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I bambini della shoah: la sorte dei bambini durante l’olocausto

di Federica Federico

27 Gennaio 2021

Ripercorrendo a ritroso la storia della parola bambino si arriva all’antico greco βαμβαινω che si traduce nel verbo balbettare, ed ecco che bambino è chi muove i primi e incerti passi, non solo nella parola ma in qualunque nuova esperienza. Questa breve ricostruzione spiega la fragilità e l’incertezza dell’essere bambino, la condizione di precarietà che ne caratterizza l’esistenza e il bisogno di trovare conforto nella salda guida dell’adulto.

 

Il bambino ha bisogno dell’adulto per rinforzarsi e divenire uomo. Anche i bambini della shoah avrebbero avuto bisogno degli adulti, invece ne sono stati le vittime.

 

I bambini dell’olocausto hanno rappresento il segmento più indifeso di quell’amara storia e hanno pagato a caro prezzo la scelleratezza degli adulti.

Durante questa tragica e efferata pagina della storia dell’umanità, si stima che furono uccisi 6 milioni di persone di loro ben 1 milione e mezzo erano solo dei bambini.

 

i bambini della shoah

I bambini durante l’olocausto.
Diritto d’autore : bloodua ©123RF.com ID Immagine: 142970863 con licenza d’uso.

 

Come e perché morivano i bambini della shoah

 

Durante l’olocausto, i bambini Ebrei, Rom, Polacchi e Sovietici, come anche i disabili, erano considerati gli indesiderabili e persino i nemici più pericolosi della razza pura.

Erano gli improduttivi e finanche i parassiti della società, non solo il loro sangue era impuro, ma crescendo avrebbero rafforzato le schiere degli oppositori. Pertanto ucciderli equivaleva a non nutrirli, ovvero a risparmiare cibo, e sfamarli era visto dai tedeschi come un atto inutile poiché non erano né produttivi né facilmente sfruttabili.

 

Nessun bambino ebreo, rom, polacco o russo veniva considerato per ciò che è, ovvero il futuro del mondo, incorrotto e puro. Mai oltraggio più grande fu perpetrato ai danni dei bambini e mai l’uomo fu più feroce di così contro i suoi simili.

 

Le possibilità di sopravvivenza per i bambini della shoah erano rare: i bambini durante l’olocausto trovavano la morte nei ghetti per denutrizione e scarse condizioni igieniche, senza nessuna assistenza medica; venivano uccisi nelle camere a gas dei campi di sterminio; morivano per la fatica e gli stenti sotto la pressione del lavoro forzato; erano le vittime emblematiche delle rappresaglie contro i partigiani e la resistenza. Mentre i disabili e i malati psichiatrici venivano uccisi persino negli istituti dove avrebbero dovuto essere assistiti.

 

 

Quando i vagoni della morte arrivavano nei campi di concentramento, gli esseri umani deportati perdevano i loro volti, gli occhi e le anime e diventavano per le autorità tedesche mezzi da lavoro, così i primi ad essere uccisi erano gli anziani, i malati, i disabili e i bambini perché i loro corpi non erano abbastanza forti da produrre tanto o da sopportare il duro lavoro. L’uomo valeva per l’utilità che poteva apportare materialmente e finalisticamente.

 

Le file dei bimbi per le camere a gas erano il risultato macabro di questa logica scellerata e disumana.

 

 

I bambini della shoah, violenza e privazione.

I bambini della shoah, violenza e privazione.
Diritto d’autore : Roman Nerud ©123RF.com ID Immagine: 160646923 con licenza d’uso.

 

I bambini della shoah: quando i medici tedeschi decisero di fare dei bambini ebrei piccole cavie umane.

 

La ferocia della discriminazione razziale fu capace di inventare un ruolo anche per i bambini nei progetti deviati delle SS, ciò accadde quando i medici e i ricercatori tedeschi principiarono gli esperimenti sui bambini ebrei usando i piccoli deportati come cavie umane, i più “ricercati” erano i gemelli. Moltissime piccole cavie umane trovavano la morte durante e a causa di queste sperimentazioni disumane.

 

Malgrado l’empatia dovrebbe essere un sentimento istintuale, ovunque si nascondevano i delatori, chi affascinato dalla filosofia della razza pura e drogato dall’idea di appartenervi, chi certo di un guadagno e corrotto dal denaro, chi vestito di una divisa e vittima di deliranti sentimenti di onnipotenza.

