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I mariti stressano le mogli più dei figli

di Federica Federico

19 Febbraio 2018

I mariti stressano le mogli più dei figli e il vero perché sta nell’aspettativa, lo dimostrano più sondaggi condotti in America, aventi tutti ad oggetto la coppia all’interno delle dinamiche familiari (mamma e papà con figli, responsabilità, complicità, dialogo e reciproco aiuto).

 

Dal punto di vista medico, lo stress è quella condizione (fisica e\o emotiva) capace di esercitare sull’individuo uno stimolo dannoso, provocando, col tempo, conseguenze negative in termini di reazione psicologica:

>tensione nervosa, logorio, ansia e conseguente affaticamento, incapacità di reagire e apatia sono le naturali derivazioni psicofisiche dello stress.

 

Un sondaggio made in USA, condotto su più di 7.000 mamme, ha rivelato che i papà ingenerano nelle donne uno stato di stress 10 volte maggiore rispetto a quello che possono scatenare i bambini.

mariti stressano le mogli più dei figli

Perché i mariti stressano le mogli più dei figli?

Il 46% del campione femminile intervistato ha affermato che il partner contribuisce più dei figli ad aumentare lo stress poiché:

  • aiuta poco,
  • sottovaluta i bisogni della moglie-mamma,
  • non considera il carico di lavoro che ricade sulla donna (ancora di più se è donna lavoratrice),
  • è poco comunicativo e dialogante.

 

In pratica sono le aspettative insoddisfatte delle donne a scatenare lo stress attribuito ai mariti. Oggettivamente detto stress è però frutto di rapporti di coppia non fondati sul dialogo né sul conforto reciproco.

 

Alcune donne accusano i papà di avere atteggiamenti infantili estremamente disturbanti. E’ infantile non aiutare negando lo sforzo pratico, e quindi fisico, che la cura della casa e della famiglia pretende quotidianamente.

Se è vero che le mamme richiedono un maggiore riconoscimento, è altrettanto vero che il dialogo è sottostimato nelle coppie. Troppo spesso ciascun membro della coppia aspetta che l’altro parli, chieda, esprima; mentre “l’altro”, per parte sua, attende comprensione e nel non essere interpretato rintraccia solitudine e trascuratezza.

Ebbene parlare dovrebbe essere LA regola. Nel silenzio non c’è orgoglio:

se hai bisogno del tuo compagno o della tua compagna, se hai la necessità che “l’altro” faccia qualche cosa per te, parla e domanda, verbalizza i tuoi bisogni!

 

In un’altra indagine sulla famiglia su 2.700 madri intervistate il 75% ha dichiarato di fare tutto da sola. All’opposto, in un sondaggio parallelo condotto sui genitori di sesso maschile, su 1.500 padri campionati il 50% ha sostenuto di aver condiviso la cura dei bambini con le mamme.

Queste percentuali di risposta danno da pensare: o la percezione della condivisione è diversa tra uomo e donna o qualcuno mente!

 

In realtà ancora una volta i sondaggi americani hanno attestato che i mariti stressano le mogli più dei figli perché le aspettative di collaborazione e i punti di vista sono differenti.

 

La diversità delle risposte dimostra che è la percezione reale a essere discrepante: il giusto aiuto considerato in ottica maschile finisce con l’essere poco o nulla in ottica femminile. E ancora una volta solo la verbalizzazione delle opinioni e il dialogo può salvare la coppia.

 

Gli stessi sondaggi dimostrano che una larga parte di padri sente di essere sottostimato e soffre dinnanzi ai figli di un “complesso di inferiorità” rispetto alla mamma:

i papà sentono di avere un ruolo secondario nella vita e nell’educazione dei bambini, hanno idea che il comando sia delle donne.

2\3 dei padri hanno manifestato il desiderio di essere incoraggiati e sostenuti dalle mogli piuttosto che depressi e avviliti.

I mariti stressano le mogli più dei figli perchè all’interno della famiglia non ci si confronta e senza dialogo è difficile che possa esserci incontro e rispetto.

Ricordate che parlare non equivale a recriminare: gridare, pretendere e imporre sono atteggiamenti che aumentano la conflittualità e inibiscono il dialogo intrappolando la coppia nella lite.

 

 


 

Fonte immagine di copertina Ingimage con licenza d’uso: ID Immage – 02G71387

 



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