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Celiachia: cosa mangiare e cosa non mangiare

di Dott.ssa Maria Paola De Biase

08 Giugno 2017

La celiachia, detta anche malattia celiaca, è un’infiammazione cronica dell’intestino tenue, che insorge dopo l’ingestione di glutine nei soggetti definiti celiaci.

Più che malattia, è una condizione ed è causata da reazioni immunologiche che avvengono nell’intestino in quanto l’organismo non tollera il glutine e il sistema immunitario risponde danneggiando i villi intestinali, che via via si vanno appiattendo.

 

Con la celiachia la mucosa intestinale si danneggia man mano che l’infiammazione aumenta e la superficie deputata ad assorbire le sostanze nutritive non è in grado più di svolgere il suo compito, dando malnutrizione e scompensi.

Celiachia: cosa mangiare e cosa non mangiare.

Celiachia: cosa mangiare e cosa non mangiare

Nonostante la celiachia si possa manifestare in qualunque età, nella maggior parte dei casi si presenta sin dallo svezzamento, quando si ha il passaggio dal latte materno (o dall’alimentazione lattea artificiale) all’alimentazione solida che può contenere glutine.

Si pensa che introdurre il glutine a 12 mesi, piuttosto che a 6 mesi, potrebbe ridurre il rischio di sviluppare celiachia nei bambini definiti ad alto rischio genetico (ossia che hanno almeno un genitore celiaco).

 

La celiachia ha un’incidenza piuttosto elevata: pare che un italiano su cento soffra di celiachia e probabilmente nemmeno lo sa.

Esiste infatti la forma silente della celiachia: il soggetto interessato non ha sintomi anche per molti anni ma presenta una mucosa intestinale alterata.

 

Solitamente un soggetto celiaco che introduce un alimento contenente glutine dovrebbe manifestare sintomi abbastanza specifici, perlopiù gastrointestinali:

 

  • crampi e gonfiore addominali,
  • diarrea (può comportare una perdita di peso negli adulti).

 

Altri “campanelli” d’allarme possono essere:

 

  • una crescita non adeguata nei bambini,
  • problemi alle ossa,
  • anemia.

 

Inoltre pare che la celiachia sia correlata ad altre patologie come diabete di tipo I, infertilità, patologie del fegato.

Quale è la terapia da adottare in caso di celiachia?

Il celiaco non deve seguire una terapia, bensì una dieta aglutinata, che escluda completamente il glutine. Questo lo dovrà fare per tutta la vita.

In caso di celiachia, cosa si può mangiare e cosa occorre invece evitare?

In caso di celiachia occorre prestare molta attenzione ai cereali e a tutti i prodotti che possono contenere i cereali, ad esempio i biscotti, i dolci, i derivati del pane.

Celiachia: cosa mangiare e cosa non mangiare

Ci sono cereali naturalmente privi di glutine e quindi CONCESSI sono:

 

  • Riso, mais, miglio,
  • Grano saraceno, quinoa e amaranto, definiti “pseudocereali” perché non appartengono alla famiglia delle graminacee,
  • manioca, teff, sorgo.

 

I cereali DA ELIMINARE in maniera definitiva dalla alimentazione perché contenenti glutine sono:

 

  • Frumento (grano tenero e grano duro),
  • Farro, avena, segale, spelta, orzo, kamut, bulgur, cous cous.

 

Al supermercato, nelle farmacie o nei panifici ci sono prodotti riservati ai celiachi. Questi prodotti sono contrassegnati con la spiga barrata (per legge dal 2005 i prodotti senza glutine devono riportare questo simbolo).

Leggendo la lista degli ingredienti, ci si accorge che questi prodotti contengono tutti i cereali concessi elencati appena sopra.

 

Essere a conoscenza dei cereali che un celiaco può consumare senza problemi è utile alla gestione del menù giornaliero anche per tutta la famiglia. Comprando questi cereali in chicco si possono preparare minestre o insalate da inserire a pranzo o a cena al posto del pane.

Acquistando invece le farine di questi cereali si possono preparare torte e biscotti da inserire a colazione o come merenda, pane e cracker, pasta fresca che rendono completa l’alimentazione quotidiana.

 

Prima di concludere, è utile sapere che c’è una categoria sempre più crescente di persone che manifestano i sintomi tipici della celiachia ma che dai vari esami non risultano essere celiaci. Questi soggetti rientrano nella categoria delle persone “sensibili al glutine”.

Avendo escluso la celiachia e l’allergia al grano, per questi soggetti se la dieta aglutinata risolve tutti i sintomi significa che è il trattamento ottimale, proprio come nel caso della celiachia.

 



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