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Autocertificazione per coronavirus: cos’è e a cosa serve

di Maria Corbisiero

18 Marzo 2020

Aggiornamento al 26 marzo 2020: il Ministero dell’interno ha reso disponibile attraverso il proprio sito il nuovo modello di autocertificazione per coronavirus modificato ulteriormente a seguito delle ultime misure adottate per il contenimento della diffusione del virus Covid-19.

Potete scaricarlo cliccando QUI

 


 

Aggiornamento al 23/3/2020: la Polizia di Stato ha diffuso il nuovo modulo di autocertificazione per coronavirus, modificato a seguito dell’ultimo decreto (D.P.C.M. 22 marzo 2020) con il quale il governo ha rimodulato le indicazioni che riguardano il sistema delle misure di contenimento adottate a seguito dell’emergenza epidemiologica da covid-19.

 

Nello stesso infatti, come previsto dall’art. 1, comma 1, lettera b) del Decreto, è stato imposto alle persone fisiche il divieto di “trasferirsi o spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un comune diverso rispetto a quello in cui attualmente si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute”. Ciò ha comportato la soppressione delle parole “E’ consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza” presenti nell’articolo 1, comma 1, lettera a), del decreto dell’8 marzo 2020.

 

I motivi per cui ora sarà possibile spostarsi, uscendo dalla propria abitazione, sono:

 

  • comprovate esigenze lavorative (sia nel proprio comune che in altri);
  • assoluta urgenza (sia nel proprio comune che in altri);
  • situazione di necessità (solo nel proprio comune);
  • motivi di salute (sia nel proprio comune che in altri).

 

 

Potete scaricare QUI il nuovo modulo di autocertificazione per coronavirus.

 


 

Lo scorso 11 Marzo il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato il nuovo Dpcm, denominato #Iorestoacasa, stabilendo l’estensione della così detta “zona rossa” a tutto il territorio nazionale. Ciò significa che, a seguito del sempre più crescente aumento del numero di persone positive al covid-19 nel nostro Paese, si sono rese necessarie misure ancor più restrittive al fine di contenere e ridurre il contagio.

L’intera popolazione quindi è invitata a restare a casa – fatta eccezione per coloro che devono recarsi a lavoro – e a muoversi solo se strettamente necessario. Inoltre tutti gli spostamenti devono essere giustificati con l’ autocertificazione per coronavirus.

 

In questo articolo Vitadamamma vi spiegherà a cosa serve il suddetto documento, come scaricarlo e stamparlo e cosa fare nel caso in cui queste ultime due operazioni non siano possibili.

 

Autocertificazione per coronavirus: cos’è e a cosa serve.

 

Autocertificazione per coronavirus: cos’è e a cosa serve

Autocertificazione per coronavirus – Immagine di repertorio, fonte 123RF.com con licenza d’uso.

 

Iniziamo col chiarire cos’è e a cosa serve l’ autocertificazione per coronavirus. Tale documento non è altro che una giustifica che testimonia il motivo dello spostamento del singolo cittadino che, come già anticipato, è invitato a non lasciare la propria abitazione se non per esigenze improrogabili.

Le motivazioni per le quali è possibile uscire e allontanarsi da casa, sia a piedi che in auto, portando sempre con se il modulo di autocertificazione, sono:

 

  • comprovate esigenze lavorative: è possibile uscire per andare a lavorare, anche spostandosi da un comune all’altro, portando con se l’autodichiarazione già compilata. Se il percorso casa-lavoro e viceversa viene effettuato in modo ripetitivo (esempio si esce e si ritorna a casa sempre allo stesso orario) è possibile compilare un solo modulo per l’andata ed uno per il ritorno. Gli agenti di polizia predisposti al controllo degli spostamenti dei cittadini hanno il compito di verificare, tramite una chiamata al datore di lavoro o altro, che sull’ autocertificazione per coronavirus non sia stato dichiarato il falso;
  • gravi esigenze familiari: è possibile recarsi presso l’abitazione di un parente anziano non autosufficiente. In tal caso però si ricorda sempre che quest’ultima è considerata categoria a rischio, bisogna quindi cercare di proteggerli il più possibile dai contatti esterni;
  • gravi esigenze sanitarie: è possibile uscire per effettuare visite improrogabili ed urgenti;
  • situazioni di necessità: è possibile andare a fare la spesa o in farmacia purché esca una sola persona per famiglia. Rientrano in questa categoria anche i bisogni fisiologici del proprio animale domestico che può essere portato fuori a patto che si resti in prossimità della propria abitazione.

 

 

Devono invece rispettare il “divieto assoluto” di uscire di casa coloro che presentano sintomi quali febbre superiore ai 37,5°, tosse e mal di gola, coloro che sono positivi al covid-19 e coloro che sono stati sottoposti a quarantena per contagio o sospetto tale.

