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Annamaria Franzoni Sarebbe Innocente

di Federica Federico

21 Febbraio 2017

A 5 anni dal delitto di Cogne, dopo la condanna di Annamaria Franzoni e l’archiviazione mediatica del processo alla mamma assassina, uscì un libro intitolato “Cogne un enigma svelato”, l’autrice Maria Grazia Torri riscrive le cause della morte di Samuele Lorenzi e “scagiona” la madre. Seguendo il percorso (ri)disegnato dal libro Annamaria Franzoni sarebbe innocente, completamente innocente!

 

Il libro nasce dalla collaborazione tra la giornalista Maria Grazia Torri e il neurochirurgo Giovanni Migliaccio e fonda sui convincimenti dello stesso medico:

l’esimio dottore non ha dubbi la morte del bambino sarebbe stata la conseguenza di un aneurisma e Annamaria Franzoni sarebbe innocente.

Il testo guida il lettore alla sopporta di una spiegazione del tutto differente del presunto delitto di Cogne, non vi sarebbe nessuna madre assassina e nemmeno vi sarebbe alcun assassino perché il decesso avrebbe avuto luogo solo per cause naturali: Samuele Lorenzi sarebbe stato ucciso da un aneurisma cerebrale.

Annamaria franzoni sarebbe innocente

Annamaria Franzoni sarebbe innocente, a portarle via Samuele un difetto di una vena nella testa del bambino. Una strada medico scientifica rimasta estranea alle investigazioni.

Giovanni Migliaccio, all’epoca dirigente dell’unità operativa di neurochirurgia presso l’ospedale Fatebenefratelli di Milano, dopo aver preso atto delle risultanze autoptiche e aver visionato le foto della scena del presunto crimine ha voluto esporsi pubblicamente con l’intento aperto e civico di chi mette a disposizione degli altri le proprie competenze: il percorso del sangue nel corpo di Samuele; le lesioni sul suo cranio e gli schizzi ematici anche sulle pareti dimostrerebbero che Annamaria Franzoni è estranea alla morte di suo figlio. E la ricostruzione di Migliaccio corrisponderebbe perfettamente con le risultanze autoptiche.

 

Come lui stesso ha dichiarato in un’intervista resa pubblicata nel settembre del 2008, il dottor Migliaccio contattò la famiglia della mamma di Cogne ma senza riuscire a persuaderli del fatto che la sua teoria avrebbe potuto essere accolta e condivisa dagli inquirenti.

 

Sin da subito, le indagini relative al decesso di Samuele furono impostate come l’investigazione su un omicidio ovvero si principiò dalla presunzione che qualcuno avesse ucciso il bimbo. Secondo l’ispiratore della ricostruzione scientifica prospettata nel libro “Cogne un enigma svelato”, Annamaria Franzoni sarebbe innocente e Samuele la vittima di un aneurisma non diagnosticato nemmeno a fronte dei riscontri in sede peritale.

Ma cos’è un aneurisma e quali indizi avvalorano questa teorizzazione?

Da un punto di vista medico-scientifico l’aneurisma è un’anomala dilatazione congenita di un’arteria a seguito della quale il sangue sbaglia strada e finisce fra le pieghe dell’encefalo e nei ventricoli cerebrali (i ventricoli cerebrali sono delle naturali cavità che contengono il cosiddetto liquor cerebrospinale).

 

Dal momento in cui il sangue fuoriesce dalle vie delle vene e si insedia laddove non dovrebbe, l’aneurisma ingenera una conseguenza dannosa: l’aumento della pressione endocranica, che a sua volta scatena crisi epilettiche.

 

E’ scientificamente provato che in questi casi il cervello subisce un aumento di volume, si gonfia ma rimane compresso nella scatola cranica che, in quanto ossea e quindi dura, non ha la capacità di estendersi per adattarsi all’aumento di volume. Detta comprensione provoca vomito a getto e ciò che si vomita è anche sangue. In modo particolare il vomito a getto raggiunge enormi distanze, lo stesso Migliaccio parla della possibilità che il sangue arrivi a 6 metri di distanza da chi lo vomita.

