
Ecco quali sono i nuovi importi INPS previsti per le prestazioni economiche legate alla maternità, paternità, ai congedi parentali e di malattia. Con la Circolare INPS n. 72 del 2 aprile 2025 è stato determinato un adeguamento che tiene conto della variazione dell’indice dei prezzi comunicata dall’Istat per l’anno 2024.
Questi nuovi importi riguardano i lavoratori dipendenti, autonomi, lavoratori domestici, iscritti alla gestione separata, pescatori e soggetti con redditi discontinui. Oltre a queste modifiche apportate ai nuovi importi INPS cambiano anche i limiti ISEE per accedere agli assegni di maternità comunali e statali, oltre ai tetti di reddito per ottenere il congedo parentale al 30%.
Come vengono calcolati i nuovi importi INPS?
I valori vengono calcolati tenendo conto delle retribuzioni minime giornaliere, della tipologia contrattuale e, in alcuni casi, delle convenzioni applicabili.
Restano confermati anche gli assegni di maternità concessi dai Comuni e dallo Stato per categorie non coperte da altro sistema previdenziale.
L’assegno di maternità comunale viene garantito a coloro che hanno un ISEE inferiore a 20.382,90 euro. Consiste in 5 mensilità per un totale di 2.037 euro totali (407,40 euro al mese). Mentre l’assegno di maternità dello Stato, destinato a lavoratrici con contratti atipici o discontinui, sale a 2.508,04 euro complessivi per il 2025.
Anche i limiti di reddito per accedere al congedo parentale retribuito sono stati aggiornati. L’indennità del 30% spetta al genitore lavoratore dipendente che ha un reddito individuale inferiore a 19.610,50 euro annui, pari a 2,5 volte il trattamento minimo di pensione previsto per il 2025 (7.844,20 euro).
La soglia consente l’accesso a un ulteriore periodo di congedo retribuito rispetto a quello ordinario, con il fine di tutelare le famiglie a basso reddito o con situazioni lavorative non stabili.