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Sentire la mancanza di chi non c’è più

di Federica Federico

20 Dicembre 2018

Qualcuno che conosceva una volta le aveva detto che sentire la mancanza di qualcuno è un modo per stargli vicino.

 

Jay McInerney – Si spengono le luci

 

La mancanza è come un richiamo: ogniqualvolta si attiva riporta indietro ricordi permettendo a sentimenti e emozioni di vibrare di nuovo. Perciò sentire la mancanza di chi non c’è più sembra essere un dolore, ma è così solo in apparenza perché in fondo la mancanza colma i vuoti e lenisce le assenze.

 

Mancare è sinonimo di essere stato e equivale a non essere ancora, praticamente è il paradigma della vita! Come tale, la mancanza di chi non c’è più va accolta e accettata.

sentire la mancanza di chi non c'è più

Sentire la mancanza di chi non c’è più non è bello, è stupendo.

 

Molto spesso, soprattutto quando un lutto è fresco e doloroso, sentire la mancanza di chi non c’è più è una condizione che chiunque di noi rifiuta rifuggendo istintivamente dai ricordi.

 

Vorremmo solo cinque minuti per ritrovare quella persona e sappiamo bene che non è possibile riabbracciarla se non nei sogni.

 

Ciascuno di noi dovrebbe ricordare a se stesso tre cose del lutto:

 

  1. sentire la mancanza di chi non c’è più è memoria attiva, cioè non è semplice ricordo ma è richiamo di quello che la persona è stata per noi, del suo amore e della sua presenza;
  2. il corpo finisce perché è una macchina, non finisce, invece, l’amore che le persone hanno infuso nella vita degli altri ed è in ragione di quell’amore che siamo chiamati ad “andare avanti” testimoniando il ricordo;
  3. dopo la morte di una persona il solo modo per riprendere il cammino accogliendo la mancanza è la ricerca dell’altro nei ricordi come gesto quotidiano e naturale, è così che i nonni restano per i nipoti, i genitori per i figli, i mariti per le mogli e viceversa.

 

Sentire la mancanza di chi non c’è più equivale a scrivere ogni giorno una poesia dei ricordi.

 

Ci saranno circostanze in cui il richiamo del ricordo sarà più acuto, allora potrebbe fare male. Le feste, i compleanni, il Natale sono, per esempio, date sensibili per la memoria: sono quei giorni in cui l’assenza si fa tangibile.

 

A volte ci sembra che sentire la mancanza di chi non c’è più sia un concetto troppo sminuente perché ciò che si avverte davvero è la loro presenza.

 

Questo Natale, dopo diciannove anni, siamo riusciti a riunire una parte importante della mia famiglia. Dopo avere avuto la certezza che ci sarebbero state tante tra le persone a cui ho voluto più bene al mondo, ho provato un dolore vecchio di dodici anni: ho sentito la voce di mia nonna mentre rideva nel corridoio stretto della sua casa piena di figli e nipoti. Niente è mai stato famigli come lo fu Lei.

 

Punta da quel dolore sottile, silenzioso, privato e vecchio ho capito tutto: lei è ancora con me, con tutti noi ed è persino con i miei figli che non l’hanno mai potuta abbracciare. Dio solo sa quanto si sarebbero divertiti insieme.

 

Ieri sera, proprio quando non stavo pensando alle sedie vuote accanto alla tavola di Natale, proprio quando la nonna era finita di nuovo nella zona d’ombra del mio cuore e proprio quando non me l’aspettavo, Facebook mi ha proposto “La poesia dei ricordi e tutto è stato richiamato.

 

Francesco Sole, questo il nome dell’autore, rende giustizia a molte sensazioni in un breve momento di profondità … anche se fanno tutti finta di niente.

 

Se anche a te capita di sentire la mancanza di chi non c’è più prova ad ascoltare “La poesia dei ricordi”, forse, com’è stato per me, dopo ti sembrerà più dolce il richiamo della memoria:



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