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Melania Rea: Salvatore Parolisi in carcere a vita, lontano dalla figlia Vittoria

di Dott. Giuliano Gaglione

26 Novembre 2012

melania rea: salvatore parolisi  vittoriaOmicidio Melania Rea –

26 Ottobre 2012, il giudice Marina Tommolini ha giudicato Salvatore Parolisi colpevole di “omicidio volontario pluriaggravato” e “vilipendio di cadavere”, condannandolo all’ergastolo.

Se tale sentenza sarà confermata nei prossimi gradi di giudizio, il caporalmaggiore dovrà trascorrere il resto della sua vita in carcere.

La tragedia dell’uccisione di Melania Rea si può considerare come uno sterminio psicologico non solo per la famiglia della vittima e per quella di Parolisi, ma soprattutto per la piccola Vittoria, la quale, innocentemente percorre il suo cammino di bambina divisa tra due famiglie, le quali, pur essendo moralmente distrutte, cercano di occultare il loro dolore per non creare alcun danno alla piccola.

Difatti la piccola Vittoria continua a giocare spensierata con i cugini, ad essere protetta da entrambi i nonni, a vivere una giovane esistenza ovattata dal supporto di persone che affrontano le loro giornate con un sasso nel cuore, ma cosa sarà di lei, quando si accorgerà che i suoi racconti non saranno più condivisi dalla madre e (forse) dal padre?

In questa situazione buia, in questo tunnel inconsapevole in cui vive la piccola Vittoria, non posso esimermi dall’osservare questa tragica situazione con lungimiranza, a lungo termine, quando pian piano ella apprenderà che mamma e papà non possono essere presenti per lei, non possono ascoltare le “tanto attese difficoltà” che ci si aspetta da una bambina che litiga con un’amica, da un’adolescente che scopre il suo corpo, da un’adulta che sperimenta l’allontanamento dalla famiglia di origine.

Paradossalmente ed inconsapevolmente Vittoria nasce adulta, perché purtroppo le è già stata privata la presenza genitoriale, pertanto posso assolutamente comprendere le parole della sua insegnante quando afferma melania rea: salvatore parolisi  vittoriache ella già assume comportamenti più maturi della sua età, come se il distacco dalla madre e dal padre l’avessero fatta crescere prematuramente.

Effettivamente la letteratura psicologica insegna che i tre anni rappresentano la prima fase di svincolo genitoriale in quando il bambino, frequentando la scuola, si trova al cospetto di una realtà differente da quella familiare; tuttavia, se non si è creato un clima di sostegno, affetto, fiducia con il nucleo di appartenenza, non è semplice addentrarsi in un nuovo contesto scevro da difficoltà relazionali.

Pertanto il lavoro dei nonni e degli zii in questo caso oltre ad essere frequente ed intenso, deve essere continuo, perché, per quanto non potranno mai sostituire la figura di Melania e Salvatore, devono garantire un minimo di continuità nelle loro attenzioni, in quanto giorno dopo giorno Vittoria attraverserà momenti di crescita non facili, in cui potrà sentirsi “differente dalla massa” in quanto priva di figure genitoriali costanti.

melania rea: salvatore parolisi  vittoria Tuttavia, sembrerà scontato e banale ciò che sto per dire, ma ognuno è diverso dall’altro perché ognuno è figlio di una storia differente e quella di Vittoria purtroppo è segnata da una macchia nera incancellabile, ma volente o nolente affrontabile. Come? Con tanta forza di volontà, con sacrifici e con enorme dedizione da parte di tutti, anche della stessa Vittoria, la quale, una volta diventata adulta, dovrà rimboccarsi le maniche e affrontare le proprie giornate con energia e voglia di vivere. Il motore che permetterà alla piccola di diventare una donna che cammina a testa alta sarà l’amore: l’amore che ella nutrirà per sé stessa e l’amore che i suoi familiari le infonderanno, giorno dopo giorno.



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