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Bambini dell’11 settembre 2001: orfani di padre, nati dopo gli attentati

di Federica Federico

11 Settembre 2019

L’idea degli attentati dell’11 settembre 2001 è cristallizzata nella memoria di tutti come un’immane strage di civili innocenti. Il numero delle vittime è impressionante, in sé, però, non abbraccia molte vittime indirete, non sono ricompresi nemmeno quelli che l’America chiama i “Children of 9/11“, cioè i bambini dell’11 settembre 2001, i figli delle vittime che non hanno mai conosciuto i papà.

 

Sono tanti i figli delle vittime e degli eroi dell’11 settembre 2001. Alcuni di questi orfani (quelli noti all’opinione pubblica americana come i bambini dell’11 settembre) sono venuti alla luce dopo gli attentati e pertanto non hanno mai conosciuto il papà.

 

I bambini dell'11 settembre 2001

Bambini dell’11 settembre 2001 – il destino dei figli nati con un papà vittima.

 

Gli attentati dell’11 settembre 2001 provocarono la morte di 2.974 persone, esclusi i diciannove dirottatori:

  • 246 furono le vittime sui quattro aerei di linea,
  • 2.603 i morti a New York,
  • 125 i deceduti al Pentagono.

Per quanto sia logico piangerli come angeli, sono ancora 24 i nomi iscritti nella lista dei dispersi, persone di cui nessuna traccia è mai stata rinvenuta.

  • I morti per i detriti delle torri, esplose con violenza provocando una infinita e dolorosa miriade di “schegge impazzite”, nonché coloro che si lanciarono nel vuoto furono complessivamente 292.

Tutte le vittime erano civili eccetto i 55 militari uccisi al Pentagono.

 

Già all’indomani della strage si parlava di vittime indirette, un bilancio, quest’ultimo, che gli anni hanno precisato (e in parte aggravato): sono vittime indirette le persone morte, anche a grande distanza dall’11 settembre 2001, per le patologie determinate dai fumi tossici.

Fumi tossici si sprigionarono dei roghi generati in seguito all’impatto e al crollo delle due torri. La prima morte accertata come conseguenza di ciò fu quella di una donna deceduta per una patologia polmonare nel febbraio del 2002: i medici certificarono che l’esposizione ai fumi dell’11 settembre del precedente anno era stata tanto lunga e massiccia da poter essere considerata come la causa della malattia e quindi della morte.

 

Si stima che ben 1.140 persone che hanno lavorato, studiato o vissuto a Lower Manhattan nell’arco temporale più prossimo all’attentato si siano ammalate di cancro. La concomitanza temporale e l’incremento delle diagnosi non possono lasciare spazio a molti dubbi.

 

A questo raccapricciante elenco vanno aggiunte anche undici gravidanze non portate a termine a causa della morte delle madri negli attentati dell’11 settembre. E, infine, merita una menzione i bambini dell’11settembre, tutti quei figli nati già orfani di padre.

 

L’opinione pubblica americana conosce bene Robyn Higley, una dei bambini dell’11 settembre, questa giovane donna è oggi è l’emblema di un America depauperata di grandi personalità, buone, innocenti e persino eroiche.

Robyn – una tra i bambini dell’11 settembre, suo padre è l’eroe che lei non ha mai conosciuto.

 

Robert Higley, questo il nome del papà di Roby, era un dirigente di una delle tante prestigiose società con sede nelle torri gemelle. L’11 settembre 2001 stava lavorando al 92 ° piano della South Tower, quando il volo 175 della United Airlines letteralmente entrò nell’edificio la preoccupazione di Robert fu quella di mettere al sicuro i 12 giovani dipendenti a cui stava facendo formazione.

 

Da buon “capitano” si assicurò che entrassero tutti in un’ascensore ancora attiva e, dopo averli messi in sicurezza, tornò indietro per sincerarsi che tutti i suoi sottoposti fossero stati evacuati. Lui, però, non si salvò.

Children of 9/11 - I bambini dell'11 settembre 2001

Children of 9/11 – I bambini dell’11 settembre 2001.

 

Robert lasciò una figlioletta di 4 anni e una giovane moglie incinta che 7 settimane dopo avrebbe partorito una bambina.

 

Roby porta il nome del padre, questa evocazione a chi non c’era più ha voluto essere un omaggio alla memoria, un ricordo di quell’uomo che le ha dato la vita senza mai poterla guardare negli occhi.

 

L’America celebra e riconosce i bambini dell’11 settembre identificandoli in quei figli nati orfani di padre, ma non vanno dimenticati tutti gli altri figli quelli che i papà e le mamme li hanno perduti in quel maledetto giorno che doveva essere solo uno come tanti.

Children of 9/11 - I bambini dell'11 settembre 2001

Children of 9/11 – I bambini dell’11 settembre 2001 e gli altri orfani.

 

La sorella maggiore di Robyn si chiama Amanda, nel 2001 aveva 4 anni e mezzo e tutta la sua vita è stata segnata dalla perdita del papà e dagli orribili ricordi di quel periodo in cui il suo lutto era un lutto pubblico, una ferita aperta nel cuore del Paese.

Per settimane ho passato il tempo seduta sulla veranda della nostra casa, restavo fuori solo per guardare le macchine che passavano, speravo sempre di vedere quella brutta jeep verde (di papà, ndr.) davvero brutta e lui alla guida

E’ questo il ricordo più determinato e duro che Amanda conserva di quel periodo.

 

Per quanto questo possa sembrare difficile, Robyn è cresciuta nell’ispirazione del padre e rivendica il diritto dell’America e del mondo a nutrirsi dell’esempio dei suoi eroi.

 

Chiamo mio padre un eroe. È un eroe! – Dice Robyn – Voglio essere come lui, voglio poter fare qualsiasi cosa per aiutare le persone ed era altruista. So che posso fare la differenza e ogni bambino può fare la differenza. Voglio dire, un giorno questo sarà il mio mondo.

Il mondo dovrebbe essere un posto dove va bene dire chi sei, amare chi ami e credere in ciò in cui credi. So che ci sono persone che stanno rendendo il mondo un posto non sicuro in cui vivere, ma so anche che nel nostro profondo siamo diversi, e credo che in fin dei conti siamo tutti uguali.

 


Fonte immagini e dichiarazioni People



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