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Morto il padre di Cesare Cremonini: l’addio commosso del cantante

di Redazione VitaDaMamma

19 Settembre 2019

E’ morto il padre di Cesare Cremonini, l’addio commosso del cantante si imprime nel cuore degli ammiratori ed è per tutti un insegnamento di vita.

Morto il padre di Cesare Cremonini

Eri nostro padre, mio e di mio fratello Vittorio, ma anche “al dutåur”, il dottore, per tutti gli altri.

 

Scegliesti un angolo del mondo per cominciare. Un posto dove nessuno prima di allora aveva mai visto un medico. E dopo tutta una vita dedicata agli altri, hai visto? Oggi in tantissimi vogliono dirti grazie.

 

Al posto mio avresti di sicuro smorzato l’emozione con uno dei tuoi proverbi. I tuoi pazienti sono stati i tuoi figli e io sono orgoglioso di essermi sentito pari a loro.

 

Da ogni visita notturna tornavi con un regalo per me e mio fratello, e mi raccontavi chi erano le persone che avevi guarito. Ci hai insegnato così il valore dell’uguaglianza e della gratitudine nel fare parte di una comunità.

 

Mi hai visto partire da un pianoforte più alto di me, appoggiato a un muro di casa, dove mi chiedevi di suonare la sera per toglierti la stanchezza, e mi hai visto arrivare dove ho sempre sognato.

 

Non smetterò mai di pensarti e cantarti, perché con te il mondo era più bello. Ma se una canzone che stia al posto tuo non c’è, eccola qua. È come se fossi con me. Ciao babbo.

Cesare e Vittorio.

 

E’ morto il padre di Cesare Cremonini, tutta la comunità di San Lazzaro (Bologna) lo piange.

 

Si chiamava Giovanni Cremonini, era “al dutåur”, cioè il dottore. Attraverso la voce del sindaco, la sua comunità lo riassume in poche parole d’amore e trasporto: “Umile e con grande spirito di abnegazione, sapeva gestire qualsiasi situazione, anche quelle più gravi, con grande ottimismo e una gioia contagiosa“.

 

 

Giovanni Cremonini si è spento lunedì all’età di 95 anni, era nato a Sant’Agata Bolognese il 10 ottobre 1924. E’ diventai il medico di base di San Lazzaro negli anni cinquanta, correva il 1952, proprio quella sua affezionata comunità, in occasione del novantesimo compleanno del dottore, lo omaggiò con una targa ad attestazione e riconoscimento del grande lavoro svolto e recentemente a lui è stata dedicata la sala principale della Casa della Salute.

 

 

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Eri nostro padre, mio e di mio fratello Vittorio, ma anche “al dutåur”, il dottore, per tutti gli altri. Scegliesti un angolo del mondo per cominciare. Un posto dove nessuno prima di allora aveva mai visto un medico. E dopo tutta una vita dedicata agli altri, hai visto? Oggi in tantissimi vogliono dirti grazie. Al posto mio avresti di sicuro smorzato l’emozione con uno dei tuoi proverbi. I tuoi pazienti sono stati i tuoi figli e io sono orgoglioso di essermi sentito pari a loro. Da ogni visita notturna tornavi con un regalo per me e mio fratello, e mi raccontavi chi erano le persone che avevi guarito. Ci hai insegnato così il valore dell’uguaglianza e della gratitudine nel fare parte di una comunità. Mi hai visto partire da un pianoforte più alto di me, appoggiato a un muro di casa, dove mi chiedevi di suonare la sera per toglierti la stanchezza, e mi hai visto arrivare dove ho sempre sognato. Non smetterò mai di pensarti e cantarti, perché con te il mondo era più bello. Ma se una canzone che stia al posto tuo non c’è, eccola qua. È come se fossi con me. Ciao babbo. Cesare e Vittorio.

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