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Mamma di Julen: il dolore sul suo volto

Ciao Vicky (è questo il nome della mamma di Julen, ndr), non mi conosci, forse non leggerai mai queste parole che sto scrivendo per Te, ma abbiamo una cosa in comune: siamo mamme.   Fino a 12 giorni fa non sapevo nemmeno della tua esistenza, né di quella di Julen o del ...

di Federica Federico

25 Gennaio 2019

Ciao Vicky (è questo il nome della mamma di Julen, ndr), non mi conosci, forse non leggerai mai queste parole che sto scrivendo per Te, ma abbiamo una cosa in comune: siamo mamme.

 

Fino a 12 giorni fa non sapevo nemmeno della tua esistenza, né di quella di Julen o del suo angelo Oliver. Da domenica 13 dicembre Tu sei per tutti la mamma di Julen, il bambino caduto nel pozzo.

 

Ho cercato un motivo che potesse dare una spiegazione razionale al tuo dolore, non l’ho ricercato per Te, neanche immaginavo che faccia avessi, ma l’ho fatto per me, egoisticamente, per vincere la disperazione e l’angoscia in cui l’immagine di quel pozzo mi ha gettata.

 

La situazione in cui ti trovi ora è semplicemente vuoto, un vuoto nero e imperscrutabile, proprio come il baratro di quel pozzo in cui hai perduto Julen, quel bambino che fino ad un attimo prima era tuo, oggetto della tua cura e della tua protezione.

 

Adesso non hai più braccia, non sono abbastanza lunghe, forti e capaci per tirarlo via da lì;

 

adesso non ai più lacrime, le hai piante tutte;

 

adesso non hai più pensieri, sono finiti uno dopo l’altro nel fondo di quel buco, tutti a inseguire tuo figlio.

 

mamma di Julen

Mamma di Julen – fonte immagine: www.eltiempo.tv

 

E quel che è peggio, cara mamma di Julen, è che non c’è una ragione né una spiegazione che possa risanare tutto, riportarti indietro al momento in cui il tuo bambino era tuo, ovvero prima che cadesse.

 

Io voglio chiederti scusa, voglio farlo a nome di tutte le mamme perchè vedo il dolore sul tuo volto disperato e non posso capirlo, nessuno può. Tu il baratro lo hai accarezzato già una volta quando il cuore del tuo primo bambino ha tradito il suo corpo e la sua vita uccidendolo.

 

Ti chiedo scusa a nome di tutte quelle mamme che si sono chieste dov’eri mentre Julen cadeva.

 

 

La mamma di Julen era con lui, come ciascuna mamma sta accanto a suo figlio in ogni momento anche quando non è ricurva su di lui perché il figlio è impegnato a crescere.

 

Ti chiedo perdono perché io posso ancora sorridere, mentre Tu sei nel buio.

 

E alla fine ti ringrazio poiché in questo momento Tu, la mamma di Julen, disperata, sola, nell’oscurità di un dolore di cui sembra non essere mai abbastanza vocina la fine, mi stai insegnando molto: proprio ora mi stai educando a guardare oltre il piccolo, il banale e il prevedibile.

 

Tu sei l’esempio del dovere che abbiamo verso i nostri figli di gioire nella normalità perché questa vita non sempre regala la meraviglia del comune, del normale, del pacificamente ordinario.



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