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Marò italiani in India ultime notizie: continua la detenzione

di Mamma Simona

19 Marzo 2012

marò italiani in india  continua detenzione Alla fine dell’udienza di stamani, durata 15 minuti, il magistrato di Kollam ha esteso per altri 14 giorni, ovvero fino al 2 aprile, la carcerazione preventiva per i due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.

L’avvocato difensore dei militari italiani aveva chiesto al posto della carcerazione preventiva il fermo di polizia; piccola concessione che avrebbe evitato agli imputati la prigione.

Confermando la linea dura, il giudice GopaKumar si è opposto alla richiesta, a favore della reiterazione della carcerazione.

Durante l’udienza i militari sono rimasti in fondo all’aula, con pazienza hanno atteso il verdetto di chi decideva della loro vita.

Latorre si è presentato con i capelli completamente rasati; prima di entrare in aula, una veloce dichiarazione “Auguri a tutti i papà!” ricordando così l’odierna giornata celebrativa della festa del papà.

Ad accompagnare i marò in aula c’erano il console generale di Mumbai, Cutillo, l’addetto militare dell’ambasciata di New Delhi, Franco Favre, e alcuni funzionari della Marina.

Ad udiennza finita, i due marò sono stati trasportati tramite un cellulare della polizia, nella prigione centrale di Trinandrum.

Per oggi è attesa un’altra sentenza importante, quella dell’Alta Corte di Kerala circa il ricorso presentato sulla giurisdizione del caso marò.

Il team dei legali italiani porterà in aula un’ingente quantità di controdeduzioni a dimostrazione dell’illegittimità dell’applicazione di leggi indiane al caso e per il luogo al momento dell’incidente (le acque internazionali) e per lo stato dei militari che si trovavano in servizio antipirateria.

Notizie di rallentamenti giungono circa la perizia balistica. Una tendenza alla quale ci stiamo abituando e che abbraccia in generale l’amministrazione indiana. Il capo della polizia riporta

marò italiani in india  continua detenzione Notizie di rallentamenti giungono circa la perizia balistica. Una tendenza alla quale ci stiamo abituando e che abbraccia in generale l’amministrazione indiana. Il capo della polizia riporta “complessità” circa l’indagine e posticipa i risultati di altre 2 settimane. Ricordiamo che dalla perizia balistica dipende anche la sorte della petroliera Lexie che non può lasciare le acque indiane fino ad esame concluso. Sull’imbarcazione rimangono 24 membri dell’equipaggio e 4 marò, da più di un mese confinati sulla barca.

Nel frattempo cresce il disappunto per un intervento percepito da molti come troppo “morbido” nella vicenda dei marò.

E’ in grado un governo di tecnici quale è quello presieduto da Monti di far fronte a tale situazione militare?

I marò sono uomini addestrati tramite severa selezione, a loro sono state impartite regole di ingaggio alle quali si devono attenere scrupolosamente; l’errore è umano ma è difficile dubitare di uomini addestrati a non sbagliare e credere che abbiano commesso un fallo tanto grave.

Ci si chiede se al posto dei militari italiani ci fossero stati marines americani o militari di altri governi un po più di “ingombro” sullo scenario internazionale rispetto all’Italia, le reazioni degli indiani sarebbero state uguali? E sopratutto come avrebbero reagito i governi rispettivi?

Avrebbero di certo fatto valere con mezzi pronti e decisivi i propri diritti di giurisdizione e avrebbero rifiutato la “scorta indiana” della petroliera in acque nazionali.

Avrebbero minacciato rappresaglie ed affermato una pronta giustizia.

Invece come finirà la vicenda italiana-indiana?

Con un caffè offerto all’ambasciatore indiano e una stretta di mano, il pagamento di un riscatto percepito come equo dalla controparte e tutti gli equilibri di interessi (petrolio e business vari) inalterati con buona pace di entrambi i governi …speriamo proprio di no!

 



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