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Coronavirus e contagio a scuola: 654 scuole e 754 persone coinvolte

di Federica Federico

29 Settembre 2020

Coronavirus e contagio a scuola – ci hanno insegnato che le aule (in modo particolare quelle cosiddette pollaio) sono incubatoti dei virus, quello che oggi preoccupa la sanità mondiale è il Sars-CoV-2 e non è certo come parlare di un focolaio influenzale.

 

L’esperienza delle zone rosse (nel mondo, non solo in Italia) non lascia spazio a dubbi in merito all’importanza vitale di individuare e isolare i focolai: un focolaio circoscritto sul nascere è gestibile in termini di garanzia della dovuta assistenza medica nonché in termini di tracciamento dei contagi per contatto diretto.

 

Coronavirus e contagio a scuola

Coronavirus e contagio a scuola. Le scuole e le classi pollaio sono incubatori del virus.
Fonte immagine 123RF.com con licenza d’uso.

Chiariti questi due presupposti: scuole incubatrici e necessità di individuare i focolai sul nascere, proviamo a determinare cosa renda così preoccupante il rapporto tra Coronavirus e contagio a scuola.

 

Partiamo dal concetto di contagiosità:

 

perché avvenga un contagio è necessario non solo che la persona (ovvero il “paziente 0”, per usare una generalizzazione imprecisa ma comprensibile) sia entrata in contatto col virus, occorre che porti il virus nel proprio organismo e che sia nella fase così detta contagiosa (ovvero nella fase in cui il virus è trasmissibile).

La fase della contagiosità è, ad onor del vero, ancora discussa: si discute sul potenziale di contagiosità degli asintomatici e dei paucisintomatici, e quello che si sa per certo è che la possibilità o meno di trasmettere il virus è una questione legata alla carica virale, la quale, a sua volta, può variare tra soggetto e soggetto e più è alta più aumentano le possibilità di trasmettere il Covid.

 

E’ stato constatato che non è così facile riconoscere un soggetto contagioso: Science, prestigiosa riviste in campo scientifico, pubblica le risultanze di uno studio secondo cui un’alta percentuale di infetti non mostra i sintomi della malattia mentre ne è portatrice e mentre il sistema immunitario già combatte la sua battaglia dall’interno. La percentuale degli asintomatici si collocherebbe tra il 15% e il 50% dei bambini e tra il 10% e il 30% degli adulti.

 

Per molti altri il picco di infettività si assesta nell’arco temporale che va da uno a tre giorni prima della comparsa dei sintomi (la scienza li chiama “presintomatici”).

 

In un ambiente piccolo, promiscuo e chiuso come una scuola è molto facile che possa prendere il via una linea di contagi a catena.

 

Coronavirus e contagio a scuola

Coronavirus e contagio a scuola.
Fonte immagine 123RF.com con licenza d’uso.

 

Coronavirus e contagio a scuola, come impedire la diffusione del Sars-CoV-2 nelle aule?

 

Sarebbe opportuno creare bolle sociali piccole, pochi alluni per ogni classe, ma questo in Italia è reso difficilissimo da anni di sovraffollamento delle aule (le cosiddette classi pollaio);

le classi andrebbero isolate le une dalle altre, ma anche questo è molto difficile se si considera che quasi sempre uno stesso insegnante lavora su più classi e sezioni correndo il rischio di essere lui per primo vettore dell’infezione;

banchi monoposto e distanziamento sociale di almeno un metro tra le rime buccali, limitazione degli spostamenti in aula, mascherine e igiene delle mani, tracciamento dei contatti, quindi anche degli spostamenti all’interno dell’istituto scolastico, va registrato l’ingresso ai servizi igienici, per esempio, ma anche l’accesso in segreteria e disincentivato l’uso dei distributori automatici.

 

Dati del Ministero dell’Istruzione alla mano, nell’anno scolastico 2020\2021 sui banchi di scuola italiani saranno seduti oltre 8,3 milioni gli studenti (compresi quelli degli istituti paritari).

 

Lorenzo Ruffino, studente di economia a Torino, sta collaborando con PagellaPolitica per la ricostruzione del numero di contagi in ambito scolastico e conseguente estensione del contagio per contatti diretti ed esterni. I dati che la sua ricerca consegna sono importanti:

dalla riapertura delle scuole ad oggi sono stati 654 gli istituti interessati da almeno un contagio di Sars-CoV-2, con estensione a un totale di 754 persone con riscontrata la positività al virus.

 

Coronavirus e contagio a scuola

Coronavirus e contagio a scuola, i numeri dalla riapertura ad oggi.
Fonte immagine 123RF.com con licenza d’uso.

 

A far registrare il più alto numero di scuole con contagi è la Lombardia, 101 istituti, 76 in Emilia Romagna, 72 in Toscana, 62 in Lazio e 32 in Veneto. Le città più coinvolte per numero di scuole interessate dai contagi sono Roma con 22 istituti, Bologna con 13, Bolzano con 11, Pisa con 11 e Milano con 10.

 

Questa mappatura promette tristemente di evolvere in peggio, sia perché le scuole in Italia non hanno riaperto tutte in contemporanea, dal 14 settembre ad oggi le riaperture sono ancora in corso, sia perché l’abbassamento delle temperature favorirà la diffusione del virus, del resto il virus appartiene alla famiglia dei Corona.

 

Coronavirus e contagio a scuola: studenti, insegnanti e personale scolastico, in che misura sono coinvolti?

 

Gli studenti risultano coinvolti al 74%, gli insegnanti al 13%, il resto riguarda il personale scolastico.

Va precisato che le fonti dello studio del Ruffino sono fonti stampa, pertanto non sempre riportano i dettagli effettivi dei contagiati. Il suggerimento di vitadamamma è di seguire evoluzioni su Twitter e possibilmente di contribuire al monitoraggio del territorio.

 

Coronavirus e contagio a scuola: in base all’età dell’utenza i dati cambiano volto.

 

Il maggior numero di contagi avviene tra i banchi delle superiori, è plausibile che conti la vita e le abitudini degli studenti, a quell’età più autonomi e più che mai sociali.

 

Le scuole superiori contano circa il 32% del totale dei contagi, seguono le scuole primarie, con il 25% e quelle dell’infanzia con in 21% per cento. In queste realtà è assai difficile mantenere il distanziamento sociale tra i bambini, più facile da sostenere alle medie dove i ragazzi hanno già un bagaglio esperienziale valido per gestire autonomamente se stessi e controllare, nei limiti del possibile, le proprie emozioni. Le scuole medie contano il 15% dei contagi.



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