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Ricci e tracine: puntura o morso cosa fare

di Mamma Daniela

11 Agosto 2010

Finalmente è estate, tempo di vacanze, sole, mare e sabbia. Tutti in spiaggia! Ma attenzione sono tanti gli inconvenienti a cui possiamo andare incontro e che possono rovinarci la giornata, se non la vacanza, soprattutto quelle dei bambini. Prendiamo ad esempio il riccio di mare e la tracina, detta anche “aragna” o “pesce ragno”.

La tracina è un pesce che vive sui fondali sabbiosi, rimane quasi sempre infossata, lasciando sporgere soltanto gli occhi e la prima pinna dorsale, con delle ghiandole velenifere alla base dei raggi. Il veleno non è mortale, ma, se l’esemplare è di grandi dimensioni, può essere ugualmente molto pericoloso, perché arriva a stordire un uomo. A volte capita che chi cammina nel mare la calpesti per sbaglio: la tracina reagisce alzando la spina e pungendo il piede del malcapitato.

Invece i ricci di mare appartengono all’ordine degli Echinodermi (echinos = riccio o dall’aspetto spinoso). Hanno forma sferica e sono coperti di robuste spine calcaree appuntite, vivono sulle rocce e negli anfratti marini. La puntura di questi animali marini rappresenta un’esperienza difficile da dimenticare: il dolore è lancinante, intenso e pulsante. Man mano che trascorrono i minuti, il dolore si irradia a tutta la parte del corpo colpita e la zona diventa rossa e gonfia. Talvolta inoltre possono comparire febbre, e malessere generale.

Sono questi i principali pericoli in cui possiamo incorrere! Infatti, non sempre è possibile evitarli, perché hanno la capacità di mimetizzarsi bene nella sabbia e tra le rocce, in acque anche molto basse. Proprio per questo non è così difficile calpestarne uno, oppure appoggiarci sopra inavvertitamente una mano. Non sono aggressivi ma come tutti gli altri animali non amano essere disturbati, anche se inavvertitamente.

Cosa fare?

Se sfortunatamente dovessimo essere punti da una tracina , la prima regola è quella di immergere subito, la parte ferita in acqua calda (anche salata),almeno per 30 minuti. Questo perché il loro veleno è sensibile al calore e di conseguenza l’acqua calda ha la capacità di inattivare la tossina; in mancanza di acqua calda,va ugualmente bene coprire con la sabbia calda. L’arto va poi tenuto sollevato onde evitare che si gonfi . Infine, è bene rivolgersi al medico: oltre a un farmaco antidolorifico, in genere viene prescritta una cura antibiotica per debellare il rischio di un’infezione.

Che fare, invece, se si inciampa su un riccio di mare?

I ricci di mare se calpestati possono iniettare i loro aculei; le spine del riccio vanno estratte una per una con una pinzetta o un ago perfettamente sterilizzati: subito dopo bisogna disinfettare le lesioni. Ma soprattutto va fatta attenzione a non spezzare gli aculei e a toglierli completamente,perché possono provocare dolore e noduli duri,di colore rosso scuro (granulomi).

Come prevenire?
Sicuramente usando scarpe protettive per camminare sugli scogli; ed evitando di camminare a piedi nudi in acque nelle quali ci sono ricci e tracine.

Proprio ieri il mio bambino stava per mettere il piede su quattro ricci,lasciati a riva da alcuni ragazzi, per fortuna li ho visti prima che qualcuno si facesse male. Il mio consiglio nel caso veniste punti da questi animali marini è quello di correre al pronto soccorso, soprattutto se le vittime sono bambini; perché se calpestiamo un riccio di mare, pur non essendo la puntura velenosa, è sicuramente molto dolorosa e può infettarsi. Le spine vanno estratte con una pinzetta ma, se a farlo è una persona inesperta ,si corre il rischio di spezzare la spina e peggiorare la situazione. Lo stesso discorso per la puntura da tracina che necessita quasi sempre di farmaci per lenire il dolore e l’infiammazione.



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