 

Gli adolescenti tra i 13 e i 18\19 anni avevano possibilità di sopravvivenza più alte dei bambini quando il loro fisico, però, reggeva allo sforzo del lavoro, ma erano disastrose le condizioni precarie in cui i tedeschi stipavano gli ebrei come informe massa umana senza dignità.

 

La violenza subita dai bambini della shoah si aggrava se si contano i milioni di orfani rimasti senza uno o entrambi i genitori a causa della violenza con cui i tedeschi si liberavano delle persone nei campi o nelle missioni punitive nei ghetti o durante la caccia alle resistenze partigiane.

 

I bambini dovrebbero rimanere sempre bambini senza vincoli di razza e religione

I bambini dovrebbero rimanere sempre bambini senza vincoli di razza e religione.
Diritto d’autore : Roman Nerud ©123RF.com ID Immagine: 83512809 con licenza d’uso.

Germanificati: il destino di sottrazione di alcuni bambini durante l’olocausto, la violenza indiretta del marchio di razza impura.

 

La morte è stato il leitmotiv del rapporto storico tra i bambini e la shoah, separati dagli adulti di riferimento, genitori, nonni, educatori, parenti e amici, questi bimbi erano comunemente lasciati al loro destino.

 

Pochi virtuosi hanno cercato di proteggere i bambini in ogni modo, qualcuno li nascondeva, mentre altri hanno pagato la protezione dei bambini al caro prezzo della vita. La storia ricorda Janusz Korczak, che fu direttore di un orfanotrofio sito nel ghetto di Varsavia: Korczak decise di accompagnare i suoi piccoli ovunque i tedeschi intendessero condurli e, infatti, si fece deportare con loro sino al capo di concentramento di Treblinka. Lì decise di non abbandonarli nemmeno quando il loro destino fu chiaro, Janusz Korczak morì accompagnando i bambini del suo orfanotrofio dentro la camera a gas.

 

I bambini della shoah

Auschwitz, quello che resta della storia e della vita.
Diritto d’autore : 123mn ©123RF.com
ID Immagine : 132984336 con licenza d’uso.

 

Difficile credere che uomini diversi da Korczak, invece, guardavano i bambini della shoah negli occhi per selezionare tra loro quelli che sarebbero morti: a Milano, per esempio, esiste un luogo storico che può definirsi luogo della vergogna, si tratta del Binario 21 della Stazione Centrale, da lì partirono 605 deportati verso Aschwitz. Era il 30 gennaio 1944 e tra queste 605 persone ben 40 erano bambini di età compresa tra 1 e 14 anni. Durante quel viaggio verso l’orrore, 500 deportati furono selezionati per la morte, mandati nelle camere a gas o bruciati.

 

In pochi sanno che alcuni dei bambini sopravvissuti all’olocausto si salvarono perché furono inseriti in un violento progetto di germanificazione: centinaia di bambini con caratteri compatibili con la razza ariana (pelle, occhi, capelli) furono strappati alle loro terre, in particolare Polonia e Unione Sovietica, e furono trasferiti in Germania, si trattò di un ratto\deportazione per germanificare i figli di altre terre, culture e madri.

 

Gli scienziati delle SS affermavano che i bambini biondi, con gli occhi azzurri e la pelle candida potessero essere “germanificati” attarverso l’affidamento a famiglie di razza pura e con l’acculturazione tedesaca. Forse la minore delle violenze ma non meno scellerate di tutte le altre durante l’olocausto.

 

Altro strazio era rappresentato dalla violenza praticata dai tedeschi su donne di “razze impure”, numerosissime le gravidanze impreviste che nacquero dalle violenze reiterate. Di nuovo gli scienziati erano padroni della vita e della morte dei bambini, questa volta il loro “giudizio” verteva sulla quantità di sangue puro del nascituro: i bambini ritenuti carenti di sangue puro venivano uccisi, tal volta le donne venivano condotte all’aborto forzato, tal altre costrette a partorire in condizioni disumane architettate con lo scopo di portare alla morte del neonato.

 

I bambini della shoah hanno barattato la vita col cibo, hanno preso parte alla resistenza o sono diventati contrabbandieri pur di sopravvivere. In pochi hanno incontrato adulti di supporto o hanno potuto fuggire con i loro genitori.

 

Mai più tanta violenza, mai più tanto orrore. E’ nostro compito consegnare ai giovani, ai nostri figli, una visione del mondo empatica, rispettosa, pulita e condivisa, è nostro compito crescere generazioni che non permettano simili atrocità.



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