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Combattere il Coronavirus con la mossa del cavallo

di Federica Federico

08 Aprile 2020

Combattere il Coronavirus con la mossa del cavallo, la tecnica è quella proposta dal Professor Le Foche, immunoallergologo del Policlinico Umberto I di Roma.

 

Il cavallo degli scacchi si muove su tre quadranti della scacchiera e nella tecnica anti-coronavirus che il Professor Le Foche propone, chiamandola mossa del cavallo o tecnica dello sparigliamento, sono tre gli elementi chiave: i tamponi, i test sierologici e i test della neutralizzazione.

 

Come combattere il Coronavirus con la mossa del Cavallo

Come combattere il Coronavirus con la mossa del Cavallo.
Fonte immagine 123RF.com con licenza d’uso.

La mossa del cavallo dovrebbe essere un’azione globale, ovvero per combattere il Coronavirus con la mossa del cavallo il mondo intero dovrebbe metterla in atto.

 

Tuttavia, secondo il Professor Le Foche, noi veniamo da una sconfitta netta al primo tempo: il virus ci ha sopravanzati e le morti sono state tante, così come il numero degli ammalati e l’inevitabile collasso del sistema sanitario. E’ lo stesso Professore a sottolineare che ora stiamo vivendo il secondo tempo della partita contro il Covid-19 e dobbiamo vincere a tutti i costi, per farlo è necessario cambiare l’approccio a questa pandemia.

 

Come combattere il Coronavirus con la mossa del cavallo cambiando l’approccio alla pandemia:

sin ora abbiamo portato la pandemia negli ospedali, nessun ospedale, per quanto di eccellenza, avrebbe potuto resistere al peso di un afflusso così grande e continuo di pazienti, peraltro pazienti in condizioni di già avanzata criticità.

 

Le competenze che oggi abbiamo del Covid-19 devono consentirci adesso di affrontarlo in un modo alternativo:

dobbiamo cercare in ogni modo di rintracciare i pazienti in fase paucisintomatica (ovvero quando i sintomi sono appena all’inizio o comunque blandi e non gravi) in modo da trattarlo domiciliarmente fuori dagli ospedali evitando la catena dei ri-contagi .

 

Per fare questo sarebbe necessario un protocollo nazionale capace di un pronto intervento che non attenda l’aggravarsi delle condizioni del paziente prima dell’evidenza di un danno grave.

 

Come combattere il Coronavirus con la mossa del Cavallo

Come combattere il Coronavirus con la mossa del Cavallo. Stiamo giocando il secondo tempo di una partita importante, siamo stati in svantaggio, ora ci tocca recuperare.
Fonte immagine 123RF.com con licenza d’uso.

Per combattere il Coronavirus con la mossa del cavallo bisogna riuscire ad intervenire nei primi 10\14 giorni della malattia senza attendere l’aggravamento, soprattutto rispetto ai pazienti a rischio, come quelli con patologie cardio-respiratorie pregresse.

Rispetto ai pazienti con patologie cardio-respiratorie, in genere e per fare un esempio di pazienti fragili, il Covid-19 porta a conseguenze infauste.

 

E’ fondamentale oggi la medicina del territorio.

 

In Svezia, in Danimarca e in Fillandia, per esempio, dove gli spazi sono più ampi, ogni medico di medicina di base ha un piccolo ambulatorio attrezzato e la medicina del territorio tende a decongestionare la centralizzazione ospedaliera. Questa strategie potrebbe aiutare fortemente la decongestionare degli Ospedali in casi pandemici.

 

Come combattere il Coronavirus con la mossa del Cavallo

Come combattere il Coronavirus con la mossa del Cavallo. Non abbassare la guardia.

Come combattere il Coronavirus con la mossa del cavallo, gli elementi chiave.

 

Dalla Cina arrivavano immagini di tamponi fatti agli angoli delle strade, quest’azione, che può impressionare e colpire al cuore, ha un valore medico e si chiama monitoraggio del territorio. La prima cosa da capire è duplice: bisogna comprendere chi è infetto e chi è immune.

 

Rispetto all’immunità, bisogna comprendere quanta immunità solidale (cioè immunità della società in cui il più forte protegge il più esposto) ha raggiunto la nazione e, di conseguenza, il mondo. Questa cognizione si raggiunge con i test sierologici.

 

Per parlare di immunità solidale, secondo il Professor Le Foche, almeno il 60% o 65% della popolazione dovrebbe aver sviluppato anticorpi protettivi. E ovvio che per definirli protettivi noi dobbiamo dimostrare il potenziale protettivo di questi anticorpi, cioè dobbiamo dimostrare che una volta ammalati di Covid-19 noi umani sviluppiamo una copertura anticorpale efficace.

 

Non sappiamo ancora quanto gli anticorpi sviluppati per contatto al Covid-19 siano di protezione, sappiamo che questa malattia dà presumibilmente una buona copertura anticorpale, ma non sappiamo per quanto tempo né conosciamo la quantizzazione degli anticorpi. Tutto questo significa che l’aspetto immunità deve essere studiato.

 

Tamponi; test sierologici; test della neutralizzazione – sono questi i tre strumenti per combattere il coronavirus con la mossa del cavallo.

 

I tamponi ci dicono chi è positivo al Covid-19; i test sierologici ci dicono chi ha sviluppato gli anticorpi e, in ultimo ma non meno importante, l’intervento dei test della neutralizzazione ci indica la quantità di anticorpi sviluppati.



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