Network
Deabyday Cure naturali Eticamente Crescita personale Sapere.it

 

Seguici:

Kayla Lee Welch racconta la violenza dell’aborto

di Federica Federico

18 Aprile 2018

A chi non è capitato di leggere su Facebook di una gravidanza-scherzo: c’è sempre quell’amica, conoscente o parente che si prende gioco di tutti facendo credere, con una foto o un post, di essere incinta. Non si dovrebbe mai mentire sulla gravidanza, questa condizione non è uno scherzo e non può diventarlo perché l’essere incinta può rappresentare per qualcuno persino una ferita o un dolore. Kayla Lee Welch è una quasi bis mamma americana che via Facebook ha apertamente attaccato chi usa giocare sulla gravidanza.

 

Mostrando una propria foto in lacrime e con un test di gravidanza tra le mani, Kayla Lee Welch ha voluto denunciare il dolore dell’aborto e dimostrare che lo stato interessante non può essere strumento di ilarità.

 

In occasione de primo di aprile, questa mamma si è imbattuta in un post che voleva essere scherzoso: un’amicizia Facebook di Kayla fingeva di essere incinta per poi rivelare la beffa. Scherzando sulla sua presunta condizione, la donna non ha pensato a chi soffre, a chi ha sofferto o a chi potrebbe soffrire il dolore di perdere un figlio.

 

Questo strazio è fin troppo reale quando l’aborto ha segnato la tuo vita, e chi è stato travolto da questo dolore non può sopportare che la gravidanza venga sminuita con tanta semplicità. Questa la sintesi del messaggio di Kayla Lee Welch.

 Kayla Lee Welch aborto

Il test di gravidanza, anzi un’intero cestino carico di test, rappresentano per questa donna la testimonianza reale di speranze d’amore perdute, ecco “il motivo per cui non è divertente mentire e scherzare sull’essere incinta” – così scrive testualmente si Facebbok.

Mostrando il test di una gravidanza finita male e i test di molte altre gravidanze sperate Kayla Lee Welch esprime con le sue lacrime “quello che significa vivere un aborto spontaneo.”

 

Vivere un aborto equivale a sopravvivere con la consapevolezza che un dolore enorme scaverà per sempre l’anima … perché, per la mamma, l’aborto è l’addio mai detto ed è l’immaginazione (o il ricordo) degli occhi del figlio, occhi mai visti vividi di domani.

 

Le donne che come Kayla Lee Welch vivono l’aborto relegano spesso se stesse nel silenzio dei sentimenti, vestono i panni della rinascita e combattono ogni giorno per superare. In realtà non c’è nulla da superare, c’è piuttosto una memoria da portare con sè cercando un nuovo equilibrio che rispetti quel ricordo e lo preservi.

 

Un figlio, per quanto non sia mai venuto al mondo vivo, è appartenuto alla mamma e alla sua vita con un’intensità che il resto del mondo non sa nemmeno annusare. Tutti i figli mai nati sono vissuti nel cuore della madre e insieme a lei continuano ad esistere in una storia fatta di memorie e sensazioni.

 

aborto spontaneo

 

Quando Kayla Lee Welch trovò le prime macchie di sangue sui suoi indumenti intimi capì subito che qualche cosa di brutto stava accadendo.

 

La donna racconta di avere avuto perdite anche durante le sua prima gravidanza, andata poi a buon fine, ma quella volta il suo animo non le suggerì sensazioni di conforto.

 

Dopo la perdita del bambino Kayla Lee Welch ha affrontato un percorso medico e uno psicologico. Quello mentale è un percorso tortuoso che le mamme degli angeli debbono imparare a camminare per tutta la vita, come se procedessero su una via parallela: la via del rispetto e del ricordo. Oggi Kayla è testimone di un arcobaleno perchè è incinta e diventerà mamma bis.

 

Si dice che i bambini siano feti, prima ancora embrioni, prima ancora desideri. Ebbene le mamme che hanno detto addio a un angelo sanno che i bambini sono bambini. Anche se la luce non ha mai baciato i loro occhi, anche se non si sono mai formati come natura dovrebbe, anche se il loro cuore ha smesso di battere, i figli angeli sono e sono stati … queste creature sono figli, figli punto e basta!

 



Iscriviti alla newsletter
Riceverai preziosi consigli e informazioni sugli ultimi contenuti, iscriviti alla nostra newsletter.

Seguici