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Aborto selettivo in India: neonate sepolte vive perché femmine

di Maria Corbisiero

16 Febbraio 2021

Neonate sepolte vive, uccise in modo barbaro e crudele dai loro stessi genitori o familiari che avrebbero dovute accoglierle in questa vita dando loro amore incondizionato piuttosto che infliggergli atroci sofferenze.

È il risultato dell’ aborto selettivo in India, una pratica discriminatoria nei confronti del sesso femminile che identifica le neonate in qualcosa di cui doversi assolutamente disfare, una disgrazia che la famiglia non può sopportare.

 

Aborto selettivo in India: neonate sepolte vive perché femmine

Aborto selettivo in India: neonate sepolte vive perché femmine.
Foto diritto d’autore: herlanzer© 123RF.com – ID Immagine: 162360490 con licenza d’uso.


 

Aborto selettivo in India: la preferenza del figlio “maschio”.

 

Attraverso uno studio pubblicato nel luglio del 2020 sulla rivista scientifica Plos One, gli accademici della King Abdullah University of Science and Technology in Arabia Saudita hanno realizzato una proiezione probabilistica del rapporto tra i sessi alla nascita (sex ratio at birth – SRB), nonché le probabili nascite femminili mancanti dovute proprio all’ aborto selettivo in India.

 

Il risultato è davvero impressionante! Si stima infatti che dal 2017 al 2030 nel Paese si registreranno ben 6,8 milioni di nascite femminili in meno, con un picco di 2 milioni di nascite femminili mancanti solo nello Uttar Pradesh, lo stato indiano più popoloso.

Tutto ciò è determinato da una preferenza del “figlio maschio” dovuta a motivi sia culturali che economici (la dote di una sposa comporta dei costi che non tutti possono sostenere, soprattutto gli abitanti dei villaggi più poveri).

 

Secondo il Medical Termination of Pregnancy (MTP) Act, ossia la legge indiana sull’interruzione di gravidanza approvata nel 1971, l’aborto è considerato legale se effettuato entro la 20° settimana di gestazione e solo in determinate circostanze:

 

  • Il feto presenta anomalie fisiche o mentali;
  • La gravidanza è dovuta ad un difetto dei contraccettivi utilizzati da una coppia sposata;
  • La gravidanza è frutto di uno stupro;
  • La gravidanza rappresenta un rischio per la vita della futura mamma.

 

È facile intuire che nella succitata legge non viene data giustificazione alcuna alla decisione di interrompere la gravidanza quando il sesso del feto non è quello desiderato, al contrario l’ aborto selettivo in India è considerato illegale anche grazie alla legge Pre-Conception and Pre-Natal Diagnostic Techniques (PC-PNDT) Act del 1994.

Quest’ultima infatti obbliga gli operatori sanitari e gli specialisti ad utilizzare le tecniche diagnostiche prenatali per rilevare anomalie genetiche, metaboliche, cromosomiche o malformazioni congenite mentre vieta di adoperarle per determinare il sesso del feto.

Lo scopo di questa legge è controllare l’ aborto selettivo in India e limitare e ridurre il feticidio femminile a lungo perpetrato nel Paese.

 

Aborto selettivo in India: neonate sepolte vive perché femmine

Aborto selettivo in India: neonate sepolte vive perché femmine.
Foto diritto d’autore: 123RF.com – ID Immagine: 116466143 con licenza d’uso.

 

Aborto selettivo in India: neonate sepolte vive perché femmine.

 

Se tutto questo vi sembra una raccapricciante crudeltà, sappiate che vi sono genitori che, non riuscendo a praticare illegalmente questo tipo di aborto, portano avanti la gravidanza con la consapevolezza di dover uccidere la propria bambina appena nata.

I metodi utilizzati sono diversi, al pari delle più antiche, barbare e crudeli torture:

 

  • Avvelenamento;
  • Soffocamento;
  • Annegamento;
  • Sepoltura.

 

Come dimostrano gli articoli di cronaca, il feticidio femminile è una pratica diffusa nei villaggi situati per lo più nelle zone rurali, luoghi dove la povertà e antiche convinzioni culturali influiscono sulla scelta di praticare un aborto selettivo o, peggio ancora, di uccidere le neonate perché nate femmine.

Non è quindi raro leggere storie di neonate abbandonate, sepolte vive subito dopo la nascita; per alcune il destino è propizio (fortuitamente salvate da un passante) mentre ad altre viene negato il lieto fine (nessuno mai, a parte i loro genitori, saprà della loro brevissima esistenza).

 

Secondo la scrittrice, fotografa e attivista indiana Rita Banerji, creatrice della campagna di sensibilizzazione Fifty Million Missing, in India sono scomparse – in realtà lei utilizza la parola “Missing” (disperso, smarrito) precisando che “è in realtà un eufemismo. Questi non sono casi di ‘persone scomparse’. Qui il termine infatti significa: eliminato – 50 milioni di donne nell’arco di circa 20 anni, un numero che corrisponde all’intera popolazione della Svezia, dell’Austria o del Belgio.

 

Tornando all’ aborto selettivo in India, nella tabella riportata dalla Banerji nella quale sono elencati i dati relativi ai tassi annuali di omicidio femminile è possibile leggere che nel solo stato del Kerala sono stati registrati 25mila infanticidi femminili.

“Il primo mezzo di eliminazione che ho segnalato sono gli aborti fetali femminili – scrive Banerji – Si stima che ogni anno in India vengano eliminati selettivamente 1 milione di feti di sesso femminile e si prevede che tale numero salirà a 2,5 milioni entro i prossimi anni”.

Un orrore che sembra non avere fine, una silenziosa strage di bambine la cui unica “colpa” è quella di essere nate femmine.

 



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