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Le suocere non possono rimanere nella casa coniugale dopo la separazione, è violazione di domicilio

di Dott.ssa Mariangela Saulino

07 Dicembre 2012

E’ tradizione ormai consolidata quella che vuole che tra nuore e suocere non corra buon sangue e che alla minima scintilla sono capaci di far divampare un incendio.

Nemmeno i rapporti tra genero e suocera sono idilliaci tanto che i comici fanno, spesso, di questi “cattivi” rapporti il loro cavallo di battaglia.

Il problema, quindi, è il concetto di suocera che non và giù proprio a nessuno ma, per la gioia di molti, è intervenuta la Cassazione ad arginare l’invadente presenza delle suocere che si piazzano in casa e non vogliono più andar via.

La Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione, infatti, ha emesso una sentenza che dichiara apertamente guerra alle suocere.

La Corte ha stabilito che quando la coppia è separata e la suocera rimane ostinatamente nella casa coniugale rischia di essere condannata per violazione di domicilio.

La Cassazione ha, praticamente, legittimato il potere della nuora o del genero di poter mettere fuori casa la suocera, convalidando, con la sentenza n°47500/2012 una condanna per violazione di domicilio ad una suocera di origine abruzzese.

La donna, ormai novantenne, con il pretesto di accudire il figlio che era in ospedale si è piazzata con tutte le sue cose nella casa coniugale abitata, però, solo dalla nuora.

Il figlio dell’anziana, infatti, aveva già lasciato l’abitazione trasferendosi in un’altra città.

La nonnina così si è vista condannare a sei mesi di reclusione secondo quanto prevede l’articolo 614 c.p., ridotta poi in secondo grado a quattro mesi.

La Cassazione ha stabilito il principio secondo il quale: “nel caso in cui, all’esito di una separazione di fatto, uno dei coniugi abbia abbandonato l’abitazione familiare, trasferendosi a vivere altrove, l’unico titolare del diritto di esclusione dei terzi va individuato nel coniuge rimasto nell’abitazione familiare, con conseguente configurabilità del delitto di violazione di domicilio nei confronti di chi vi si introduce o vi si intrattiene contro la volontà espressa o tacita di quest’ultimo ovvero clandestinamente o con l’inganno, ivi compreso il coniuge trasferitosi a vivere altrove”.

Saranno, quindi, contente le nuore che, finalmente potranno avere la loro rivalsa sulle odiate suocere.

Intanto, la nonnina condannata dalla Cassazione, dovrà lasciare l’abitazione della nuora ma si potrà consolare con il fatto che non sconterà la pena che le è stata irrogata poiché i Giudici hanno deciso di concederle la sospensione condizionale



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