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Api e vespe: punture, paura e pericolo

di Federica Federico

28 Luglio 2010

D’estate il bambino è naturalmente portato a vivere gli spazi aperti, balconi, terrazzi e giardini si spalancano con la bella stagione, è tempo di passeggiate immersi nella natura, di giornate in spiaggia e di tavole apparecchiate all’esterno.

Ma attenzione ad api e vespe!

Api e vespe: punture, paura e pericolo

Questi insetti, malgrado le ridottissime dimensioni, sono notoriamente considerati da noi genitori “piccole minacce volanti!”
Preferiamo che non ronzino intorno ai nostri figli per paura delle loro punture. Le femmine di api e vespe sono, infatti, munite di un pungiglione con cui perforano la pelle del corpo e, appunto, pungono.

 

Le api e le vespe non sono insetti che ricercano il sangue a scopo alimentare, per loro pungere rappresenta solo una difesa, quindi si subisce una puntura più facilmente quando si è tenuto un comportamento percepito come aggressivo dall’insetto – è per questo che normalmente si suggerisce anche ai bambini di non agitarsi in presenza di queste creature ronzanti. Le vespe sono particolarmente capricciose e possono diventare aggressive anche se appena disturbate nel loro volo o nella loro perlustrazione di un fiore o d’una pianta.

Pungendo api e vespe iniettano nel corpo umano del veleno.


L’ape punge una sola volta lasciando nel punto di perforazione della carne il pungiglione. Rimuoverlo è di fondamentale importanza perché ad esso è collegata una minuscola sacca contenente il veleno, che continuerà ad essere rilasciato sino a quando il pungiglione non verrà completamente estratto.

Api e vespe: punture, paura e pericolo
Attenzione, la rimozione del pungiglione non va praticata con una pinzetta.

Si deve evitare ogni forma di “spremitura” del sacco contenente il veleno, una simile compressione potrebbe romperlo e liberare completamente ed in una sola volta la sostanza “tossica” nell’organismo. Diversamente l’obiettivo della pronta rimozione del pungiglione deve essere quello di tirare fuori anche il veleno contenuto in esso e non ancora inoculato.

È preferibile, allora, usare il bordo di una carta di credito o una di una spatola da cucina, sottile e non tagliente, piuttosto che di un coltellino non particolarmente affilato, la manovra deve essere di raschiamento, tesa a portare in superficie il pungiglione, spremerlo, come un punto nero, invece, potrebbe equivale a spingere il veleno ancora più in profondità.

La vespa, a differenza dell’ape, non abbandona il suo pungiglione e quindi può ripetere la puntura più d’una volta, rilascia comunque una minore quantità di veleno.

Per la maggior parte dei piccoli la puntura di api e vespe è solo una esperienza shock, che, complice l’affetto di mamma e la facilità di ripresa dei bimbi, finirà presto dimenticata.

Tuttavia va detto che in rari casi si può determinare una reazione allergica più o meno allarmante.

 

Quale è la normale sintomatologia da puntura e come riconoscere una reazione allergica?

La risposta normale di tipo non allergico è rappresentata da una comune reazione cutanea immediata accompagnata da dolore intenso e localizzato, eritema ed edema locale che regredirà pian piano sino a completo assorbimento in 24\48 ore.

 

In questi casi come va fronteggiata la puntura?

Se il morso è stato inferto da un ape va prontamente estratto il pungiglione come sopra suggerito.

È buona norma eseguire locali applicazioni di ghiaccio perché il ferddo rallenta l’assorbimento del veleno; allo stesso modo è consigliabile adoperare una pomata antistaminica.

 

In alcuni casi può essere utilizzata anche una pomata cortisonica per curare la lesione provocata dalla puntura e dalla rimozione del pungiglione.

Per le punture di vespa un ottimo rimedio naturale è rappresentato dagli impacchi di acqua e aceto, per quelle di ape, invece, è particolarmente indicato il bicarbonato di sodio. Queste sostanze hanno un forte potere lenitivo e decongestionante.

Api e vespe: punture, paura e pericolo

Quando l’organismo ha una reazione di tipo allergico alla puntura la reazione fisica è di molto diversa:

si manifestano sfoghi cutanei anche in altre parti del corpo, un prurito intenso si irradia intorno alla puntura, il volto si scalda e la vittima del morso avverte vampate di calore, si gonfiano gli occhi e nei casi più gravi si ingrossa anche la lingua, possono sopraggiungere gravi difficoltà respiratorie, lo stomaco viene stretto nella morsa dei crampi, il malessere diviene diffuso e generale.


La comparsa di questi sintomi può indicare uno shock anafilattico. Alla prima avvisaglia o al primo sospetto chiamate il 118 o correte senza indugio al pronto soccorso.

 

Questo sito ha natura divulgativa, le informazioni in esso contenute non sostituiscono il parere del medico, che, ove necessario, va sempre consultato.



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