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Francesca Fioretti affronta la morte di Davide Astori

di Maria Corbisiero

08 Gennaio 2021

Ogni persona ha il pieno diritto di vivere il lutto seguendo le proprie emozioni ed i propri tempi senza diventare oggetto di giudizi altrui o commenti poco gradevoli pronunciati da coloro che vivono la sofferenza in modo considerato “non canonico”.

Francesca Fioretti affronta la morte di Davide Astori, ex capitano della Fiorentina deceduto a soli 31 anni il 4 marzo del 2018, riscoprendo ogni giorno un’energia ed un coraggio che, per sua stessa ammissione, pensava non le appartenessero, traendo forza ed ispirazione dal suo più grande amore, la figlia Vittoria.

 

come Francesca Fioretti affronta la morte di Davide Astori

Come Francesca Fioretti affronta la morte di Davide Astori, un incoraggiamento per tutte le mamme.
Foto diritto d’autore: Nadezhda Prokudina© 123RF.com – ID Immagine: 44510598 con licenza d’uso.

 

Come Francesca Fioretti affronta la morte di Davide Astori.

 

Modella e attrice dal carattere riservato e poco “social”, un personaggio pubblico quasi anacronistico che da sempre ha gelosamente custodito il suo privato, aprendo di rado qualche piccolo spiraglio sulla sua vita e sulle sue emozioni, oggi Francesca Fioretti affronta la morte di Davide Astori vivendo la sua seconda vita con le stesse convinzioni di un tempo ma con una maggiore consapevolezza di sé, come donna e mamma.

“Prima che Davide se ne andasse ero soltanto Frà, una ragazza della mia età. Più spensierata che matura. Poi il destino mi ha rubato all’improvviso tutto quel che avevo e sono diventata Francesca. Una donna che affronta sfide che non pensava di riuscire a superare”.

È quanto dichiarava l’attrice nel marzo del 2019 al magazine Vanity Fair, una delle pochissime interviste rilasciate dopo il lutto, la seconda concessa un anno dopo quel terribile furto che le ha lasciato delle indelebili cicatrici sul cuore e nell’anima.

 

La sera del 3 Marzo 2018 aveva salutato Davide al telefono, lui era in albergo ad Udine con la sua squadra, la Fiorentina, perché il giorno dopo avrebbe giocato la partita di campionato contro l’Udinese, incontro che il difensore non ha mai disputato.

La domenica mattina infatti il calciatore fu ritrovato senza vita nella sua stanza, deceduto nel sonno a seguito di problema cardiaco. Era il 4 marzo 2018, Davide Astori aveva soltanto 31 anni.

 

La notizia colpì tutti come un fulmine a ciel sereno ma ancor più la sua compagna che si è vista negare il suo lieto fine, catapultata all’improvviso in una dolorosa realtà che ha imparato ad affrontare da sola per il bene della sua bambina, alla quale non ha mai negato né i sorrisi né le lacrime.

 

 

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Sin da subito Francesca Fioretti affronta la morte di Davide Astori con la quotidianità e la routine di una mamma qualunque fatta di piccoli semplici gesti.

 

Il 5 Marzo io ho accompagnato mia figlia a scuola e sono andata dalla psicologa dell’infanzia – ha dichiarato l’attrice – Io so che non devo vivere il mio dolore attraverso di lei, non devo apparire triste né disperata. La sua serenità dipende dalla mia. Davide, per quanto mi possa far soffrire, non deve diventare un tabù, qualcosa da nascondere, un vuoto da non pronunciare. Lei ha capito che lui non tornerà, ma lo abbiamo collocato in un luogo immaginario in cui è felice. Ora devo cercare di fabbricare le ali con le quali Vittoria possa volare nella vita”.

 

Vittoria aveva solo due anni quando il suo papà ha chiuso gli occhi per sempre, troppo piccola e fragile per un dolore così grande. I pochi ricordi che ha di lui vengono coltivati ogni giorno e mantenuti vivi dai racconti della mamma che non ha mai smesso di parlare del loro principe e farle rivivere costantemente i momenti felici vissuti da loro tre.

“Le mie lacrime ci saranno, e le condividerò con lei, ma dovrò fare in modo che lei comprenda che sono lacrime non di disperazione. Sono lacrime di emozione, quell’emozione che solo i ricordi più belli possono creare”.

Come allora, anche oggi Francesca Fioretti affronta la morte di Davide Astori continuando a parlare di lui al presente perché relegarlo ai ricordi del passato significherebbe sminuire l’odierna sofferenza e le pause che spesso deve concedersi per metabolizzare quelle ferite che ancora sanguinano e recuperare le forze per andare avanti.

Ricominciare, potersi nuovamente emozionare e meravigliarsi della vita finanche sorridere di essa, non devono essere privilegi destinati unicamente a coloro che non hanno subito un lutto; ritornare ad amare la vita e provare ad essere felici è un diritto anche di coloro che hanno la morte nel cuore.

“Ognuno attraversa il dolore a modo proprio, ma non c’è un modo giusto per farlo. All’inizio, avevo paura di tutto […] temevo di non essere più in grado di gestire mia figlia, ero terrorizzata dall’idea di volerle meno bene”.

Grazia all’aiuto della psicologa, oggi Francesca Fioretti affronta la morte del suo compagno con la consapevolezza di dover ricominciare un nuovo capitolo della sua vita e di dover costruire per lei e per sua figlia una nuova esistenza, passo dopo passo, lacrima dopo lacrima, sorriso dopo sorriso, portando con sé il ricordo di quell’uomo che continua a vivere nei loro cuori.

 

 

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