirurgia conservatrice) sebbene si possano anche effettuare isterectomie o ooforectomie nei casi più gravi.

La laparoscopia risulta più efficace delle chirurgia aperta in adesiolisi ( eliminazione delle strutture interne affette da aderenze) dal momento che si evita la manipolazione degli organi interni.

La laparotomia è l’apertura della cavità addominale mediante un’incisione orizzontale o verticale. Tra i suoi vantaggi vi è la rapidità e la precisione del chirurgo nel momento di accedere a qualsiasi area dell’addome poiché trattandosi di un intervento aggressivo implica più complicazioni postoperatorie richiedendo più tempo di ricovero in ospedale e di riabilitazione. A causa della manipolazione diretta elle strutture interne aumenta il rischio di comparsa delle aderenze.

Fonte: http://www.mibebeyyo.com/



Iscriviti alla newsletter
Riceverai preziosi consigli e informazioni sugli ultimi contenuti, iscriviti alla nostra newsletter.

Seguici