La polizia municipale e le altre forze dell’ordine hanno il compito controllare e di sanzionare gli eventuali trasgressori, controlli che, a seguito delle tante violazioni di coloro che in questi giorni non hanno rispettato le misure di contenimento, sono diventati più serrati.

 

Ma cosa rischia chi viola le limitazioni e i divieti? Le sanzioni variano a seconda dei casi e vanno dall’ammenda fino alla reclusione:

 

  • Chi non osserva le disposte misure di contenimento (esempio chi esce di casa senza una reale necessità) può essere punito per inosservanza di provvedimento dell’autorità (codice penale articolo 650): in tal caso è prevista un’ammenda fino a 206 euro oppure l’arresto fino a 3 mesi;
  • Il cittadino che non osserva le misure di contenimento può inoltre essere accusato di delitti colposi contro la salute pubblica (codice penale articolo 452) in quanto può estendere il contagio e quindi minare la salute degli altri cittadini. In questo caso c’è l’arresto dai 6 mesi ai 3 anni;
  • Per i cittadini contagiati da coronavirus che non rispettano la quarantena obbligatoria si può configurare il reato di omicidio doloso: ciò avviene nel caso in cui la persona positiva al covid-19 contagi persone malate o immunodepresse fino a provocarne la morte. In tal caso la pena equivale alla reclusione fino a 21 anni;
  • I gestori degli esercizi pubblici o di attività commerciali soggetti alla chiusura (bar, parrucchieri, ristoranti, ecc.) che non rispettano la misura restrittiva possono essere sanzionati con la chiusura dell’esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni;
  • Autodichiarazione falsa: coloro che compilano il nuovo modulo di autocertificazione per coronavirus riportando il falso sono sanzionati per il reato di falsa attestazione ad un pubblico ufficiale (codice penale articolo 495) per il quale è previsto l’arresto in flagranza e la procedibilità d’ufficio.

 

 

Autocertificazione per coronavirus: cos’è e a cosa serve

Autocertificazione per coronavirus: cos’è e a cosa serve – Fonte immagini 123rf.com con licenza d’uso

 

Autocertificazione per coronavirus: il nuovo modello di autodichiarazione.

 

Lo scorso 17 Marzo è stato reso noto sul sito del ministero dell’Interno il nuovo modulo di autocertificazione per coronavirus. A differenza del precedente, con questo documento il cittadino dovrà dichiarare di non essere in quarantena.

Tale misura è stata resa necessaria dalla diverse violazioni riscontrate in questi giorni: i giornali di cronaca infatti hanno riportato più casi di persone che, nonostante la positività al covid-19, sono usciti ugualmente mettendo a rischio la salute dei cittadini che hanno incrociato sul loro cammino.

 

Altra modifica effettuata riguarda i controlli: l’agente di polizia deve controfirmare l’ autocertificazione da coronavirus attestando di aver identificato il dichiarante e che la stessa viene resa alla sua presenza. Ciò esonera il cittadino dall’allegare la fotocopia del proprio documento d’identità all’autodichiarazione.

 

Autocertificazione per coronavirus: quando e come usarla.

 

Autocertificazione per coronavirus: cos’è e a cosa serve

Autocertificazione per coronavirus: cos’è e a cosa serve

 

Il modulo per gli spostamenti è disponibile online sul sito del ministero dell’interno (potete scaricare il pdf anche QUI) e deve essere stampato e compilato prima di uscire di casa. Il cittadino deve portare con sé l’ autocertificazione per coronavirus ogni volta che si allontana da casa a piedi (sì, anche quando porta fuori il cane), in auto, con i mezzi pubblici o con qualunque altro mezzo .

Se il cittadino dimentica l’autodichiarazione a casa potrà ugualmente fare una dichiarazione verbale agli agenti di polizia che effettuano i controlli. Questi ultimi prenderanno nota delle sue dichiarazioni e provvederanno alle dovute verifiche.

 

E se non si ha la stampante in casa?

 

Non tutti hanno in casa una stampante, di conseguenza non tutti possono stampare l’ autocertificazione per coronavirus da poter esibire durante i propri spostamenti (ricordiamo ancora una volta che bisogna uscire solo in caso di stretta necessità).

Per tale motivo è possibile rimediare a tale mancanza copiando a mano l’intero testo per poi compilarlo e firmarlo. In alternativa si potrà sempre rilasciare una dichiarazione verbale alle forze dell’ordine che effettuano i controlli, come spiegato in precedenza.

 

Non è possibile esibire l’autodichiarazione attraverso il proprio smartphone perché lo stesso deve essere controfirmato dagli agenti di polizia.

 

Fonte MinisteroCorrierePolizia di StatoGazzetta Ufficiale



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