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Bailey Cooper diventa l’angelo custode della sorellina neonata

di Maria Corbisiero

17 Gennaio 2018

Bailey Cooper aveva solo 9 anni quando la sua sorellina Millie è nata, lei così piccola ed indifesa non immaginava affatto che il suo fratellone aveva trascorso gli ultimi 14 mesi a combattere e lottare pur di poterla vedere, abbracciare e baciare anche solo per una volta.

Nessuno, neanche i medici immaginavano che ce l’avrebbe fatta ma lui è riuscito a stupire tutti e a realizzare il suo ultimo desiderio.
 

Bailey Cooper diventa l’angelo custode della sorellina neonata.

 
Bailey Cooper linfoma non-Hodgkin
 
Bailey Cooper viveva con la sua famiglia, mamma Rachel, papà Lee e il fratellino Riley a Patchway, città nel sud del Gloucestershire, in Inghilterra, non molto distante dal centro di Bristol.
 
La sua lunga battaglia ha avuto inizio nell’estate del 2016, fu proprio in quel periodo infatti che Bailey Cooper iniziò a sentirsi poco bene. Non trovando alcuna risoluzione ai suoi malesseri, a settembre i genitori decisero così di portarlo in ospedale.

In un primo momento i medici gli diagnosticarono un’infezione virale, sospettavano che il bambino avesse un’infezione al torace che purtroppo non migliorava nonostante la somministrazione degli antibiotici.
 
All’aumentare dei dolori che si erano estesi anche allo stomaco, Bailey Cooper fu sottoposto ad ulteriori esami che permisero ai medici di giungere finalmente ad una diagnosi: il piccolo aveva una rara forma di cancro meglio conosciuta come linfoma non-Hodgkin (LNH), un tumore maligno che ha origine nel sistema linfatico e colpisce in particolar modo i linfociti, ossia le principali cellule del nostro sistema immunitario.
 

Al momento della diagnosi, il linfoma non-Hodgkin di Bailey Coooper era già al terzo stadio.

 
La gravità delle condizioni del bambino rese indispensabile sottoporre lo stesso ad un immediato ciclo di chemioterapia combinato ad una terapia steroidea.
Tale trattamento portò alla remissione del tumore, un risultato che i medici annunciarono nel febbraio del 2017 e che consentì al piccolo di poter tornare a casa.

“Tornò a scuola e da quel momento restammo a casa – raccontano i suoi genitori – Doveva tornare in ospedale ogni tre mesi per eseguire regolari controlli e una risonanza magnetica di routine ma le cose andavano bene”.

Felici per aver sconfitto quell’orrendo mostro che minacciava la loro felicità, la famiglia Cooper decise di portare i suoi bambini, Bailey ed il fratellino Riley, in vacanza in occasione delle festività pasquali.
 
Il viaggio ebbe inizio appena il maggiore dei loro figli ebbe terminato il primo dei regolari controlli trimestrali che gli avevano consigliato i medici.

Nonostante l’esito della risonanza magnetica facesse ben sperare, i Cooper furono contattati dall’ospedale 2 giorni dopo la loro partenza: gli esami avevano evidenziato il ritorno del tumore.
 
Seppur questa seconda diagnosi si rivelò peggiore della prima, i dottori si dissero fiduciosi in quanto Bailey Cooper aveva il 70% di possibilità di sopravvivenza.

Il bambino fu così sottoposto ad un nuovo ciclo di chemioterapia e ad un trapianto di cellule staminali, trattamenti che gli permisero di sconfiggere per la seconda volta il cancro.
 

Nel luglio del 2017 i medici dichiararono nuovamente che il linfoma non-Hodgkin di Bailey Cooper era in remissione.

 

Bailey Cooper linfoma non-Hodgkin

Bailey con il fratellino Riley


 
Una gioia che purtroppo durò solo 6 settimane, il tempo di quella che la famiglia Cooper descrisse come un’incredibile estate. Verso la fine di agosto infatti il cancro tornò a presentarsi per la terza volta, quella che i medici definirono “la fase finale”.

“La consulente ci diede la notizia: era la quarta fase finale, ed era anche peggio, era molto aggressiva” ricordano i genitori del bambino.

