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Bambini disubbidienti che fare: consigli pratici per genitori

di Federica Federico

05 Luglio 2019

Rosseau assumeva la libertà come l’altra faccia della possibilità. Senza voler fare filosofia, possiamo affermare con sicurezza che i bambini disubbidienti hanno innanzitutto bisogno di sentirsi liberi e protagonisti delle loro scelte, molto spesso ciò che manca non è l’educazione intesa come imposizione di dogmi e regole, quanto piuttosto una comprensione profonda delle opportunità con una giusta capacità di discernere il bene dal male, ciò che è giusto da ciò che è sbagliato.

 

Come faccio con mio figlio, non mi sta mai a sentire?

 

I genitori dei figli disubbidienti commettono spesso un enorme errore: partono da se stessi, ovvero dal “Come faccio” io, adulto, genitore. Il punto della questione educativa non è altro che il bambino, perciò se volete liberarvi dalla disobbedienza dei vostri figli incominciate a guardare alla vita e alle cose del mondo con i loro occhi, non con i vostri.

 

Maria Montessori (e questa è una cosa che nessuno dice alle mamme, forse perché è considerata estremamente poco commerciale, mentre il pensiero montessoriano è stato molto esemplificato per una divulgazione alla portata di tutti) parlava di pregiudizio adultistico e lo faceva riferendosi al modo diffuso di guardare e organizzare il mondo secondo una prospettiva “da grandi”, a discapito dei bisogni dei bambini.

bambini disubbidienti;, che fare

Per liberare i genitori dai bambini disubbidienti, bambini ribelli e capricciosi (a seconda di come si voglia definirli), è necessario, dunque, cogliere le motivazioni della disobbedienza

 

Una volta compreso il perché del comportamento di tuo figlio, però, non “tentare di sradicarlo” a suon di botte e punizioni, questo comporterebbe un altro problema che si chiama mortificazione.

 

Il perché della disobbedienza va ribaltato: il negativo deve diventare positivo ma, contemporaneamente, deve rimanere nella memoria del bambino come insegnamento. Proviamo qui di seguito a spiegare meglio questo ribaltamento e questa compresenza:

 

la disobbedienza corrisponde a una opposizione. Di fatto i bambini disobbedienti si comportano in modo contrario alle regole e lo fanno quando non le hanno comprese oppure quando vogliono opporsi agli adulti.

 

Il primo passo è mettere il bambino in condizione di discernere il giusto dallo sbagliato e qui vale l’esempio, la costituzione di opportunità alternative, il dialogo e l’accoglienza del disagio.

 

In primis l’adulto deve commisurare le sue richieste all’età del bambino, un bimbo piccolo che cammina saltellando e cantando durante una riunione non è un elemento di disturbo, è la vivace dimostrazione che lì c’è una madre che partecipa in un contesto sociale con un bambino, bimbo che, per parte sua, non sta facendo altro che mettersi alla prova nel mondo. Ovvio è che un bambino in età pre scolare 5\6 anni deve avere imparato a stare seduto e in silenzio durante la stessa riunione, per esempio, purchè non sia troppo lunga o tediosa (cioè costruita col pregiudizio dell’adulto di cui parlava la Montessori).

 

Ciò che si intende chiarire è che l’azione dell’adulto e\o la sua reazione non deve essere commisurata agli altri adulti o al mondo degli adulti, piuttosto ogni azione o reazione relativa al bambino va misurata all’età, alle qualità e alle competenze del piccolo.

bambini disobbedienti

Un bambino capriccioso, che non ubbidisce, che sfugge alle regole e che fa il monello non va subito sgridato, va osservato per il tempo necessario a comprenderlo

 

Un figlio può disobbedire perché è stanco, perché non ha compreso il valore di una regola, perché vine punito – peggio ancora picchiato – senza ricevere mai il conforto di una motivazione a lui comprensibile, ma un bimbo può opporsi al genitore anche come richiesta di affetto e accoglienza, lo fanno, per esempio, i bambini che soffrono di un senso più o meno spiccato di abbandono.

 

I bambini disubbidienti dunque, hanno spesso un duplice problema: da un lato hanno bisogno di instaurare una relazione positiva col mondo, dall’altro necessitano di una più sana e matura gestione dei sentimenti.

L’espressione del sentimento passa per il corpo e arriva al verbo. Per quanto può sembrarci strano l’educazione è espressione dei sentimenti e verbalizzazione. Pensate a Don Lorenzo Milani che invitata i suoi allievi a scrivere in comunità – scrittura collettiva – per esprimersi insieme agli altri, per coordinare il proprio sentire con quello degli altri.

 

Se la sera nel letto spegnete i cellulari facendo posto a una favola qualche volta e a una chiacchierata qualche altra, potrete assaggiare l’educazione sentimentale.

