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Pane e vino per la messa: le nuove regole dal Vaticano

di Anna Pannico

21 Agosto 2017

Di recente, anche in ambito ecclesiastico, è stata emanata una nuova circolare volta a sottolineare l’importanza di utilizzare materie di qualità nella produzione di pane e vino per la messa. Non solo, un NO secco da parte degli organi competenti è arrivato anche per le particole totalmente prive di glutine.

 

Pane e vino per la messa. Cosa dice la nuova circolare del cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti

pane e vino per la messa, le nuove regole dal vaticano

La circolare, emessa dalla Congregazione per incarico del Santo Padre Francesco, è rivolta principalmente ai vescovi diocesani, e sottolinea la loro primaria responsabilità nel vigilare sia sulla qualità delle materie utilizzate per produrre il pane ed il vino destinati all’Eucaristia, sia sui produttori stessi.

 

In genere, pane e vino per la messa vengono confezionati dalle comunità religiose preposte a tale attività ma, l’esigenza di emanare nuove disposizioni nasce dal fatto che oggi è possibile acquistarli anche nei supermercati o in altri negozi o addirittura su internet, dove il rischio di reperire prodotti di scarsa qualità e di dubbia provenienza è decisamente più alto.

 

Da qui il suggerimento rivolto ai destinatari del documento, appunto i vescovi, << di dare indicazioni in merito, ad esempio garantendo la materia eucaristica mediante appositi certificati>>.

 

In questo appunto, si sostanzia il controllo da parte dei vescovi affinché pane e vino per la messa acquistati presso i rivenditori, siano effettivamente adatti al rito celebrativo, in quanto dotati di certificati di garanzia individuati dagli stessi vescovi.

La preoccupazione di assicurare qualità e certificazione al pane ed al vino destinato alla Mensa Eucaristica, oltre che per tutelare la salute dei fedeli evitando l’assunzione di prodotti nocivi, nasce principalmente dall’ossequio dell’uso sacrale a cui questi sono destinati, ovvero ad essere consacrati e trasformati in corpo e sangue di Cristo.

Pane e vino per la messa. Vietate le ostie completamente prive di glutine ed il vino deve essere fresco.

pane e vino per la messa, le nuove regole dal vaticano

La circolare pone regole ben precise anche per quanto riguarda le materie prime che devono essere impiegate nella produzione di pane e vino per la messa. Per quanto riguarda le ostie nella circolare si legge:

 

«Il pane utilizzato nella celebrazione del santo Sacrificio eucaristico deve essere azzimo, esclusivamente di frumento e preparato di recente, in modo che non ci sia alcun rischio di decomposizione. Ne consegue, dunque, che quello preparato con altra materia, anche se cereale, o quello a cui sia stata mescolata materia diversa dal frumento, in quantità tale da non potersi dire, secondo la comune estimazione, pane di frumento, non costituisce materia valida per la celebrazione del sacrificio e del sacramento eucaristico.>>

Il fatto che il pane debba essere rigorosamente di frumento spiega il divieto alle ostie totalmente prive di glutine riservate ai celiaci, poiché considerate materia invalida per la celebrazione dell’Eucarestia. Possono, invece, essere utilizzate le ostie parzialmente prive di glutine, cioè contenenti una quantità sufficiente a non compromettere il normale procedimento di panificazione e la natura dell’alimento.

Il mosto, ovvero il succo di uva, invece <<sia fresco sia conservato sospendendone la fermentazione tramite procedure che non ne alterino la natura (ad es. congelamento), è materia valida per l’Eucaristia>>.

Ciò significa che deve trattarsi di un prodotto genuino, naturale, non mischiato a sostanze estranee e non alterato.

Insomma, maggiori controlli sono stati richiesti dal Vaticano non solo al fine di assicurare la naturalezza e la genuinità degli “ingredienti” utilizzati nella produzione di pane e vino per la messa, ma anche volti anche a richiamare l’onestà, la responsabilità e la competenza dei produttori, affinché assumano una maggiore consapevolezza dell’attività da essi svolta.

 

Non si tratta quindi di un capriccio o di un voler generare ulteriori difficoltà a chi necessariamente deve sottostare a specifici regimi alimentari, ma tutto questo rientra nel rispetto della sacralità delle ostie e del vino consacrati e vale come misura preventiva contro i possibili abusi da parte di produttori non specializzati.

 

Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti

 

Fonte Immagini: Ingimage ID Immagini: ISS_12362_00006- 02G56160

 



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