L’aneurisma, con conseguente epilessia e vomito a getto, sarebbe sufficiente a spiegare con organica e consequenziale logica tutte le tracce e ogni singolo indizio raccolto sulla scena della morte di Samuele Lorenzi. Ciò porterebbe ad asserire che la madre non ha nulla a che vedere con il decesso per il quale, invece, è stata condannata.

Annamaria Franzoni, allettando i soccorsi e in modo particolare rivolgendosi al suo medico curante, nonché vicina di casa, ebbe a dire che la testa del figlio era scoppiata.

Di fatto, se un non addetto ai lavori osserva un caso di aneurisma potrebbe avere l’impressione che al paziente sia esploso il cervello.

Seguendo la teoria prospettata nel libro “Cogne un enigma svelato”, partiamo dalle lesioni sul capo di Samuele e dagli schizzi di sangue repertati nella stanza, questi stessi dimostrerebbero che Annamaria Franzoni sarebbe innocente e del tutto estranea ai fatti che hanno determinato il decesso di suo figlio.

Subito dopo il delitto si parlò di un corpicino ridotto cadavere da 17 colpi tutti sulla testa. Il dottor Migliaccio, nella stessa intervista sopra citata, fa presente che si possono evidenziare due punti chiave:

1- è difficilissimo pensare che in un delitto di impeto i colpi possano essere inferti tutti nello stesso luogo del corpo perché chi brandisce un’arma con veemenza e imprime molti colpi uno di seguito all’altro, fors’anche solo per errore, non riesce a mirare a un’unica e isolata area del corpo.

Per di più in un bambino il corpo è complessivamente piccolo, per cui è ancora più arduo credere che su piccolo corpo con una piccola testa possano essere stati direzionali ben 17 colpi di impeto senza ferire il bimbo in punti differenti o senza che l’assassino abbia ferito se stesso;

Annamaria franzoni sarebbe innocente

2 – è difficilissimo contare i colpi su un ovoide. La testa è un ovoide ovvero è una superficie a forma di uovo.

 

Parlando di colpi in testa e parlando di ben 17 ferite, gli osservatori (e con essi i giudici popolari di un lungo processo mediatico) sono portati a credere che Samuele avesse il cranio ridotto in poltiglia.

Io stessa lo credevo e sono rimasta stupita leggendo l’intervista del dottor Migliaccio grazie alla quale ho scoperto che durante l’autopsia al bambino sono stati rasati i capelli.

Sotto i capelli di Samuele, oltretutto, sono state persino rinvenute lesioni non evidenti prima della rasatura.

Mi sono chiesta come fosse possibile che vi fossero ancora parti di cranio integre dopo tanti colpi su una piccola testa!

Ebbene il cranio non era fracassato perché le ferite non erano né enormi né estese e spesso non erano neanche grandi!
Delle 17 lesioni sul capo di Samuele, solo due ferite risultavano più ampie ed erano lunghe 5 centimetri;

le altre misuravano da circa 1 centimetro a 5-6 millimetri;

la più piccola aveva un’ampiezza di appena 2-3 millimetri di larghezza e 2 di profondità. Tutto questo è scritto nei referti autoptici.

Dire che una ferita misura 2-3 millimetri di ampiezza e 2 di profondità equivale a scrivere che essa è simile a un puntino.

Dinnanzi a tale esame delle ferite rinvenute sul capo del bimbo, una domanda è d’obbligo: lesioni di ampiezze così diverse possono essere state causate da una stessa arma?

Per il dottor Migliaccio no, l’assassino avrebbe dovuto avere ed usare due armi diverse: per esempio un martello e un punteruolo.

L’avvicendarsi di due armi differenti nelle mani di un solo assassino, però, non andrebbe d’accordo con il delitto d’impeto che si consuma in preda ad un raptus.

Ma c’è di più nella regione parieto-occipitale del cranio di Samuele è stata rinvenuta una frattura a mappamondo impressa senza lesione della cute. Tale frattura è emersa solo dopo la rasatura dei capelli del bimbo. A rigor di logica, essa potrebbe essere stata la conseguenza di un violento urto contro la testata del letto.

 

Ma se l’assassino brandiva un’arma e colpiva il bimbo sul capo è difficile credere che contemporaneamente lo abbia spinto all’indietro sulla testata del letto, le tracce di sangue non sembrano arretrare così tanto. Altrettanto difficile è credere che l’arma abbia potuto incontrare quella zona del capo che in teoria era appoggiata al cuscino perché (sempre in teoria e secondo la ricostruzione dell’accusa) il bimbo era disteso sul letto col capo appoggiato al cuscino.

