Incontinenza urinaria in gravidanza e post parto
Durante la gravidanza, il corpo della donna è sottoposto a grandissimi cambiamenti, sia fisici che ormonali.
Uno degli organi che viene direttamente colpito da queste trasformazioni è la vescica e il disturbo più comune è l’incontinenza.
In Italia, questa patologia colpisce circa 2 milioni di donne, di qualsiasi età.
Di cosa si tratta?
L’incontinenza urinaria non è altro che la perdita involontaria di urina.
Spesso è causata da un indebolimento del pavimento pelvico, da un blocco dell’uretra (canale stretto e lungo che veicola l’urina) o da una diminuzione del tono sfinterico dell’uretra; tuttavia, vi possono essere altre cause, come le infezioni urinarie e/o vaginali, gli effetti secondari di alcuni farmaci, la debolezza muscolare, le malattie nervose e/o muscolari, gli effetti secondari di alcuni interventi chirurgici. E, naturalmente, la gravidanza! L’utero, ingrossandosi per accogliere il bambino, esercita sulla vescica una pressione riducendone la capienza, e i muscoli perineali perdono la capacità di controllare la fuoriuscita di urina. Per questo motivo, alla gestante può capire di avere qualche perdita anche semplicemente piegandosi, ridendo o starnutendo. Generalmente, questo disturbo si risolve dopo la nascita del bambino, cioè quando viene a mancare questa pressione sulla vescica.
L’incontinenza si verifica meno frequentemente nelle primipare, in quanto i muscoli hanno ancora una grande elasticità e sopportano bene la pressione dell’utero. Nelle gravidanze successive, invece, la fascia muscolare della zona del bacino non riesce a sostenere il peso dell‘utero, gravando maggiormente sulla vescica.
Circa il 50 % delle donne che hanno avuto più figli a distanza ravvicinata accusa una notevole debolezza dei muscoli perineali e conseguente incontinenza episodica.
Come si risolve?
Continuare a soffrire di incontinenza nel periodo successivo al parto è normale. Tuttavia, se il problema persiste, è utile rivolgersi ad uno specialista – generalmente l’urologo – che prescriverà degli esami specifici per conoscere il tipo e il grado di incontinenza.
Vi sono tre strade possibili:
– terapia chirurgica: lo scopo di questa terapia invasiva è quello di ripristinare un supporto per la vescica e l’uretra.
– la terapia farmacologica: questa terapia tratta efficacemente l’incontinenza nei casi in cui l’indebolimento del tono è dovuto principalmente dalla carenza ormonale che si ha in menopausa. Da associare alla rieducazione pelvica.
– la rieducazione pelvica: il suo ruolo è soprattutto preventivo, lo scopo è quello di rinforzare la muscolatura pelvica attraverso esercizi fisici specifici.
Gli esercizi di Kegel (dal nome del medico che fu tra i primi a riconoscere il ruolo fondamentale di questi muscoli), ad esempio, sono indicati a tutte le donne, di qualsiasi età, e vengono consigliati soprattutto alle donne incinte.
Questo perché non si allena soltanto il pavimento pelvico (che sostiene l’utero, l’intestino e la vescica) ma anche i muscoli perineali, che sono quelli coinvolti nella seconda fase del travaglio, quando si espelle la testa del bambino.
Per imparare al meglio questi esercizi, l’affiancamento con un’ostetrica (come in occasione del corso pre-parto) durante la gravidanza o dello specialista nel caso di incontinenza “duratura” sono molto importanti.
Con la prima gravidanza, a parte la necessità continua di urinare, non ho sofferto di incontinenza; ma avendo avuto una seconda gravidanza molto ravvicinata, il problema si è presentato, accompagnandomi soprattutto nel post – parto.
Il primo passo, come per ogni malattia/disagio, è quello di prenderne coscienza e parlarne con il proprio medico.
fonti: