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Quando i bambini iniziano a dire no con la testa? Età e significato

Quando i bambini iniziano a dire no con la testa: un gesto (scuotere la testa) con significati diversi in base all'età e a come avviene.

di Federica Federico

20 Marzo 2025

quando i bambini iniziano a fare no

Tra i 9 e i 12 mesi i bambini iniziano a dire no con la testa, ovvero scuotono il capo quando non gradiscono qualcosa, non vogliono quel boccone di cibo, non amano quella consistenza, non vogliono essere toccati o si trovano in una generica situazione di disagio. 

 

Perché i bambini scuotono la testa? Significati e interpretazione

I movimenti del capo, in apparenza assolutamente simili alla testa scossa per dire no, incominciano, in misura diversa da bambino a bambino, già a 5 mesi. Tuttavia deve essere chiaro a tutti che un bimbo di 5 mesi che scuote la testa non lo fa con alcuna intenzionalità comunicativa. A quella età quel bambino sta semplicemente sperimentando un movimento del corpo che ha appreso e ha l’istinto di affinare.

 

Diversamente il capo scosso per sottrarsi a questa o a quella situazione assume una intenzione comunicativa specifica quando il bambino raggiunge la maturità cognitiva e motoria dei 9-12 mesi di vita.

 

Le tappe dello sviluppo comunicativo: dal gesto alla parola

Tra i 9 e i 12 mesi il bambino incomincia a produrre le prime parole semplici, come mamma, papà e pappa.  

 

A questa età si avvia la presa di coscienza del valore e del potenziale comunicativo della parola, infatti il bimbo emette i suoni non più come esperimenti di vocalizzazione, ovvero sillabe ripetute afinalisticamente (ma-ma-ma, pa-pa-pa) e senza intenzione comunicativa o corrispondenza volontaria tra suono, soggetto e cose indicati.

 

Mamma, per quanto pronunciata in modo ancora impreciso, diventa la parola necessaria a richiamare l’attenzione materna, così papà, così la parola pappa incomincia ad essere pronunciata davanti al cibo o per esprimere il bisogno di esso.

 

Quando i bambini iniziano a dire no con la testa: capacità comunicativa non verbale

Di fatto è, però, evidente che un bimbo così piccolo non gode ancora di un bagaglio lessicale e di una esperienza verbale tali da permettergli di comunicare ogni suo bisogno e stato d’animo; la sua comunicazione resterà per molto altro tempo fortemente gestuale, mimica e corporea, ovvero non verbale e paraverbale.

 

L’essere umano è caratterizzato da una complessità comunicativa in ragione della quale tutto il suo corpo, oltre la voce, è coinvolto nella relazione di comunicazione. Esistono tre dimensioni o livelli di comunicazione: quello verbale, il paraverbale e il non verbale.

 

Alle parole (livello verbale) si accompagna il modo in cui sono espresse (tono di voce, il ritmo, l’intensità vocale con cui vengono pronunciate) e, infine, il livello non verbale caratterizzato dai movimenti del corpo e dalla mimica facciale.

 

Quando i bambini iniziano a dire no con la testa fanno appello alle loro capacità comunicative non verbali, è una forma di comunicazione non verbale anche dire sì col capo o fare ciao ciao con la manina.

 

Quando preoccuparsi? Differenza tra un gesto normale e un possibile problema

Ciò che bisogna osservare dinnanzi al bambino che scuote la testa per dire no è la corrispondenza tra il gesto e la situazione in cui il bimbo è calato.

 

Ragioniamo attraverso un esempio pratico: il bambino che fa no con la testa davanti al piatto di frutta che solitamente non ama mangiare è un bambino perfettamente funzionale che sta esprimendo con linguaggio non verbale il suo disappunto. È come se dicesse attraverso quel movimento del capo: “La frutta non mi piace e non la voglio mangiare”. 

 

Diversamente va portato all’attenzione del Pediatra l’atteggiamento del bambino di muovere il capo (ma anche di oscillare col corpo, sfarfallare le mani o avere movimenti del corpo ritmici e ripetitivi) sine causa, ovvero senza causa apparente e, per esempio, in momenti di noia oppure di sovraccarico sensoriale (troppi rumori intorno, troppo caldo o troppo freddo). 

 

Consigli pratici per i genitori

Se tuo figlio ha tra i 9 e i 12 mesi, presta attenzione a queste 4 cose:

  1. La comprensione e la responsività a piccole richieste facili da mettere in pratica. Per esempio, come risponde tuo figlio alla richiesta assertiva e precisa: “Passami la palla”, te la dà oppure no? Se comunemente mette in pratica l’azione richiesta, il suo comportamento è funzionale e non c’è nulla di cui preoccuparsi;
  2. Tuo figlio mette in pratica gesti semplici come scuotere la testa per dire ‘’no’’ o muove la mano per la salutare e dire ‘’ciao-ciao’’? Se lo fa in una relazione causale e precisa col contesto in cui è calato allora si comporta in modo funzionale e non c’è nessun problema di sorta;
  3. Lo sviluppo linguistico del bambino è armonico con la sua età quando tra i 9 e i 12 mesi si sforza di produrre parole semplici come mamma o papà e lo fa funzionalmente ai bisogni che vive;
  4. Allo steso modo il processo di produzione linguistica risulterà perfettamente nei tempi di maturazione comuni quando il bambino si sforzerà di imitare l’adulto e, quindi, di riprodurre le parole che gli diciamo e con cui lo stimoliamo a parlare.


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