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Come spiegare il sesso ai bambini

di Dott. Giuliano Gaglione

05 Luglio 2012

Evoluzione: scoperta; scoperta: conoscenza di sé in relazione all’altro e conoscenza della realtà circostante filtrata dalla mentre dell’individuo che adatta i nuovi vissuti a quelli precedenti.

Nel corso del tempo i bambini iniziano a sviluppare un processo di apprendimento concernente il proprio sviluppo corporeo, ovvero, lentamente iniziano a riconoscere il viso, gli arti, il busto, per poi addentrarsi in una sfera più intima e dunque più delicata da trattare, difatti spesso, nel momento in cui ci si addentra nel cosmo sessuale, non sono infrequenti i casi in cui i piccoli si rivolgono ai genitori o agli adulti.

Pertanto, domande quali: “Papà perché i maschietti hanno un corpicino più allungato e le femminucce una fessurina tra le gambe?”, oppure, più genericamente: “Perché i maschietti non hanno rigonfiamenti sul petto e sono più pelosi?”, tali questioni potrebbero destare un senso di imbarazzo da parte dei genitori, sensazione mista ad una dose di insicurezza in quanto temono di non offrire risposte soddisfacenti ed adeguate.

A tal punto, una prima indicazione concerne la possibilità di contestualizzare tale argomentazione in base all’età e all’ambiente in cui vive il bambino; bruciare le tappe in tal senso diviene controproducente per una serie di motivi: innanzitutto un bambino non sempre è dotato ancora di una forma mentis evoluta al punto da acquisire conoscenze avanzate, inoltre si perderebbe il gusto di una conoscenza lenta, ma ben “digerita”, la quale altererebbe uno stile di sviluppo naturale e consono al momento storico in cui il piccolo sta vivendo.

Le lancette scandiscono un tempo in cui le scoperte divengono padrone di una mente assetata di esplorare la realtà circostante, pertanto spesso l’aiuto di persone adulte può risultare un valido strumento per affrontare una tematica così complessa quale la sessualità.

Stendere un decalogo su quali debbano essere i criteri da seguire per poter garantire un soddisfacente paradigma insegnamento-apprendimento in materia sessuale potrebbe risultare poco prudente, poiché, come affermato precedentemente, ogni bambino è protagonista di un contesto che lo differenzia dagli altri; ciò non toglie che l’argomento sia comunque connotato da argomenti oggettivamente delicati e non semplici da disquisire.

Ad esempio questioni circa la nascita dei bambini, “la prima volta”, l’utilizzo di contraccettivi e così via potrebbero destare difficoltà nei genitori, tuttavia non bisogna dimenticare che anch’essi sono stati giovanissimi e, volenti o nolenti, hanno acquisito conoscenze in tal senso.

Dunque, in primis, è necessario considerare la sfera sessuale come un ambito da trattare con cautela, ma anche con naturalezza; ritrovarsi al cospetto di un bambino che si interroga sulle differenze tra maschietti e femminucce o scoprire che un adolescente sia nel pieno delle pulsioni libidiche, rappresentano delle semplicissime tappe evolutive.

Inoltre è molto utile dialogare circa tali argomenti con i giovani (sebbene si riscontri una non indifferente difficoltà in tal senso proprio in età adolescenziale) su temi quali la contraccezione o la prevenzione di patologie sessualmente trasmissibili (anche se, devo ammettere, al giorno d’oggi i giovani ne sanno di più degli adulti!) al fine di poter ragionare insieme sui rischi di determinate condotte che possono inficiare indiscutibilmente su un’evoluzione equilibrata del giovane stesso.

Il sesso è una fonte di benessere, è una sfera in cui l’individuo liberamente esprime le sue pulsioni più intime, pertanto consideriamo questa tematica come elisir di piacere e non come sorgente di preoccupazioni.



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