Network
Deabyday Cure naturali Eticamente Crescita personale Sapere.it

 

Seguici:

Fotografa la figlia in ospedale: non poteva vaccinarsi

di Maria Corbisiero

12 Luglio 2017

<<Le persone che scelgono di non effettuare le vaccinazioni mettono a rischio la vita dei bambini come mia figlia. Hanno già avuto molto successo. E questo era evitabile>>.

Si conclude con questa frase il disperato appello di una mamma che fotografa la figlia in ospedale mentre è in lacrime al pronto soccorso dove sta ricevendo le prime cure al fine di scongiurare il contagio della varicella.

Fotografa la figlia in ospedale: non poteva vaccinarsi.

Fotografa la figlia in ospedale: non poteva vaccinarsi

Camille Echols, infermiera pediatrica e mamma 34enne residente ad Atlanta, fotografa la figlia in ospedale e decide di pubblicare gli scatti della 11enne realizzando, lo scorso 22 giugno, un post pubblico, quindi senza alcuna limitazione, sul suo profilo privato.

L’argomento trattato nel suddetto post è tra i più discussi degli ultimi tempi: le vaccinazioni.

<<Sono stato relativamente in silenzio sui social media al riguardo del movimento “Anti-vax”. Ho visto persone chiedere “perché i miei bambini non vaccinati rappresenterebbero una minaccia per i vostri bambini vaccinati se siete così sicuri che funzionino?”. Ecco perché>>.

La donna spiega che vi sono alcune persone, tra cui sua figlia Ashley, che non possono effettuare “vaccini vivi”, termine usato per identificare i vaccini con microrganismi vivi ed attenuati, ovvero quelli composti da virus o batteri che hanno la capacità di moltiplicarsi all’interno dell’organismo del soggetto vaccinato al fine di stimolarne le difese immunitarie.

Tale vaccino è controindicato per le persone con problemi di immunodepressione, in questo caso infatti la malattia può prendere il sopravvento.

Camille fotografa la figlia in ospedale e pubblica i suoi scatti su Facebook perché, come lei stessa scrive, nel fine settimana la bambina è entrata in contatto con un bambino affetto da varicella.

 

 

 

 

 

Date le condizioni di Ashley, si è reso necessario un immediato ricovero ospedaliero per sottoporla ad iniezioni di immunoglobuline – per un costo di circa 5mila dollari – nell’attesa di contattare lo specialista in malattie infettive e nella speranza che la bambina non abbia contratto il virus che può essere letale per lei.

<<Per favore, se credi che il tuo bambino avrà l’autismo a causa dei vaccini ti prego di informarti […] Coloro che dicono “è solo varicella, lei non morirà”, vi preghiamo di informarvi sui destinatari del trapianto. Ci sono milioni di persone in attesa di organi che possono salvargli la vita. Con quei numeri, ci sono buone probabilità che uno di loro sia qualcuno che conosci>>.

In seguito al post realizzato, Echols è stata accusata da alcuni utenti di non essere a sua volta informata sull’argomento vaccini.

A tali affermazioni la stessa ha risposto scrivendo:

<<Quanto a coloro che mi dicono di “informarmi”, sono un’infermiera pediatrica con oltre 10 anni di esperienza nei trapianti e malattie croniche. Ho avuto una vasta formazione in materia di vaccinazioni. Non avrei pubblicato qualcosa che non conoscevo>>.

Intervistata dal Daily Mail, Camille che fotografa la figlia in ospedale in lacrime mentre riceve il primo trattamento per scongiurare ogni contagio, racconta di essere diventata infermiera primaria di Ashley quando la piccola aveva solo 16 mesi.

Nata con i reni troppo piccoli, la bambina ha iniziato la dialisi sin dalla nascita.

La madre biologica, impossibilitata a prendersene cura, ha dato disposizioni per l’adozione, e la Echols si è fatta avanti diventandone la madre adottiva.

 

Nel 2008, all’età di 2 anni, la bambina riceve il trapianto di rene.

Avendo un sistema immunitario indebolito, Ashley non viene sottoposta ai “vaccini vivi”, compreso quello per la varicella del quale ha effettuato una sola dose, la prima, in quanto la seconda non le avrebbe permesso di sviluppare l’immunità ma, al contrario, le avrebbe fatto contrarre il virus.

Dopo aver compreso la possibilità di contagio, la giovane madre fotografa la figlia in ospedale e lancia un appello attraverso Facebook per smuovere le coscienze di coloro che contestano l’immunità di gregge.

Sempre più menzionata quando si tratta di vaccini, l’immunità di gregge o di gruppo, che si raggiunge in una popolazione con una copertura vaccinale pari o superiore al 95%, consente una copertura indiretta a tutti coloro che per diversi motivi (età anagrafica, sistema immunitario compromesso, etc.) non possono usufruire dei vaccini.

 

Per meglio chiarire tale concetto, sul forum americano Reddit è stata pubblicata un’immagine che meglio chiarisce come agisce l’immunità di gregge.

 

 

Nel video qui sopra postato i puntini neri rappresentano le persone infette, i blu le persone non vaccinate e i puntini gialli quelle vaccinate.

La linea rossa rappresenta invece la diffusione di virus o batteri che, in presenza di bassa copertura vaccinale, si presenta come rapida e capillare.

 

La mamma che fotografa la figlia in ospedale non è il primo genitore, e purtroppo non sarà l’ultimo, preoccupato per i propri bambini che, loro malgrado, non possono godere della copertura vaccinale.

“Ecco perché” grida Camille, ecco a cosa serve l’immunità di gregge.

 

 

Fonte: Daily MailFacebook

 

 

 

 

 



Iscriviti alla newsletter
Riceverai preziosi consigli e informazioni sugli ultimi contenuti, iscriviti alla nostra newsletter.

Seguici