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Morte di Lady Diana: le ultime parole della Principessa

di Maria Corbisiero

01 Luglio 2021

Il 31 Agosto del 1997 moriva Diana Frances Spencer, la compianta Principessa del Galles, ancora oggi amata e ricordata, fu vittima insieme al fidanzato Dodi Al-Fayed di un incidente d’auto avvenuto sotto il tunnel del Pont de l’Alma a Parigi.
Da allora sono state diffuse diverse teorie sulla morte di Lady Diana, supposizioni divenute vere e proprie leggende e/o miti condivisi soprattutto in rete.

 

Al fine di dissipare queste congetture, il quotidiano inglese Daily Mail ha ricostruito quanto accaduto quella tragica notte, supportato soprattutto dalla testimonianza di coloro che hanno visto e parlato con la Principessa nei concitati minuti successivi al tragico impatto.

 

Morte di Lady Diana: le ultime parole della Principessa

Morte di Lady Diana: le ultime parole della Principessa.
Photo credit LaPresse©

Morte di Lady Diana: il piano di fuga miseramente fallito.

 

È da poco scoccata la mezzanotte, Lady Diana e Dodi Al-Fayed, imprenditore egiziano, figlio del milionario Mohamed Al-Fayed, ex proprietario dei magazzini Harrods, sono all’Hotel Ritz di Parigi “barricati” nella suite imperiale in attesa di escogitare un piano per poter uscire dallo stabile eludendo la folla di fotografi e curiosi che si era accalcata davanti l’hotel con la speranza di vedere uscire la celebre coppia.

 

Pochi minuti dopo l’inizio del nuovo giorno, domenica 31 Agosto, l’imprenditore comunica alle proprie guardie del corpo, Trevor Rees-Jones e Kez Wingfield, il nuovo piano d’azione: la coppia uscirà da una porta posteriore e salirà su una Mercedes guidata da Henri Paul, il vicedirettore della sicurezza del Ritz, che li porterà a destinazione; nel contempo le due guardie usciranno dall’entrata principale facendo da esca per i fotografi.
La questione viene discussa da ambo le parti, le due guardie infatti non si fidano di quel piano improvvisato ed insistono affinché Al-Fayed cambi idea; quest’ultimo però si mostra irremovibile ma consente ad uno di loro di accompagnarli.

 

Alle ore 12:06 Dodi e Diana, accompagnati da Rees-Jones e Paul, escono dall’Hotel e salgono su una Mercedes accomodandosi sui sedili posteriori, l’imprenditore dietro il guidatore, ossia Paul, e la Principessa dietro la guardia del corpo.
Nessuno di loro immagina la tragedia che di lì a poco sconvolgerà l’intero mondo, la morte di Lady Diana verrà infatti ricordato come uno degli eventi più tragici che hanno colpito la famiglia reale inglese.

 

Purtroppo l’escamotage fallisce miseramente, la coppia più ricercata di quell’estate viene infatti immortalata da alcuni fotografi (vedi foto qui di seguito – ndr) che avevano tentato la fortuna appostandosi sul retro dell’hotel. A nulla valgono i tentativi minacciosi di Paul che intima ai paparazzi di non seguirli.
L’auto verrà infatti “scortata” dai paparazzi per tutto il suo cammino, poi bruscamente interrotto al 13° pilastro dello svincolo centrale della galleria de l’Alma.

 

 

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Morte di Lady Diana: le ultime parole della Principessa.

 

Sono trascorsi circa 20 minuti dalla mezzanotte quando Paul perde il controllo della Mercedes che sbatte contro il pilastro, l’impatto è tale da uccidere sul colpo l’autista e l’imprenditore egiziano mentre Rees-Jones e Lady Diana restano gravemente feriti.
Verranno immediatamente soccorsi da Frederic Mailliez, medico fuori servizio che, insieme al figlio Mark, rientrava a casa da una festa.

“Ho notato del fumo nel tunnel e ho guidato sempre più lentamente e poi ho visto la Mercedes […] Non c’era nessuno intorno al relitto. All’interno della Mercedes due persone erano già apparentemente morte e due erano gravemente ferite ma ancora vive”.

Dopo una veloce valutazione, il dottore ha preso la poca attrezzatura medica che aveva in macchina ed ha prestato soccorso ai feriti, non prima di aver contattato i servizi di emergenza. Mailliez, che non aveva riconosciuto Diana, ha cercato di dare assistenza prima alla donna:

“Era seduta sul pavimento nella parte posteriore e ho scoperto che era una donna bellissima e non aveva ferite gravi al viso. Non sanguinava (fino a quel momento – ndr) ma era quasi incosciente e aveva difficoltà a respirare”.

