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Sentirsi inadeguata come mamma: come migliorare la paura di non farcela

di Federica Federico

07 Dicembre 2020

E’ capitato ad ogni donna sulla faccia della terra di sentirsi inadeguata come mamma. A dirla tutta, la società moderna, con il suo carico di stereotipi da facciata, è piuttosto crudele con le madri perché non le aiuta per niente a sentirsi libere, anche nelle loro fragilità.

 

Inadeguata, vocabolario alla mano, vuol dire: manifestamente insufficiente rispetto a una necessità o a uno scopo.

 

Eppure sembra difficile credere che una mamma non riesca a tenere testa a tutto, magari in modo imperfetto, magari restando in pigiama e senza farsi una doccia anche per due giorni, spettinata, stanca e con l’intenzione sempre accantonata di mettere in ordine il bucato (… quel bucato che poi finisce per essere preso dalla cesta ogni mattina fino a consumarsi così, senza passare per il ferro da stiro e il riposo nei cassetti).

Insomma una mamma non è disordinata, piuttosto è strategicamente concentrata sui bisogni primari dei suoi bambini … e di tanto in tanto che l’ordine e la pulizia si facciano pure da parte! Una mamma non è imperfetta, è perfettamente capace di guardare alle priorità e soprattutto non è inadeguata, al contrario è capacissima di fare del suo meglio, sempre! Fatelo sapere a tutti!

Sentirsi inadeguata come mamma

Sentirsi inadeguata come mamma – come migliorare la paura di non farcela e sentirsi inadegutata.
Diritto d’autore : Pavlo Syvak ©123RF.com con licenza d’uso.

Perché così tante donne finiscono per sentirsi sempre inadeguate come madri?

 

La società in cui viviamo è capace di irrigidirsi e farsi subito inaccogliente dinnanzi a ogni accento di debolezza e a ogni indizio di fragilità: così alle mamme moderne viene negato il diritto alla sofferenza.

 

  • Il corpo cambia;
  • la tempesta ormonale sconquassa l’animo;
  • l’intimità mutata;
  • il seno si fa nutrimento;
  • la stanchezza non è semplicemente sonno, quanto piuttosto peso per le responsabilità;
  • si fa forte il senso di annullamento personale dinnanzi ai bisogni del bambino;
  • gli schiaccianti consigli mai richiesti echeggiano nella testa (mangia troppo; lo tieni sempre al seno e non va bene; lo stimoli troppo ne farai un bambino iperattivo, eccetera eccetera),

sono questi solo alcuni esempi di fisiologiche cause della sofferenza delle mamme.

Mentre un tempo la mamma era protetta da una struttura familiare a maglie larghe in cui le donne si aiutavano tra loro materialmente, oggi le neo mamme sono spesso sole e da loro si pretende una perfezione disumana.

 

Il giudizio pesa sull’immagine che la donna ha di sé, e il sentirsi inadeguata come mamma diventa una reazione psicologica banale. Basta un attimo per restarne vittima!

 

A chi non è capitato di vedere quella mamma al ristorante urlare contro iI figlio: “Non ne posso più smettila!”, o quell’altra al centro commerciale dire al marito: “Tienilo un po’ tu non ne posso più.”

 

Tutte queste mamme visibilmente stanche, che ad un certo punto si lasciano andare alla frustrazione, persino in pubblico, che mollano il figlio al marito o ai nonni per prendersi uno spazio di due minuti, il tempo di una boccata d’aria, di un’insana sigaretta rubata, di un caffè o di un messaggio all’amica di sempre, non sono mamme inadeguate, ma solo umane.

 

Le madri donne a cui va riconosciuto il diritto alla rabbia, alla stanchezza, all’angoscia e anche alla momentanea resa.

 

Queste stesse mamme ritroveranno l’abbraccio dei figli appena un minuto dopo aver perduto ogni forza emotiva e in esso recupereranno energia e motivazione … perché essere madri è esattamente come stare sulle montagne russe, le mamme lo sanno e non devono dimenticarlo. Questa sensazione di naturale instabilità emotiva non va dimenticata, specialmente quando si corre il rischio di giudicare altre donne o peggio di schiacciarle col peso del proprio giudizio.

 

Frasi che pesano sul sentirsi inadeguata come mamma.

 

Non capisci che così lo vizi! Se qualcuno vi parla così l’unica difesa è lasciarvi scivolare addosso ogni parola e eventuale reazione collegata.

Per rendere la protezione più efficace abbiate cura di guardare vostro figlio negli occhi: l’amore che riceverete dal suo sguardo è il solo giudizio a cui dovrete soccombere.

 

Imparerai a fare la mamma! Chi parla in questo modo è comunemente una persona fragile che ama consolarsi nell’osservazon critica, se non cattiva, degli altri; di per sé sente di dover lavorare su se stesso ed è ossessionato dal manifestare all’esterno le proprie competenze.

 

Tuttavia una mamma è una mamma, non deve imparare da nessuno ciò che è per istinto e per natura. Perciò non date peso a parole siffatte.

 

Ma non riesci proprio a gestirlo tuo figlio! Questa è una delle peggiori calunnie mosse contro le mamme:

i figli non si addomesticano, il loro sviluppo non è un percorso di sperimentazione che passa per momenti e fasi di incontenibile eccitazione. Ciò senza contare che alcuni bambini, pur non essendo iperattivi, hanno una carica energetica di gran lunga superiore alle possibilità fisiche di qualsiasi adulto.

 

Per migliorare la paura di non farcela e per non sentirsi inadeguata come mamma e come donna è necessario ammettere le proprie debolezze.

 

Riconoscere l’esistenza di altrettante fragilità in ogni altra donna del mondo, senza cadere nella trappola del giudizio, è un passo avanti che aiuta.

Sappiate, che lo sappiano tutti, anche i papà e le suocere, che le mamme hanno bisogno di esplodere ogni tanto, hanno il diritto ad alzare la voce e a piangere.

 

Una mamma ha un innato bisogno di ricordare a se stessa che dietro il volto pubblico della maternità c’è dell’altro: sentirsi arrabbiate, avere voglia e bisogno di stare un po’ da sole, è qualcosa del tutto normale. Come lo è pure il sentirsi in colpa di lì a poco, ovvero un attimo dopo aver urlato, pianto o sgridato.

La mamma chiude il ciclo della sofferenza recuperando la pace nell’abbraccio del compagno e dei figli.

 

  • Se vedete una mamma che perde la pazienza non giudicatela; se accade a voi di perdere la pazienza non siate troppo severe con voi stesse.
  • Se sul vostro cammino incontrate una donna che, per qualunque ragione, mostra la sua vulnerabilità e stanchezza, sorridetele e ditele: “capita anche a me, posso aiutarti?”
  • Non abbiate paura né di aiutare né di chiedere aiuto.
  • Non permettete a nessuno di dirvi che siete esaurite, pazze o fuori controllo.

Ricordate a chi pronuncia queste parole che le parole, appunto, hanno un peso specifico e vanno ponderate, che possono creare distanze a aggravare il dolore: “Se mi vuoi bene non dirlo mai più, io non lo penso di me stessa e non consento a nessuno di giudicarmi come madre. Quando sarà genitore a sua volta, solo mio figlio potrà giudicarmi”, rispondete così a chi prova a ferirvi.

 

Ricordate sempre che la persona più importante per il bambino e la mamma e ogni mamma ha il dovere di essere importante per se stessa per garantire al figlio la stabilità e il calore di quell’abbraccio di cui tanto ha bisogno.



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