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Gravidanza interrotta a 35 settimane: l’addio al bambino nato morto

di Federica Federico

25 Novembre 2019

Questa mamma e questo papà hanno lasciato l’ospedale a mani vuote: gravidanza interrotta a 35 settimane, non c’era più battito né più speranza, il bimbo Down nasce morto.

 

Lasciare l’ospedale a mani vuote è stato devastante“, Lei, la mamma senza neonato, affondava la testa nel petto del marito, il papà che aveva detto addio al suo piccolo adagiandolo in una scatola di cartone. Le lacrime continuavano a scendere inarrestabili dai loro occhi mentre erano sulla via di casa e nel sedile posteriore c’era solo un seggiolino nuovo di zecca e vuoto.

 

Sentire la pace di un figlio, capire che il destino avviene senza poterlo fermare né ostacolare non equivale in nessun modo ad accettare il dolore. Dolori come questo si affrontano e, in qualche modo, si sopravvive ad essi, ma una parte di cuore resta ancorata al lutto.

 

Per quanto possa sembrare tanto irreale quanto solo romantico, una mamma attende solo che il cielo si apra un giorno e lasci comparire nella sua eternità quel figlio perduto per poterlo riabbracciare … lì, dove oggi è un angelo.

 

gravidanza interrotta a 35 settimane

Gravidanza interrotta a 35 settimane, già il parto è un funerale. Riconoscere il lutto delle mamme.

 

Gravidanza interrotta a 35 settimane, il loro bambino era Down, ma non per questo meno amato, atteso e voluto.

 

Tommy e io siamo sposati da cinque anni. Abbiamo sempre desiderato essere genitori. Dopo aver provato per un po ‘di tempo, la nostra prima gravidanza si è conclusa rapidamente nel 2016 con un intervento chirurgico di emergenza a causa di una diagnosi nefasta: gravidanza tubarica.

Sono finalmente rimasta di nuovo incinta nel 2018 di Ren. A 17 settimane, attraverso test genetici, abbiamo scoperto che Ren sarebbe nato con la sindrome di Down. È stato piuttosto scioccante, ma ci siamo rapidamente informati e siamo stati più che disposti a portare questo bimbo speciale nel mondo.

Ho adorato essere incinta, non mi ero mai sentita più vicino a mio marito.

 

Gravidanza interrotta a 35 settimane,

Gravidanza interrotta a 35 settimane, la nascita dolorosa di Ren. Le mamme di figli angeli, li ricorderanno eternamente piccoli.

 

Gravidanza interrotta a 35 settimane: “La borsa dell’ospedale era piena e avevamo persino i pannolini pronti all’uso in casa.”

 

La gravidanza era estremamente attenzionata, la condizione di Ren, la precedente gravidanza extrauterina e l’intervento che ne conseguì erano tutti fattori di “rischio” che inducevano i medici a sollecitare un monitoraggio della gestazione più ravvicinato e accurato. Pertanto la mamma si recava in ospedale due volte alla settimana. Dopotutto, però, non si sarebbe mai aspettata quello che le è accaduto quel maledetto 4 aprile.

 

Arriviamo in ospedale per fare il check-in, quindi andiamo nella mia stanza normalmente, la stessa stanza dove venivo visitata ogni volta. Tutto ha inizio come accadeva di solito, ma questa volta qualcosa è subito diverso. L’infermiera cercava continuamente il battito cardiaco“. L’infermiera cercò il cuore di Ren fin quando non ritenne opportuno chiamare un ecografista. Fu allora che la mamma ebbe paura e avvisò suo marito.

Mentre il papà si precipitava in ospedale lasciando il lavoro in modo repentino, ansioso e affrettato, la mamma aspettava l’ecografo e il suo medico e il tempo le sembrava come interminabile.

 

Stavamo finalmente ottenendo la nostra ecografia e sembrava che il silenzio potesse continuare per sempre. La mia infermiera mi stava già trattando come se sapesse cosa sarebbe successo e quello che stavano per dirmi.

Mentre l’ecografista iniziava a regolare l’angolazione sul monitor, si vedevano i piedini e le gambe di Ren. Partendo da qui, il dottore iniziò a sollevare la sonda lungo le sue piccole gambe fino alla pancia e infine si appoggiò sul suo petto. Teneva l’immagine fissa lì, indicò il monitor e disse:

– Questo è il suo cuore proprio lì, e non c’è battito cardiaco.

Ricorderò per sempre il suo dito appoggiato sopra l’immagine del cuoricino di Ren, ancora fissa su quel monitor. Il mio cuore sembrava letteralmente schiacciato. Non avevo mai provato un tale dolore in tutta la mia vita. Poi ho guardato in basso verso Tommy che era ai piedi del letto. Riuscivo a vedere chiaramente lo shock nei suoi occhi e ho iniziato a lanciare il grido più terribile che si possa udire, probabilmente chiunque fosse nell’ospedale lo ha udito lacerante (eppure quello di aver urlato è un dettaglio che non ricordo, ma Tommy ne ha memoria e me lo ha riportato).

Il nostro dottore arrivò poco dopo con gli occhi pieni di lacrime e ci espose le nostre opzioni.

 

Gravidanza interrotta a 35 settimane

Gravidanza interrotta a 35 settimane, il doloroso momento della più amara scoperta: “Non c’è battito”.

 

Gravidanza interrotta a 35 settimane, il parto di una bambino morto è giù un funerale, quello più doloroso e intimo che una donna possa vivere sulla sua pelle … è un abito nero di cui non potrà mai svestirsi, sebbene il mondo non la vedrà mai a lutto.