Pare più probabile che detta frattura sia la conseguenza di un urto del capo contro il letto intervenuto durante una crisi epilettica che a sua volta potrebbe essere stata la conseguenza dell’aneurisma. E così Annamaria Franzoni sarebbe innocente.

Dall’autopsia sarebbe anche emerso che nella testa di Samuele il sangue aveva preso vie anomale, aveva sbagliato strada proprio come accade in conseguenza di un aneurisma.

 

Un paragrafo a parte meritano, invece, gli schizzi di sangue:

il sangue di Samuele imbrattava il soffitto e tutto il capo del bambino oltre al letto e alle coperte nonché al pigiama della mamma.

 

Secondo la ricostruzione del libro sul caso Cogne, rispetto alle tracce di sangue usate per incriminare Annamaria Franzoni vi è una incongruenza mai sanata: nessuno spiega come mai la mamma non aveva i capelli intrisi di sangue e nemmeno ne aveva tracce cospicue sul volto e sul corpo.

A fonte degli schizzi sul soffitto un qualunque assassino sarebbe stata o letteralmente travolto dal liquido ematico.

E’, inoltre, indubbio che la mamma non avrebbe avuto il tempo di cambiarsi e ripulire anche i propri capelli.

 

Il dottor Migliaccio ritiene che solo il vomito a getto possa spiegare la distanza percorsa dalle tracce di sangue. Da comune mortale non sapevo che questo genere di vomito può arrivare a coprire una distanza di ben 6 metri. Questo, indubbiamente, spiegherebbe le tracce proiettate sulle pareti.

 

Va detto che la Cassazione ha giustificato quelle stesse macchie ritenedo che l’assassino brandisse un’arma molto lunga. Di fatto l’arma, per produrre disegni di sangue simili a quelli impressi sul soffitto, avrebbe dovuto avere forma e consistenza particolari.

Nell’intervista del dottor Migliaccio già citata, il neurochirurgo disse che l’arma avrebbe dovuto essere “un pennello intinto in una bacinella! Ma un pennello non sfonda la teca cranica”.

Annamaria Franzoni sarebbe innocente, anche il suo pigiama macchiato di sangue parlerebbe di un’indagine condotta alla ricerca di un assassino trascurando, invece, l’ipotesi di una morte naturale.

Il dottor Migliaccio ritiene che la forma delle macchie ematiche sul pigiama sia incompatibile con la teoria secondo cui la mamma lo indossava durante il delitto: se lo avesse sfilato i profili dei disegni di sangue sul tessuto sarebbero stati differenti.

La teoria dell’aneurisma giustificherebbe anche le lesioni refertate solo sulle dita della mano sinistra di Samuele:

l’accusa ha ritenuto che con quella manina il bimbo si sia difeso, ma è difficile credere che un bambino o chiunque altri venga colpito alla testa si difenda con una sola mano e non con entrambe (per di più si sarebbe difeso con la sinistra). Secondo Migliaccio le lesioni alle dita sarebbero un’altra confutabile conseguenza di un urto avvenuto durante una crisi epilettica.

 

Tutto ciò senza considerare che ad Annamaria è stato concesso di attendere a casa la sentenza definitiva, nonché attualmente le è permesso di scontare la pena rimanente accanto ai suoi figli ciò ad attestazione del fatto che non sussisterebbe pericolo di reiterazione del reato né mai questo pericolo vi sarebbe stato. La mamma di Cogne non si è mai dichiarata colpevole, ha voluto, avuto ed amato un altro figlio e dopo la morte di Samuele non ha mai manifestato segni di cedimento, ciò potrebbe confutare la tesi dell’innocenza perché è difficile credere che una mamma assassina non crolli!

 

Guardando il delitto sotto questa diversa prospettiva la mamma di Cogne si allontana moltissimo dall’immagine di un assassina e Annamaria Franzoni sarebbe innocente … e se ciò fosse vero?

Annamaria franzoni sarebbe innocente

Annamaria Franzoni sarebbe innocente: qui l’intervista integrale al dottor migliaccio edita nel 2008, fonte IlGiornale.it



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