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Aria condizionata e coronavirus: rischi e consigli

di Maria Corbisiero

23 Giugno 2020

Questa estate dovremmo fare a meno dei condizionatori?

Come combatteranno la calura estiva coloro che resteranno in città, impossibilitati dal concedersi una vacanza?

Queste e altre domande hanno riacceso il dibattito su aria condizionata e coronavirus, un binomio ritenuto possibile veicolo di contagio se non utilizzate le dovute accortezze.

 

Aria condizionata e coronavirus: come usarla nel modo corretto

Aria condizionata e coronavirus: come usarla nel modo corretto – Fonte immagini 123rf.com con licenza d’uso

 

Aria condizionata e coronavirus: i condizionatori sono un veicolo di contagio?

 

A riportare in auge l’interrogativo sull’uso dei condizionatori e sulla possibilità che questi possano favorire la diffusione del nuovo coronavirus è stato uno studio che ha come oggetto un mini focolaio di Covid-19 registrato ad inizio pandemia in un ristorante in Cina, più esattamente a Guangzhou, conosciuta anche come Canton.

I ricercatori hanno preso in esame 10 persone appartenenti a 3 famiglie diverse (denominate in seguito famiglia A, B e C) che hanno pranzato nella stessa sala di un ristorante climatizzato e privo di finestre.

 

Nel documento pubblicato sul sito del Centers for Disease Control and Prevention (CDC) si legge che il 23 gennaio scorso la famiglia “A” ha viaggiato da Wuhan (chiusa poco dopo per l’epidemia di Covid-19) a Guangzhou.

 

Il 24 gennaio il paziente A1, ignaro di essere infetto perché fino a quel momento asintomatico, ha pranzato con gli altri membri della sua famiglia nella sala di un ristorante dov’erano presenti altre due famiglie, B e C. Più tardi, in quello stesso giorno, il paziente A1 avrà tosse e febbre e verrà ricoverato in ospedale con diagnosi di Covid-19.

Nei giorni successivi, fino al 5 febbraio, altre 9 persone presenti in quella sala – 4 membri della famiglia A, 3 della famiglia B e 2 della famiglia C – risulteranno contagiati.

 

Aria condizionata e coronavirus: come usarla nel modo corretto

Aria condizionata e coronavirus: disposizione dei tavoli nel ristorante cinese dove è stato rilevato il mini focolaio – Fonte foto CDC

 

Secondo i ricercatori il contagio sarebbe avvenuto proprio all’interno del ristorante, una sala da pranzo di 145 metri quadri priva di finestre e con l’aria condizionata accesa.

Benché tra i tavoli vi fosse una distanza di circa 1 metro, considerata sufficiente al fine di evitare il contagio, è possibile che il forte flusso d’aria del condizionatore abbia diffuso nella stanza il droplet (goccioline di saliva contenenti particelle virali) trasportandolo ad una distanza maggiore.

 

Pur ammettendo i limiti della propria ricerca – non è stato effettuato uno studio sperimentale, non sono stati eseguiti studi sierologici, ecc. – gli studiosi hanno così concluso:

 

“La trasmissione delle goccioline è stata provocata dalla ventilazione dell’aria condizionata. Il fattore chiave per l’infezione era la direzione del flusso d’aria […] Per prevenire la diffusione di Covid-19 nei ristoranti, si consiglia di rafforzare la sorveglianza per il monitoraggio della temperatura, aumentare la distanza tra i tavoli e migliorare la ventilazione”.

 

Aria condizionata e coronavirus: come usarla nel modo corretto

Aria condizionata e coronavirus: come usarla nel modo corretto – Fonte immagini 123rf.com con licenza d’uso

 

Aria condizionata e coronavirus: come usarla nel modo corretto.

 

Leggendo le conclusioni della succitata ricerca appare chiaro che il potenziale pericolo di contagio è rappresentato non dall’uso dei condizionatori ma dalla direzione del flusso d’aria che può spingere le particelle virali presenti nel droplet ben oltre il metro e mezzo di distanza interpersonale consigliata.

Si evince dunque che, quando si parla di aria condiziona e coronavirus, non si debba escludere completamente l’uso dei condizionatori a patto che vengano utilizzate tutte le accortezze e le norme indicate anche nel Rapporto n. 5/2020 Rev. dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS).

 

Innanzitutto è necessario favorire ogni giorno, anche più volte al giorno, il ricambio d’aria in modo naturale aprendo finestre e balconi e prediligendo quelle che non si affacciano sulle strade trafficate.

Arieggiare casa: come ridurre il rischio di contagio coronavirus

Altra importante regola è la manutenzione degli impianti di ventilazione o dei condizionatori, siano essi casalinghi che collocati in luoghi pubblici come ristoranti, supermercati o altri luoghi di lavoro.

È indispensabile che i filtri siano regolarmente puliti in modo accurato e che vengano sanificati, operazione che deve essere effettuata da una ditta specializzata. È inoltre opportuno valutarne la sostituzione laddove si rende necessario.

 

Bisogna anche pulire con regolarità le prese e le griglie di ventilazione, operazione che può essere effettuata utilizzando panni in microfibra inumiditi con una soluzione composta da ¾ di acqua e ¼ di alcool etilico al 70%.

Così facendo si elimina la polvere e lo sporco accumulato e si evita lo sviluppo di muffe e batteri che verrebbero irrimediabilmente immessi nell’ambiente una volta attivato il sistema di ventilazione o gli stessi condizionatori.

 

Il discorso su aria condizionata e coronavirus deve essere applicato soprattutto negli ambienti lavorativi indoor, ossia al chiuso, specie se molto frequentati.

Oltre a seguire le regole di pulizia dei condizionatori e di ventilazione naturale (aprire finestre e balconi più volte al giorno), gli edifici che adottano gli impianti di Ventilazione Meccanica Controllata (VMC), quelli dotati di doppia pompa (una per l’afflusso d’aria e l’altra per il deflusso), devono mantenere sempre attivo tale impianto ed eliminare la funzione di ricircolo dell’aria in modo da evitare l’immissione di batteri o agenti patogeni nell’ambiente chiuso.

 

Nei luoghi in cui si utilizzano i condizionatori invece, è bene ricordare di rivolgere le alette verso l’alto o comunque di non rivolgere il getto d’aria addosso alle persone. L’uso dell’aria condizionata deve comunque essere alternata, ove possibile, all’apertura di finestre e balconi per un ricambio di aria.

Ventilatori e coronavirus: più pericolosi dell’aria condizionata

 



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