
La paura del buio nei bambini si manifesta non prima dei 2-3 anni di vita, si tratta di un sentimento transitorio che comunemente si risolve spontaneamente con la crescita nonché con lo sviluppo e il prevalere del pensiero logico razionale.
I genitori e gli adulti di riferimento possono mettere in campo diverse strategie a supporto del bimbo e affinché superi il timore della notte o dell’oscurità, tuttavia non si può mai determinare l’età o il momento o il modo esatto in cui detta paura cesserà di affliggere il piccolo, ogni bambino è a sé anche per ciò che riguarda la paura del buio.
Che cos’è la paura del buio e quali sono i sintomi nel bambino
Detta anche acluofobia (dal greco antico ἀχλύς che si traduce in oscurità e φόβος che significa fobia) o nictofobia (dal greco antico νυκτός che vuol dire notte o oscurità) la paura del buio nei bambini li porta ad immaginare presenze nascoste nell’ombra. Infatti, il primo sintomo della paura del buio è di natura cognitiva e si manifesta nella ricorrenza di pensieri distorti che inducono il piccolo a credere che nel buio si nascondano mostri, streghe, maghi o presenze comunque avverse.
Tali pensieri creano stress e ansia nel bambino che può somatizzare la paura. Qui l’origine di possibili sintomi fisiologici ma di natura somatica:
- tremori,
- sudorazione,
- mal di pancia,
- tachicardia,
- irrequietezza motoria o, all’opposto, irrigidimento muscolare,
- respiro affannoso o nodo alla gola.
Il bambino, spaventato e insicuro a causa della paura che prova e non riesce a fermare, può manifestare come sintomi comportamentali un insistente bisogno di vicinanza all’adulto che altro non sarà che una richiesta di rassicurazione.
Ricordate sempre che i funzionamenti neuro-cerebrali del bambino sono estremamente istintuali, nelle prime esperienze della vita comanda il cervello rettilineo e vi è quasi sempre una matrice evoluzionistica dietro i comportamenti e le scelte di più piccoli; rispetto alla paura del buio nei bambini, il piccolo si comporta come un cucciolo di mammifero in una grande foresta e poiché non ha ancora imparato a difendersi, chiede protezione all’adulto. Pertanto, mamma e papà ai suoi occhi sono i capobranco capaci di salvare e preservare la vita dei cuccioli.
Nel buio il bambino-cucciolo non è in grado di valutare il pericolo, non sa scegliere tra le azioni-reazioni ancestrali di attacco e fuga e, di conseguenza, chiede vicinanza e protezione.

Paura del buio nei bambini e luce notturna
Tra i neo-genitori è ricorrente la preoccupazione di rischiarare il buio della notte con una lucina, così luci da notte di diverso tipo e differenti modelli sono collocate spessissimo nelle stanze dei bambini o nelle camere da letto condivise con i figli. Mamme e papà, con questo escamotage, si convincono di scongiurare la paura del buio nei bambini e lo fanno agendo preventivamente, a volte sin dalla nascita del bebè.
In realtà. La luce da notte non serve, è inutile almeno sino ai 2 o 3 anni o all’eventuale esordio della paura del buio e, anche qualora ciò avvenga, la luce notturna dovrebbe sempre essere rossa.
È bene tenere conto dell’età di esordio della paura del buio che nei bambini si colloca tra i 2 e i 3 anni, con particolare incidenza di questo timore tra i 5 e gli 8 anni.
Prima dei 24-36 mesi di vita, i bimbi non hanno paura del buio, cognitivamente non sono pronti ad immaginare mostri, streghe o presenze nell’oscurità. Inoltre, si tenga conto del fatto che i neonati provengono da un ambiente privo di luce o appena penetrato da essa, nel ventre materno, infatti, sono abituati a non vedere esattamente come accade nel buio della loro stanza durante il riposo notturno.
