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Mettere emoticons sulle foto dei bambini che senso ha

di Federica Federico

20 Ottobre 2021

Prima di addentrarci nel perché alcune mamme decidono di mettere emoji e emoticons sul viso dei bambini, affrontiamo la più ampia questione delle foto dei minori in rete.

 

Il dibattito sulla condivisione in rete delle foto dei bambini è spinoso: “Il figlio è mio e faccio quel che voglio io”, non è una risposta plausibile perché i figli sono solo frecce al nostro arco e non potranno conquistare alcuna autonomia sin tanto che in noi, come genitori, sopravvivrà l’idea di disporre dei bambini. Senza aprire la discussione ai pericoli della rete, chi non condivide le immagini dei minori, per qualunque ragione non ne posti, riconosce sempre l’importanza di lasciare che i bimbi crescano e maturino la loro personale decisione di “esporsi”. I bimbi Facebook e Instagram free, che sono sempre di più una specie in via di estinzione, hanno il tempo di sperimentare nella realtà del mondo concreto la loro immagine e di decidere ciò che sono prima che la mamma, il papà, i nonni, le zie e i followers gli attribuiscano caratteri, nomignoli, idee e definizioni frutto di un punto di vista non originario.

Il bambino la cui immagine non è condivisa in rete è il piccolo che conserva il diritto alla interpretazione autentica di se stesso.

 

emoticons sulle foto dei bambini

Immagini dei minori in rete, mettere emoticons sulle foto dei bambini. Diritto d’autore:
sonjachnyj ©123RF.com con licenza d’uso.

 

Immagini di minori in rete, qualche spunto di riflessione

Il più importante richiamo che Maria Montessori faceva agli adulti è l’attenzione a non cadere nel pregiudizio adultistico: il mondo non va guardato secondo l’ottica dell’adulto, va destrutturato e riportato ai bisogni del bambino.

 

Il bimbo non ha bisogno di essere visto accanto al vasino colmo della prime feci con le esaltanti frasi del genitore gasato in accompagnamento all’immagine, senza parlare della foto nella vasca da bagno. Nessuno sa come il bimbo potrà percepire questi ritratti di lui stesso, tutti gratuitamente veicoli attraverso la lente emotiva della maternità e della paternità.

 

Moltissimi sono i genitori che tratteggiano un ritratto a tinte forti (spesso stravaganti, se non grottesche) dell’intera vita dei figli e costruiscono per loro una identità social, ovvero una identità pubblica, non nata originariamente dall’esperienza di interazione del bambino col mondo. Di fatto questi bimbi esistono in rete con delle caratterizzazioni che non hanno né sperimentato né scelto nella vita e si ritrovano ad essere il frutto di un resoconto fatto dai genitori.

 

Molte foto possono diventare “pericolose”, per esempio che cosa potrebbe accadere se il bulletto di turno trovasse quella foto di tuo figlio accanto alla popò nel vasino? E puoi dire con certezza che il tuo bambino voglia partecipare alla tua vita da aspirante inluencer? Sei certa che un giorno tuo figlio non si sentirà violato percependo che persone a lui “lontane o estranee” lo conoscono intimamente?

 

Emoji e emoticons sulle foto dei bambini, perché

Molti genitori condividono alcune immagini dei bambini coprendone i volti con emoji e emoticons. Vi chiedete se questo ha un senso? La risposta è semplice e intuitiva: sicuramente ha uno scopo! Consente al genitore di esprimere se stesso, nella sua genitorialità, senza coinvolgere in modo diretto e totalizzante il bambino.

 

La Polizia Postale, per parte sua, suggerisce di non condividere foto in cui il bambino piccolo e vulnerabile sia riconoscibile, le emoji soddisfano questa cautela. In realtà è bene:

  • Non pubblicare una cronistoria della vita del bambino;
  • Non pubblicare immagini che rivelino dati troppo sensibili;
  • Non pubblicare immagini che potrebbero imbarazzarlo o metterlo in difficoltà nel futuro;
  • Non farne l’oggetto di attività personali, come attività di lavoro o promozione di prodotti a uso economico e commerciale;
  • Non esprimere giudizi sul bambino oppure fare ironia su di lui e sulla genitorialità che a lui si riferisce.

 

Molto presto vostro figlio sarà in grado di accedere alle vostre condivisioni. Quando lo farà e potrà leggere il vostro racconto della sua stessa vita, sarà ancora piccolo. Avrà 8 o 10 anni e una cognizione abbastanza affinata per interpretare il vostro agire (sebbene a suo modo), ma non abbastanza scafata da giustificarlo in ogni caso. E’ bene che non si senta oggetto o, peggio, che non si senta sfruttato, beffato, deriso, non tutelato.

 

Mettere emoji o emoticons sulle foto dei bambini permette alla mamma di condividere un bel momento, un’emozione vissuta o una circostanza preservando la privatezza del figlio. Questa scelta non è contestabile, nemmeno può lasciare spazio a polemiche. Un domani il bambino non avvertirà di essere stato esposto o violato in alcun modo.

In genere chi usa mettere emoticons sulle foto dei bambini è comunemente più cauto anche nella condivisione delle immagini sui social.

 

Quando scegliete di condividere delle foto di un bambino in rete riflettete su alcuni dettagli:

  • Guardate la foto con gli occhi del bambino, immaginando la sua sensibilità quando sarà abbastanza grande da avere una valutazione di sé;
  • Fate sì che nessuna foto possa stimolare nel bambino sentimenti di insicurezza, imbarazzo o l’idea di non essere amato, accettato, accolto, rispettato o peggio ancora di essere stato usato;
  • Evitate di catalizzare l’attenzione sul piccolo, un domani questo potrebbe ispirare in lui il convincimento di essere stato per voi un “bene” da esporre e ciò, a lungo andare, potrebbe ledere il suo senso di privatezza.


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