Seppur la situazione sembrasse apparentemente tranquilla, il medico, spinto da anni di esperienza, non escludeva la presenza di gravi lesioni interne, diagnosticabili solo con adeguate apparecchiature mediche (mancano meno di 4 ore alla morte di Lady Diana – ndr).
Nel frattempo il tunnel del Pont de l’Alma inizia ad affollarsi, i flash dei fotografi irrompono su quella calma apparente che circondava il medico e la sua paziente, anche in quei momenti così concitati, quelli che precedono la morte di Lady Diana, l’obiettivo dei paparazzi resta puntato sulla principessa.

 

Alle 00:30 iniziano ad arrivare i primi soccorsi, nello specifico i vigili del fuoco guidati dal sergente Xavier Gourmelon e alcune ambulanze di Marlar. Una prima squadra viene incaricata di soccorrere Rees-Jones mentre un’altra estrae Dodi Al-Fayed dall’auto nel tentativo di rianimarlo.

“Una volta estratto il corpo, sono rimasto con la passeggera – ha dichiarato Gourmelon – Ha parlato in inglese e ha detto: “Oh mio Dio, cosa è successo?”. Ho cercato di calmarla. Le ho tenuto la mano”.

Il respiro di Diana appariva regolare mentre le sue pulsazioni erano “buone e abbastanza forti”, tuttavia nessuno poteva sapere cosa stesse accadendo dentro di lei.
La prima ambulanza con a bordo il dottor Jean-Marc Martino, specialista in anestesia e terapia intensiva, raggiunge il luogo dell’incidente 10 minuti dopo l’arrivo dei soccorritori. Il dottor Mailliez ragguaglia il medico appena arrivato e si congeda, solo in seguito verrà a conoscenza dell’identità della donna che ha cercato di salvare.

 

 

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Morte di Lady Diana: la disperata corsa in ospedale.

 

È circa l’una del mattino (mancano meno di 3 ore alla morte di Lady Diana) quando Diana viene estratta dalle lamiere ed adagiata prima su una tavola di legno e poi su un materasso ad aria al fine di evitare traumi alla colonna vertebrale. La priorità dei medici ora è di portarla al più presto in ospedale nella speranza di poterle salvare la vita.

“Quando l’abbiamo spostata dalla tavola al materasso, il suo cuore ha smesso di battere – spiega il sergente – Così abbiamo iniziato a farle un massaggio cardiaco, noi due (lui ed il dottor Martino – ndr), e il suo cuore ha ricominciato quasi immediatamente”.

All’1:18 Diana viene caricata sull’ambulanza ma ci vorranno altri 12 minuti prima che venga comunicato ai medici il luogo di destinazione. Intanto la pressione sanguigna della Principessa inizia a calare e il dottor Martino teme che abbia riportato qualche trauma interno.
All’1:40 i medici riescono a stabilizzare la pressione di Lady Diana e l’ambulanza parte per raggiungere il Gruppo ospedaliero de la Pitié-Salpêtrière, nel XIII arrondissement di Parigi, dove li attende la squadra del pronto soccorso. Sarà un viaggio lento per evitare ogni possibile scossone e sobbalzo che aggravi le condizioni della Principessa.

 

L’ambulanza raggiunge il nosocomio parigino alle ore 2:06, l’equipe medica è pronta, tutti vogliono evitare la morte di Lady Diana, si lotta per fermare l’emorragia interna con un’ultima disperata procedura chirurgica. Quasi 30 minuti dopo giunge in ospedale il professor Alain Pavie, un rinomato cardiochirurgo francese che fa trasferire Lady D. in sala operatoria.
La fonte dell’emorragia viene individuata ed arrestata ma il cuore della Principessa non riprende a battere. L’equipe di medici ed infermieri sa di non avere alcuna speranza ma non si arrende, per circa un’ora cerca di evitare in qualunque modo la morte di Lady Diana, un ultimo sforzo che non ha dato i frutti sperati.

 

Alle ore 4:00 di domenica 31 Agosto 1977 i medici dichiarano ufficialmente la morte di Lady Diana.

 

Quaranta minuti più tardi, la salma della Principessa verrà raggiunta da padre Yves-Marie Clochard-Bossuet, il prete era stato contattato poco prima dell’arrivo dell’ambulanza in ospedale in quanto la persona incaricata non era riuscita a trovarne uno anglicano.
Non potendole dare l’Estrema unzione, o anche Unzione degli Infermi, in quanto la Chiesta destina tale rito alle persone che stanno per morire, e quindi non ancora decedute, Clochard-Bossuet dirà qualche preghiera per la defunta.

“L’ho vista per la prima volta lì – racconta – Era completamente intatta, nessun segno o macchia o trucco. Completamente naturale. Era davvero una bella donna e sembrava quasi di poterle parlare”.

Nel contempo nel mondo intero si diffondeva la notizia della morte di Lady Diana, la principessa triste il cui sguardo dolce e malinconico ancora oggi viene ricordato con grande affetto ed ammirazione, una donna la cui bontà d’animo ha segnato la vita di molti, una mamma che oggi rivive nel sorriso dei suoi bambini.

 

 

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