Network
Deabyday Cure naturali Eticamente Crescita personale Sapere.it

 

Seguici:

Amy Bright: mamma rischia la paralisi 14 anni dopo il parto

di Maria Corbisiero

03 Aprile 2018

Arrabbiata e spaventata, questi gli aggettivi che Amy Bright ha utilizzato per descrivere il suo attuale stato emotivo dopo aver scoperto la causa di quel malessere ormai divenuto cronico che la tormenta da circa 14 anni.

Una scoperta scioccante che l’ha gettata nello sconforto e nella paura di poter restare paralizzata da un momento all’altro.

 

Amy Bright: mamma rischia la paralisi 14 anni dopo il parto.

 
Amy Bright: mamma rischia la paralisi 14 anni dopo il parto
 

Già mamma di 5 bambini, nel 2003 Amy Bright ha dato alla luce con un taglio cesareo il suo ultimo figlio, il sesto, Jacob, presso il Naval Hospital di Jacksonville, città statunitense situata nella contea di Duval, in Florida.

In quel periodo infatti suo marito Charles, pilota della Marina attualmente in pensione, prestava servizio proprio alla NAS (Naval Air Station) di Jacksonville. Oggi la famiglia risiede a De Soto, villaggio statunitense della contea di Jackson nello Stato dell’Illinois.

 

Due mesi dopo il lieto evento, la donna, oggi 41enne, ha iniziato a soffrire un forte mal di schiena, un dolore che l’ha accompagnata per i successivi 14 anni e per il quale ora rischia addirittura la paralisi.

Inizialmente diagnosticata e curata come una sciatica – il dolore cronico le ha reso difficile l’uso della gamba e del piede sinistro – nel novembre del 2017, grazie ad una TAC, Amy Bright ha finalmente conosciuto la vera causa del suo malessere.

L’esame aveva infatti messo in evidenza la presenza di un pezzo di ago lungo 3 cm rimasto conficcato nella sua spina dorsale dal giorno in cui ha partorito il suo sesto figlio, ovvero ben 14 anni prima della diagnosi.

“Ero completamente sconvolta e spaventata – ha raccontato Amy Bright alla rivista People – ogni volta che mi muovo, mi piego, faccio torsioni o dormo quell’ago si muove all’interno della mia spina dorsale. Sono arrabbiata”.

 
Amy Bright: mamma rischia la paralisi 14 anni dopo il parto
 

Sia la 41enne che il suo avvocato, Sean Cronin, hanno dichiarato che una parte dell’ago utilizzato per l’anestesia epidurale effettuata nel settembre del 2003 in previsione del taglio cesareo è rimasto intrappolato nella parte bassa della schiena della donna.

 

Per questo motivo Amy Bright ha deciso di fare causa allo staff del Naval Hospital di Jacksonville, accusato di negligenza e frode.

 

“Questo è un qualcosa che non è stato reso noto – ha dichiarato il legale di Amy Bright – Questi aghi misurano circa 9 o 10 centimetri la cui estremità deve essere ispezionata da chi li utilizza proprio per assicurarsi che l’ago sia intero. Secondo i nostri esperti quindi sapevano che una parte dell’ago era rimasto dentro di lei perché ne mancava davvero tanto”.

La donna dunque accusa il personale medico che l’ha assistita durante il suo ultimo parto di essere a conoscenza dell’ago spezzato ma di non aver rivelato nulla, un’omissione che oggi potrebbe determinare la sua paralisi.

Un intervento tempestivo infatti avrebbe reso possibile la rimozione dell’ago, evitandole un ulteriore danno fisico. Allo stato attuale invece, data la calcificazione di circa 2 cm dello stesso penetrato all’interno dell’osso della vertebra lombare L4, la sua rimozione risulta altamente rischiosa.

 
Amy Bright: mamma rischia la paralisi 14 anni dopo il parto
 

La situazione che medici ed esperti hanno oggi presentato ad Amy Bright non è delle più rosee: le hanno infatti sconsigliato di rimuovere l’ago in quanto vi è un forte rischio che possa restare paralizzata, rischio che corre ugualmente se il corpo estraneo resterà nel suo corpo.

“Avrò del metallo nella mia schiena per il resto della mia vita, sto per invecchiare e non farà altro che peggiorare – ha dichiarato la donna – È semplicemente devastante, è assolutamente sbagliato […] Sono arrivata al punto che brucia costantemente. Non so cosa mi riservi il futuro, sono molto paranoica e spaventata. Probabilmente rimarrò su una sedia a rotelle”.

Per il momento la donna non può far altro che seguire una terapia a base di antidolorifici ed effettuare una terapia fisica per il resto della sua vita. Ed intanto organizzare al meglio il suo futuro e quello della sua famiglia.

Nel contempo porterà avanti la sua battaglia legale anche se questo non la restituirà la piena forma fisica.

 

 

Fonte: PeopleNews4jax



Iscriviti alla newsletter
Riceverai preziosi consigli e informazioni sugli ultimi contenuti, iscriviti alla nostra newsletter.

Seguici