Dopo i 2-3 mesi di vita una luce notturna chiara (e non rossa) può persino interferire col sonno, in questo momento della crescita, infatti, ha inizio il processo di secrezione della melatonina che, per sua fisiologia, viene inibita dalla presenza di una fonte di luce. Solo una luce da notte rossa non è interferente con questo processo, quindi, se proprio non potrete fare a meno di adoperarne una scegliete una luce da notte di colore rosso.
Perché i bambini incominciano ad avere paura del buio intorno ai 3 anni circa
Tra i 36 mesi e i 4 anni il bambino sviluppa le sue capacità immaginative, spinto da un pensiero animistico riconosce alle cose il potere di prendere vita e nei suoi pensieri la magia è realtà. Agli occhi di un bambino piccolo, quindi, il nostro mondo è abitato da presenze fantastiche, esistono i folletti, i maghi, i fantasmi e le streghe, esattamente come esistono il topolino o la fatina dei denti, Babbo Natale, eccetera.
A questa età, per il bambino prevale ciò che si vede, ciò che si tocca e ciò che si constata, ovvero il piccolo è incapace di astrarre fare previsioni e comparazioni. In particolare, nel buoi quello che non si vede non si può escludere ed è per questo che il bambino ha difficoltà a fermare e gestire l’immaginazione di un mostro o di una presenza negativa nell’oscurità.
Il conforto del genitore e un ambiente supportivo sono essenziali per affrontare e gestire la paura del buio, in modo particolare è importante che questo timore non sfoci in una vera fobia.
Differenza tra paura e fobia del buio
Come riconoscere una fobia? È importante che i genitori valutino l’intensità delle razioni del bambino che non devono mai essere sproporzionate rispetto alla situazione di “difficoltà”. È consigliabile consultare uno specialista (il Pediatra, uno Psicologo o un Pedagogista) quando:
- la reazione del bambino è incontenibile, ovvero il piccolo non è gestibile e non si dimostra in grado di un adattamento o di una abituazione alla condizione (in questo caso al buio),
- cade in crisi profonde e lunghe,
- la paura ostacola lo svolgimento comune di azioni quotidiane o si generalizza ad un numero sempre superiore di condizioni e occasioni (per esempio i bambino ha paura di entrare in ascensore per timore del fatto che le luci possano spegnersi)
Perchè i bambini hanno paura del buio e perchè la paura aumenta nelle ore serali
La paura del buio nei bambini ha a che fare anche con l’abbandono del corpo al sonno e col distacco dal genitore.
Rispetto al lasciarsi andare al sonno, il bambino fa una grande fatica ad addormentarsi perchè, nel suo processo di crescita e di controllo del suo corpo e delle sue emozioni, durante l’intera giornata il piccolo si allena a mantenere il controllo su azioni, pensieri e sentimenti, alla sera deve agire in modo opposto e lasciarsi andare, questa necessaria perdita di controllo e contatto con se stesso può destabilizzarlo.
Dal punto di vista del distacco dal genitore, invece, emerge l’aspetto evoluzionistico legato al timore del buio: il bimbo nel buio non vede e ha paura dell’ignoto, la sua psiche gli suggerisce di stringersi a chi può salvargli la vita e proteggerlo, ovvero ai genitori. È per questo che staccarsi da mamma e papà durante la notte può sembrare molto spaventoso al bambino già intimorito dall’oscurità.

Come aiutare i bimbi che hanno paura del buio
Qui di seguito Vita da Mamma vi propone 10 strategie anti paura del buio nei bambini:
- Luce da notte;
- Lucina anti-mostri;
- Routine del sonno;
- Letture a tema;
- Accogliete la paura del buio;
- Normalizzare la paura;
- Permettere al bambino di verbalizzare i suoi sentimenti;
- Garantire al bambino la possibilità di entrare gradualmente in contatto con la fonte delle sue paure e sviluppare competenze adattative in un’ottica di abituazione e adattamento;
- Giocare col buio;
- Sperimentare tecniche di rilassamento.