Il tumore si stava diffondendo rapidamente nel corpo del piccolo Bailey Cooper, aveva già raggiunto il petto, i polmoni, il fegato e lo stomaco. Per i medici non era rimasto molto tempo ormai, la vita del bambino si sarebbe spenta in un lasso di tempo pari a giorni o settimane.

“Siamo entrati nella stanza in cui si trovava. Bailey aveva solo 9 anni ma eravamo molto aperti con lui. Glielo abbiamo detto subito, si è abbattuto e ha detto che non voleva andarsene. Siamo rimasti lì con lui, e in un paio d’ore ha preso tutto. Ci ha fatto un sorriso e ha detto “andiamo a casa”. Aveva bisogno di rassicurazioni su quello che sarebbe successo dopo la sua morte”.

 

Da quel momento in poi Bailey Cooper lottò con tutte le sue forze contro la sua malattia per riuscire ad incontrare la sorellina che sarebbe dovuta nascere nel mese di novembre.

 
Nonostante il pensiero della morte, la famiglia cercò di godersi il tempo che gli era rimasto, trascorrendo più tempo possibile insieme.
 
Durante quel periodo Bailey, consapevole del suo destino, iniziò a progettare il suo funerale immaginandolo come un’allegra festa durante la quale tutti avrebbero indossato costumi da supereroi.
Nel contempo, i genitori lo invogliarono a stilare una lista di regali per l’imminente Natale, doni che probabilmente il bambino non avrebbe mai ricevuto ma che ugualmente non ha esitato a chiedere scegliendo quelli più adatti al suo fratellino.

“Sapeva che non sarebbe stato qui per Natale, ma abbiamo cercato di indurlo a mettere insieme una lista di Natale – ha raccontato la mamma – Avremmo preso tutto ciò che chiedeva ma la maggior parte delle cose che ha chiesto erano oggetti con cui non avrebbe mai giocato. Erano più adatti al suo fratellino. Aveva scelto tutto per Riley perché sapeva che non avrebbe giocato con loro”.

Nonostante i medici avessero ipotizzato che Bailey Cooper se ne sarebbe andato prima dell’arrivo della sua sorellina, il bambino combatté con tutte le sue forze pur di poterla abbracciare anche solo una volta. La piccola Millie è nata verso la fine di novembre, Bailey non solo era riuscito ad abbracciarla ma è persino riuscito a fare tutto quello che un fratello maggiore avrebbe fatto per lei, ossia cambiarla, lavarla e addirittura cantare per lei.
 


 
Dopo la nascita della bambina però le condizioni di Bailey Cooper sono andate via via peggiorando, il bambino era sempre più stanco, il dolore sempre più acuto, si stava lentamente consumando.

Nella lunga intervista rilasciata al giornale locale, i suoi genitori ricordano le ultime frasi che aveva pronunciato prima di lasciarsi andare completamente.

“Potete piangere solo per 20 minuti, dovete prendervi cura di Riley e Millie. Vorrei restare ma è il momento di andare, di diventare il suo angelo custode” aveva detto riferendosi alla sorellina.

Nonostante la malattia e la sua enorme sofferenza, Bailey aveva sempre sorriso ed ha continuato a fare facce buffe affinché anche chi gli stava intorno potesse sorridere.
 

Bailey Cooper fu portato in ambulanza in ospedale venerdì 22 dicembre, il cancro avevo ormai preso il sopravvento e lui si stava spegnendo pian piano.

 
La sua famiglia ha trascorso la vigilia di Natale al suo capezzale, Lee e Rachel sono rimasti seduti accanto a lui, mano nella mano, leggendogli le storie che più amava e ascoltando la sua musica preferita.

“Sapevamo che non sarebbe durato a lungo. Gli abbiamo detto ‘E’ ora di andare Bailey. Basta’. Ha esalato il suo ultimo respiro e i suoi occhi hanno versato una sola lacrima. Se ne è andato pacificamente”.

La vigilia di Natale Bailey è diventa ufficialmente un angelo che continuerà a vegliare sulla sua famiglia ma soprattutto sulla sua sorellina, per la quale ha lottato riuscendo a sopravvivere per 15 mesi.

Buon viaggio Bailey.
 
 
 
 
Fonte: Bristol Post

 

 

 



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