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Neonato di 6 settimane morto poco dopo il battesimo

di Federica Federico

08 Febbraio 2021

Un neonato di appena 6 settimane di vita è morto per annegamento secondario dopo essere stato battezzato secondo il rito ortodosso tradizionale. Il dramma è avvenuto in una chiesa rumena.

 

Non c’è solo una intera comunità di fedeli in lutto, l’accaduto sta scuotendo nel profondo la chiesa ortodossa tutta, all’interno di essa c’è chi da tempo suggerisce di abolire la pratica pericolosa dell’immersione completa dei bambini.

 

Neonato di 6 settimane morto poco dopo il battesimo.

Neonato di 6 settimane morto poco dopo il battesimo.
Immagine di repertorio, Diritto d’autore : Nicku 123RF.com ID Immagine: 20896509 con licenza d’uso.

 

Neonato di 6 settimane morto poco dopo il battesimo.

 

Il rito ortodosso tradizionale prevede l’immersione completa del neonato nell’acqua benedetta, il bambino viene spinto sott’acqua con tutto il corpo, capo compreso e l’immersione viene ripetuta dal sacerdote per 3 volte di seguito.

 

Immergere un bambino col capo sott’acqua, indipendentemente dalla posizione nella quale il piccolo viene immerso, espone al rischio di inalazione di liquidi, ovvero ingresso dell’acqua nei polmoni.

 

Anche dopo una brevissima permanenza sott’acqua, anche quando apparentemente non se ne è ingerita una grande quantità, è possibile che dei residui liquidi penetrino le vie respiratorie: è così che si muore per annegamento secondario. L’informazione su questa morte è scarsa; già solo tenendo conto dell’esposizione al suddetto pericolo, la pratica dell’immersione battesimale dovrebbe essere quantomeno limitata al corpo escludendo il capo del bambino.

 

Neonato di 6 settimane morto poco dopo il battesimo: il video del rito battesimale mostra come il pianto del piccolo si è trasformato mutando il suo suono dopo l’immersione.

 

Il papà del neonato chiama in causa il sacerdote officiante: sapeva che il bambino era venuto al mondo prematuro, sapeva che era piccolo, è stato, infatti, condotto alla fonte battesimale con un peso di 3,500grammi, e la mamma si era raccomandata di tenere conto di tutti questi fattori.

Malgrado ciò il sacerdote lo ha immerso proprio mentre piangeva a pieni polmoni e lo ha fatto seguendo il rito alla lettera, ovvero per tre volte di seguito.

Posto nelle braccia della madrina il bambino continuava a piangere, ma il suono che emetteva era come ovattato, e sputare acqua. E’ stata la nonna, infermiera di professione, a rendersi conto che qualcosa non andava, di lì a poco il bimbo ha rallentato i suoi movimenti e le labbra si sono fatte cianotiche. La causa del decesso è stata rubricata come arresto cardiorespiratorio, ma l’autopsia ha dato conferma della presenza di acqua nei polmoni (11millimetri appena sono bastati per ucciderlo).

 

Così la Chiesa di “S. Constantin ed Elena ”, del quartiere Zamca, di Suceava (Romania), si è trasformata da festante a gelida, l’ingresso del neonato nella comunità di fede doveva essere un giorno di gaudio e non di disperazione.

 

Il battesimo è stato celebrato domenica 21, l’ambulanza allertata dalla nonna ha prelevato il bimbo poco dopo il rito e ancora in chiesa; il decesso, invece, è avvenuto alle 6:00 del successivo lunedì, ovvero il 1° febbraio.

 

Il neonato di 6 settimane morto poco dopo il battesimo ha combattuto per 12 ore contro la morte, ma non ce l’ha fatta.

 

Malgrado la pronta intuizione della nonna, quando è arrivato in ospedale il bimbo era già in gravi condizioni: i medici hanno registrato un arresto cardio-respiratorio e hanno rianimato il piccolo. I successivi tentativi di stabilizzarlo non sono bastati a salvare Iustin, questo era il suo nome.

 

La morte di Iustin non deve essere stata vana, lo vogliono miglia di fedeli che già hanno avviato una petizione per chiedere alla Chiesa ortodossa rumena di modificare il rito battesimale eliminando l’immersione completa.

 

I genitori di Iustin hanno sottolineato che il prete ha immerso il bambino nel modo più rischioso, ovvero tenendolo col capo rivolto verso l’alto, posizione che garantirebbe all’officiante maggiore presa. Altri preti siedono il bambino nel bacile e gli immergono il capo spingendolo in avanti. Ma nessuna posizione elimina il rischio di inalare acqua.

Intanto la Chiesa ortodossa, minacciata dall’opinione pubblica nella pratica di un rito antico, ha promulgato una nota che pretende l’assistenza ai preti giovani di un officiante anziano e ammette una deroga all’immersione totale: “Nei casi in cui il bambino ha vulnerabilità mediche, o è agitato / spaventato, piange molto forte o è fragile a causa della tenera età (come in caso di bambini sotto i 40 giorni), o quando ci sono situazioni speciali (che la famiglia fa presenti chiedendo che il bambino non venga immerso per “discesa”) il sacramento del Santo Battesimo può essere eseguito versando acqua sulla testa del bambino. La procedura consisterà, pertanto, nell’inserire il bambino nell’acqua santa della fonte battesimale solo fino alla zona del collo, poi il sacerdote verserà una modesta quantità di acqua santa, per tre volte, sulla testa del bambino”, questo il sunto della circolare.

Ma, nella stessa circolare, il Centro Diocesano avverte che la pratica resta eccezionale e non diventerà la norma.

 

Neonato di 6 settimane morto poco dopo il battesimo con 110ml di acqua nei polmoni: questo il risultato dell’autopsia.

 

I genitori del bambini raccontano i drammatici minuti prima dell’arrivo dell’ambulanza: perché espellesse tutta l’acqua lo hanno messo a testa in giù, ha perso sangue dal naso, ha ridotto i suoi movimenti e il battito cardiaco era flebile.

Subito dopo l’incidente la polizia ha rubricato il procedimento penale per lesioni personali colpose a carico del sacerdote, ma la morte del neonato ha aggravato la posizione dell’officiante contro il quale il capo d’accusa è diventato di omicidio colposo.



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