Luce da notte
Se dopo i 2-3 anni di vita il vostro bambino manifesta timore del buio e della notte, tener una luce da notte accesa nella sua stanza, abbiate cura nello scegliere una luce rossa
Lucina anti-mostro
Munite i bambini di una lucina anti-mostro da lasciare accanto al suo letto e nella sua disponibilità. Con questa lucina, insieme al piccolo, assecondando il suo bisogno di presenza, indagate gli spazi bui della stanza e della casa, quelli che gli fanno paura. È consigliabile svolgere questa indagine speciale prima di andare a letto e ad ogni risveglio spaventoso.
Routine del sonno e letture a tema
Garantite al bambino una routine del sonno stabile in cui la vostra presenza rassicurante sia forte e determinante. Gà una o due ore prima di andare a dormire abbassate i ritmi, eliminate le luci blu e gli schermi elettronici, abbassate gradatamente la luminosità in casa e riducete i volumi, preferite luci soffuse e musica classica o calma. Leggete una storia della buona notte scegliendo narrazioni delicate. Sedetevi accanto al bambino ma non nel suo letto.
La paura del buio si può esorcizzare anche con letture a tema, purché non stimolino l’ansia nei bambini e, al contrario, ne coadiuvino il rilassamento.
La paura del buio va accolta
È essenziale che il bambino non si senta sbagliato a causa del suo timore, pertanto è bene non sminuire né ridicolizzare le sue paure, nemmeno quella del buio e della notte.
Il genitore o l’adulto di riferimento possono raccontare le loro esperienze personali, il racconto del nostro vissuto aiuta i bambini a normalizzare i propri sentimenti, immedesimandosi nei grandi i bimbi comprendono che anche la più spaventosa delle esperienze può essere superata e può trovare soluzione.
Pertanto sono assolutamente da evitare scherzi, esperienze o atteggiamenti che possano indurre il bambino ad associare al buoi qualcosa di negativo o spaventoso. Per esempio vanno evitati film, storie o video che associno il buio a cose spaventose, violente o negative, allo stesso modo, un bambino che ha già paura del buio rischia di averne ancora di più se al parco divertimenti viene portato in un tunnel delle streghe.
In particolare, la paura del bambino non va mai usata come minaccia o come correttivo ai suoi comportamenti, per esempio è sbagliatissimo minacciare un bambino che ha paura dell’oscurità con frasi del tipo: – Se non la smetti ti chiudo in camera tua la buio!
Normalizzare la paura e permettere al bambino di verbalizzare i suoi sentimenti
La paura è un sentimento normale, più profondamente essa è un sentimento ancestrale ed è persino un istinto che nell’evoluzione una ha salvato vite. Tuttavia, nella nostra cultura la paura è troppo spesso presentata come qualcosa di infantile, sbagliato o non buono.
Ancora si usa sminuire i sentimenti del bambino con frasi cariche di tossicità come: “Sei un fifone!” oppure “Tremi come un coniglio” o anche “Ma di cosa hai paura!”, “Hai paura persino della tua ombra!”, eccetera.
Ai bambini va restituita una narrazione non respingente della paura e vanno accompagnati ad affrontarla e razionalizzarla. In quest’ottica, l’esplorazione dl buio, per esempio, è un modo per affrontare e superare ciò di cui si ha timore senza sminuire il sentimento che anima il bambino.
Ovviamente, è determinante che il bimbo impari a raccontarsi anche nelle sue fragilità, quindi è decisivo che il piccolo impari a narrare la sua paura.
Garantire al bambino la possibilità di entrare gradualmente in contatto con la fonte delle sue paure giocare col buio
Il bimbo va supportato nell’affrontare le paure, pian piano dovrà entrare sempre più in contatto col buio e saperlo sostenere. Questa graduale confidenza con l’oscurità può essere facilitata da passeggiate serali, serate dedicate a guardare le stelle al buio sul terrazzo o giochi come mosca cieca, eccetera.
Tecniche di rilassamento
Ai bambini possono essere insegnate tecniche di respirazione oppure esercizi di mindfulness o può essere promosso l’ascolto di suoni naturali (pioggia, ruscelli, cinguettio di uccellini).