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Foto dei bambini sui social: l’errore delle mamme-selfie

di Federica Federico

25 Luglio 2019

Quando Chiara Ferragni ha pubblicato una foto di Leo in lacrime qualcuno ha fatto notare che il limite dell’intimità (sacra nell’affettività mamma-bambino) era stato valicato, almeno in quella circostanza e dinnanzi a qui lacrimoni: anziché consolare suo figlio, la mamma pensa a scattare un selfie? In realtà, le foto dei bambini sui social, sopratutto quando vengono postate con la sistematicità di un racconto di vita quotidiana molto stringente (e la rete ne è piena), compromettono il confine vita reale – vita condivisa.

 

Foto dei bambini sui social, sì o no? Fonte

Foto dei bambini sui social, sì o no?
Fonte immagine Instagram

 

Ci sono blogger, genitori e influencer che per ragioni diverse (siano esse di opportunità o di narcisistico bisogno di apparire) confondono i piani del reale.

 

Dire che la vita social è una porzione della vita reale non è un errore, lo è confondere la personalità dell’essere con la sua apparenza sociale.

 

Ed è ancora più sbagliato pretendere da se stessi di apparire continuamente, costantemente al top e sempre senza imperfezioni, ciò anche a costo di fare degli affetti, e di chi li rappresenta, un uso strumentale.

 

Dinnanzi alla foto di Leone in lacrime, si è detto che in quel momento specifico il bimbo avrebbe voluto trovare tra le braccia della mamma consolazione. La consolazione in sè non coincide, almeno in linea teorica, con lo spazio di un selfie perchè la mamma nell’atto del consolare è dedita al bambino e lo “circonda” di un’esclusività che isola e protegge dal mondo esterno. E’ ovvio che un selfie è fisiologicamente l’opposto di questo: è apertura incondizionata all’esterno, è privazione della privatezza, se vogliamo dirlo con un gioco di parole.

 

Di fatto si è perso di vista l’uso e la finalità della rete e ciò appare con netta evidenza quando l’argomento è quello delicatissimo delle foto dei bambini sui social

 

I social network sono sempre più strumenti di consumo, mentre quando è nato internet era stato pensato come un mezzo di comunicazione diretta da applicare in caso di necessità (chi vorrà approfondire sappia che il primo internet si chiama ARPANET, risaliva agli anni 60 ed era un progetto messo a punto nell’alveo della difesa militare).

Oggi internet è il diario segreto delle mamme che mettono in mostra i figli e basta qualche foto perchè tutti si sentano “The Ferragnez”; loro, i genitori influencer, invece, svolgono un lavoro in cui si corre il rischio di osservare i bambini dalla visuale del progetto di descrizione della propria vita, vita “inserita in una cornice di consumo, promozione e realizzazione di un obiettivo anche pubblico e commerciale”.

 

Il problema è che troppi genitori “normali”, per il solo fatto di essere mamme e papà con un bimbo da fotografare, tentano una scalata alla rete che non è così immediata e sintetica come molti credono: insomma, sappiate che non si diventa Ferragnez così per caso!

 

Foto dei bambini sui social – siamo tutti il prodotto di noi stessi, è sempre corretto considerare tali anche i bambini?

 

La risposta a questa domanda può essere persino difficile, ciò che è certo è che è sempre soggettiva.

 

L’esposizione dei figli, ovvero la pubblicazione delle foto dei bambini sui social, dovrebbe tenere conto della prossimità mamma-bambino o papà-bambino e dell’affidamento dei figli ai genitori

 

I figli hanno diritto a maturare una concezione di sè e, di conseguenza, una concezione, quantomeno cosciente, della propria immagine. Questa è l’opinione che nel tempo Vitadamamma ha maturato, difeso e sostenuto.

 

Un bambino piccolo o piccolissimo ha diritto a conoscere il privato senza che, a sua insaputa, diventi costantemente e insistentemente di pubblico dominio. Un eccesso di pubblicazioni imprimerà nel mondo social (che allo stato è mondo socio-virtuale) un’immagine del figlio che non è l’immagine reale del bambino. Quella (l’immagine vera del bambino, da lui scelta e generata) ancora non si è formata e il piccolo ha il buono e giusto diritto a formarla da sé, con i suoi tempi, i suoi gusti e le sue scelte.

 

Foto dei bambini sui social, a che età?

 

A 8\10 anni, a seconda della maturità soggettiva, il bambino che sia stato privatamente educato al rispetto di se stesso e della propria privatezza, nonché all’autonomia (che se vogliamo parte della mantessoriana libertà a fare da solo) potrà incominciare ad “autorizzare i genitori all’uso della sua immagine sui social” imparando il consenso, l’esposizione, la scelta del sé da mostrare e di quello da preservare.

 

Pertanto il vero problema non è la mancata consolazione di Leo, cosa che certamente mamma Chiara avrà fatto con successo prima e dopo il selfie; il nodo della questione è che nessuno può sapere se il Leo che si formerà tra 10 anni, attraverso un processo di maturazione e crescita, sarà felice di rivedersi in lacrime o mentre balla, mentre fa il bagnetto o appena nato, eccetera eccetera.

 

Soprattutto conta capire se quel Leo (come milioni di altri bambini che nemmeno hanno genitori famosi) potrà e saprà identificarsi nell’immagine di lui che i genitori hanno costruito nel tempo (in tutti gli anni che hanno preceduto la sua stessa consapevolezza).

 

Convertendo la rete in strumento di informazione, secondo la sua vocazione di origine, e spogliandola dalla intenzione di usarla come mero business, probabilmente lo spazio per le foto dei bambini sui social si ridurrebbe fisiologicamente. Ma in un mondo come questo l’essere dovrebbe prevalere sull’apparire, la conoscenza sull’oblio, la razionalità sulla speranza di avere ciò a cui ciecamente bramiamo.

 



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