 

Durante il parto il corpo partecipa al dolore con la forza e l’istintualità che comandano la vita, durante l’espulsione di un bambino morto il cuore è paralizzato e questo cambia tutto.

Il bambino uscì prima dai piedi, era in posizione fetale e aveva le ginocchia alzate.

– Riuscite a ripulirlo e ad avvolgerlo nella sua coperta prima di darmelo?

Ho chiesto alle infermiere.

Ripensando a quei momenti, immagino che, come chiunque altro non abbia mai visto un bambino morto, avevo paura. Ma dopo averlo messo tra le mie braccia, era l’esatto contrario. Volevo spogliarlo e guardare tutti i dettagli, come i suoi piedi e l’aspetto della sua piccola pancia. La sua pelle era estremamente fragile, pensavamo di potergliela strappare. Eravamo veramente a disagio.

 

Gravidanza interrotta a 35 settimane

Gravidanza interrotta a 35 settimane, quando i genitori scoprono il loro fragilissimo bambino e quell’amore destinato a un’eternità silenziosa.

 

La mamma di Ren fa un’affermazione che deve aprire il cuore a una profonda riflessione: “Il bambino che era completamente a posto nella mia mente solo 24 ore prima, adesso era uscito e morto. Il bambino che ho portato in grembo per oltre 35 settimane non c’era più, mentre a quella data ero solo in attesa di incontrarlo e portarlo nella vita ogni giorno.

 

Una morte in utero, specialmente quanto la donna si sta preparando al parto imminente, rappresenta uno stravolgimento colpetto di questa prospettiva: si passa dall’idea di far nascere un bambino al portarlo alla luce morto; dalla sensazione di cullare il figlio al salutarlo per l’ultimo addio; dall’aspettativa di accoglierlo nella vita a lasciarlo per sempre nella tomba. Questo è uno strazio.

 

Gravidanza interrotta a 35 settimane

Gravidanza interrotta a 35 settimane, tenere il bimbo con sè per salutarlo.

La coppia ha potuto tenere il bambino con sé per 24 ore. Nel lutto perinatale l’addio al bambino è un momento fondamentale spesso trascurato anche dal personale medico-infermieristico (non per mancanza di umanità ma perché i protocolli ospedalieri meritano di essere modificati).

 

Una madre che saluta suo figlio ne avrà un ricordo tangibile, oltre che affettivo, sarà scrigno di una memoria olfattiva, tattile, fatta di baci e carezze. Nulla ha un peso specifico maggiore nell’animo di una madre in lutto.

 

Gravidanza interrotta a 35 settimane

Gravidanza interrotta a 35 settimane, l’importanza di ricordi tattili, baci, carezze e un addio “tangibile”.

 

Siamo stati molto fortunati a passare la notte con Ren.

[…] Le sue piccole labbra si stavano seccando, quindi ho passato molto tempo con un tovagliolo di carta bagnato a tamponare la sua piccola bocca.

 

Prima di adagiarlo nella scatola di cartone con cui sarebbe stato portato sul tavolo autoptico per poi procedere alla sepoltura, la mamma ha scritto una lettera per il suo angelo. Le parole che ha reso pubbliche debbono valere come monito: tutti devono comprendere quanta sofferenza possa stare in un mancato figlio. Queste creature del cielo sono state creature della mamma e del papà, anche se non hanno avuto un posta da vive su questa terra.

 

Gravidanza interrotta a 35 settimane, la lettera della mamma:

 

Ren, sono seduta qui nel mio letto d’ospedale vicino a te e non posso fare a meno di provare tutte le emozioni in una volta. Le tue labbra sono diventate scure e hai perso tutto il colore del viso. Continuano a venire per chiedere le nostre disposizioni funebri e quando dovrebbero prenderti.

 

Intanto non posso fare a meno di essere arrabbiata quando sento il nuovo pianto di un bambino provenire dal corridoio. Dovevi essere tu a piangere. Era quello che avevamo programmato. Avresti dovuto tornare a casa nel tuo nuovissimo seggiolino auto che abbiamo acquistato per te. Avresti dovuto dormire nella culla che abbiamo già pronto per te vicino al nostro letto. Avresti dovuto tenerci svegli tutta la notte per le poppate e renderci esausti. Avresti dovuto indossare i piccoli pannolini che abbiamo già nascosto in casa. Avresti dovuto essere nelle nostre vite.

 

Ho paura di tornare a casa. Ho paura di vedere la tua stanza perfettamente allestita ed essere lì senza di te. Ho paura di vedere tutti i doni di cui sei stato benedetto che sono ancora nelle scatole.

 

Temo per quello che deve diventare la nostra nuova normalità. Ho paura di stare senza di te. Quando sei nato ero ancora sotto shock e avevo paura di guardare, e per quello, mi dispiace. Sei così bello. Sono grata per il modo in cui mi hai cambiato e per il modo in cui vedo la vita e le persone adesso.

Sono grata per le ore in cui abbiamo potuto tenerti con noi e toccare il tuo viso dolce prima che ti separassero da noi. Sono grata che tu fossi parte del nostro piano. So che il tuo spirito è dove dovresti davvero essere. So che sei circondato da amore e famiglia in paradiso.

 

Il tuo spirito è dolce e sentiamo la tua pace. Sarai sempre il nostro bambino. Fino a quando ci incontreremo di nuovo dolcezza.

Amore, tua mamma.

 

LUTTO PERINATALE, LE MAMME CHE HANNO PERSO UN FIGLIO NON ANCORA NATO.

 


Fonte immagini e dichiarazioni della mamma www.lovewhatmatters.com



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