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Takahashia japonica: parassita asiatico infesta gli alberi

La cocciniglia Takahashia japonica è un parassita asiatico che colonizza e infetta gli alberi ornamentali: in Lombardia è allarme

di Maria Corbisiero

19 Maggio 2022

Takahashia japonica: parassita asiatico infesta gli alberi

La Takahashia japonica è un insetto parassita di origine asiatica che appartiene alla famiglia delle Coccidae. Attacca principalmente gli alberi ornamentali e rappresenta un vero e proprio pericolo per le piante in quanto ne determina il disseccamento.

Diffuso soprattutto in oriente, negli ultimi anni l’insetto si è diffuso in Italia, precisamente in Lombardia dove è scattato un vero e proprio allarme.

Cos’è la cocciniglia Takahashia japonica.

La Takahashia japonica fu avvistata per la prima volta verso la fine del 1800 su un albero di gelso in Giappone, fu difatti descritta dallo zoologo e tassonomista inglese Theodore Dru Alison Cockerell nel 1896. Più recente la sua presenza in Europa. Era il 2017 quando il parassita fu avvistato per la prima volta su uno storace americano (Liquidambar styraciflua) situato nel parco comunale di Cerro Maggiore (MI).

 

È un insetto polifago, ossia si nutre di diverse sostanze, in particolar modo della linfa, questo gli permette di attaccare e colonizzare una grande varietà di piante. Si tratta inoltre di un animale univoltino, cioè depone le uova una volta all’anno, un processo riproduttivo che si svolge nel seguente modo:

  • tra Aprile e Maggio le femmine depongono le uova negli ovisacchi, anelli bianchi di circa 5 cm che contengono migliaia di uova arancioni;
  • verso la fine di Maggio le uova si schiudono dando vita alle neanidi (equivalente delle larve) che si spostano sulle foglie dove iniziano a nutrirsi della linfa;
  • ad ottobre l’insetto torna sui rami, qui affronterà l’inverno continuando ad alimentarsi con la linfa della pianta.

Come si riconosce la Takahashia japonica.

Questo insetto può essere facilmente riconosciuto grazie alla particolare forma degli ovisacchi. Si tratta di vere e proprie sacche che contengono le uova del parassita, anelli bianchi che pendono dai rami più giovani della pianta.

I danni provocati dalla Takahashia japonica.

L’infestazione della Takahashia japonica causa il disseccamento delle foglie e dei rami della pianta. Tuttavia, come riportato sul sito del Servizio Fitosanitario Regionale (SFR), il vero pericolo è rappresentato dalle neanidi:

“I danni maggiori sono causati dalle neanidi di prima età che si posizionano sui giovani germogli delle foglie e sulle gemme fiorali causandone il disseccamento e la caduta e di conseguenza anche la mancata produzione dei frutti”.

Non sono invece documentate conseguenze per l’uomo e per gli animali, ciononostante è preferibile evitare ogni possibile contatto con l’insetto, in particolar modo con gli ovisacchi al cui interno sono presenti sostanze cerose.

Quali sono i rimedi contro la Takahashia japonica?

In caso di infestazioni circoscritte si consiglia di potare i rami occupati dall’insetto o dalle sue uova. Per le colonizzazioni più diffuse invece è necessario l’intervento di un professionista che, a seconda del luogo, dovrà scegliere il trattamento più adatto:

  • antiparassitari chimici: l’uso è da valutare solo in assenza di possibili danni alle persone, agli animali o ad altre piante;
  • prodotti biologici: trattamenti antiparassitari privi di elementi chimici;
  • insetti predatori: le coccinelle sono nemiche naturali della Takahashia japonica.

“In aree urbane particolarmente adatte (es. parchi) può essere utile procedere al rilascio inondativo di specie allevate in biofabbriche per il controllo biologico”. (fonte SFR)

Takahashia japonica: è allarme in Lombardia.

Come detto in precedenza, dal 2017 questo insetto è stato avvistato nel nord Italia, soprattutto in Lombardia dove continua a proliferare e a diffondersi, causando ingenti danni al verde cittadino. Secondo il Servizio Fitosanitario Regionale, le piante più colpite sono:

  • gli aceri (Acer pseudoplatanus),
  • l’albizzia (Albizia julibrissin),
  • l’albero di giuda (Cercis siliquastrum),
  • il carpino bianco (Carpinus betulus),
  • il gelso nero e quello bianco,
  • il bagolaro (Celtis australis)
  • il liquidambar (Liquidambar styraciflua).
 

Molti comuni lombardi stanno attualmente effettuando degli interventi per combattere la diffusione del parassita e proteggere gli spazi verdi delle città.

Inoltre, al fine di tutelare gli alberi dell’Hinterland milanese, sul sito Partecipami.it, iniziativa rivolta ai cittadini milanesi, è stato creato uno spazio dove è possibile segnalare la presenza del parassita. Lo scopo è mappare la presenza della Takahashia japonica in città e nei comuni limitrofi. Tutte le segnalazioni pervenute verranno in seguito notificate attraverso e-mail istantanee a Presidenti, Assessori e Presidenti di Commissione competenti dei Municipi interessati per consentire interventi celeri e mirati.



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