 

Educare un figlio ai sentimenti non vuol dire farne un debole-sensibile, significa, invece, farne una persona empatia e capace di sperimentare la propria morale e sensibilità.

 

Cosa ti piace? Cosa preferisci di questa fiaba? Se tu fossi il protagonista cosa faresti? Quale personaggio ti piacerebbe essere? Mi è successo questo e io ho fatto quest’altra cosa, secondo te la mamma ha fatto bene a comportarsi così?

 

Tutte queste sono domande semplici, eppure è raro che vengano poste ai bambini perché pretendono l’esposizione dei sentimenti (come delle debolezze) e i genitori moderni commettono sovente l’errore di trascurare l’educazione sentimentale.

 

Altro e ancor più grave errore degli adulti è quello di voler sembrare infallibili, non lo siamo e nemmeno è giusto che i nostri figli crescano nel mito dell’infallibilità; più il mondo appare loro oppressivamente perfetto più si sentiranno non appropriati, col risultato di reagire opponendosi.

bambini disobbedienti e regole

I bambini disubbidienti hanno diritto di fare esperienza dell’altro in un ambiente disciplinato ma neutro:

  • scegliete per loro lo sport, il karate o qualsiasi latra arte marziale, il teatro, gli sport di squadra; nell’inserire i vostri figli in un contesto socializzante dategli idea concreta dell’importanza del rispetto dell’altro;
  • per essere d’esempio anche in casa stabilite delle regole di comportamento valide per tutti e abolite parole e comportamenti mortificanti (sostituire le punizioni al dialogo).

 

I bambini disubbidienti devono sentirsi responsabili del loro cattivo comportamento e per farlo non solo devono conoscere le regole, soprattutto devono conoscere praticare la libertà.

bambini disubbidientii e libertà

Lasciate i bambini disubbidienti liberi di scegliere per il bene, questa frase non è paradossale, essa è la soluzione.

La libertà è risolutiva quando il bambino, rinforzato dal dialogo e dal supporto familiare, comprende come comportarsi nel modo giusto e decide autonomamente per il bene. Il bambino che si sente sorretto nella sue capacità (cioè il ragazzino che sa di essere considerato in gamba da mamma e papà, come dalla maestra) non avrà bisogno di mettersi in mostra, all’opposto cercherà di fortificare i suoi convincimenti strutturando con gli adulti rapporti di crescita propositivi (ti guardo, ti giudico bene, come tu fai con me, e quindi ti imito).

 

Qui è indispensabile ricordare ai genitori che tradiamo ogni responsabilità educativa quando, come adulti, siamo di cattivo esempio. E il vero dramma è che molto spesso lo siamo (lo siamo quando parcheggiamo in seconda fila o non facciamo la raccolta differenziata, lo siamo quando chiamiamo cretina la maestra mentre giudichiamo il suo operato a casa, lo siamo quando liberiamo una bella sberla dinnanzi a un comportamento disobbediente che proprio non sopportiamo più e releghiamo nostro figlio nel silenzio della violenza).

 

Perché i bambini disubbidienti traducano in buone scelte i loro stessi errori è essenziale sviluppare e assecondare il loro senso critico

 

Molti genitori sono soliti proporre ai figli solo l’esempio dei migliori, spesso si guarda con mortificante esaltazione al modello del figlio dell’amico educato e bravo a scuola, ma nessun figlio ha bisogno di confrontarsi con ciò che lo fa sentire inferiore. I figli hanno bisogno di rapportarsi a ciò che fa parte della loro vita e che risolto, destrutturato, superato o genericamente affrontato può rappresentare una conquista. Il primo passo è coinvolgere i bambini nella vita di tutti giorni (si va, a seconda dell’età e delle problematiche, dal facciamo la spesa insieme così scegliamo cosa mangiare, al risistemiamo il tuo armadio così puoi prendere i tuoi vestiti da solo e essere autonomo).

 

Se avete figli molto disobbedienti, capricciosi o monelli, che dir si voglia, provate a creare un’attività di nutrimento affettivo: il fine settimana, anziché programmarlo con gli amici e in contesti sociali non a misura di bambino, fate qualcosa solo tra voi, una gita all’aria aperta, un museo, una serata film e giochi da tavola, qualsiasi cosa capace di radicare nel bambino il senso del bene familiare.

I bambini disubbidienti sono spesso bambini alla ricerca di se stessi, da voi adulti si aspettano comprensione, accudimento e guida.

 

Ricordate che non siamo generali e non cresciamo soldati, noi siamo genitori e educhiamo gli uomini e le donne in cui questo mondo ripone la speranza di un futuro migliore.



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