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Dire al bambino che Babbo Natale non esiste: qual è l’età giusta

di Federica Federico

07 Novembre 2010

<< Ma com’è il mondo visto da un’altezza di 90 cm o giù di lì? >>

La vita di un bambino ha certamente dimensioni e prospettive straordinarie ed uniche, confini e profili che noi adulti abbiamo conosciuto ma non ricordiamo ed ora non sappiamo più neanche immaginare.
I bimbi non posseggono una visione razionale della realtà, arriveranno ad essa con il tempo e con qualche sofferenza una volta scoperte le “illusioni della vita”. Intanto i nostri piccoli elaborano la realtà lavorando di fantasia, ciò spiega perché amabilmente credano alla fatina dei denti, ai folletti, ed a molte altre irreali creature che noi mamme ideiamo e sfruttiamo per accompagnare la crescita dei pupi.
Per di più attraverso il processo fantastico di elaborazione degli eventi i bambini letteralmente si spiegano le cose della vita, per esempio agli occhi dei piccoli la pioggia ha origine in uno scontro tra nuvole o è causata dal pianto degli angioletti.

A questa visione immaginifica della vita appartiene anche Babbo Natale. Credere in Santa Claus non solo “costringe” i piccoli a comportarsi bene in vista del natale con l’obiettivo di ricevere i doni più desiderati, ma insegna ai bimbi molti ed importanti principi e valori: l’altruismo, la generosità, la collaborazione che nel lavoro delle renne e dei folletti di Papà Natale è fondamentale. Non a caso si usa dire che <<a Natale siamo tutti più buoni>>, in effetti in clima natalizio il mondo sembra traboccare dei valori incarnati dall’ideale di Babbo Natale.
Ma il vecchio Papà con la slitta volante, la barba folta e bianca ed i regali gratis purtroppo non esiste.

Qual è il momento giusto per svelare ai bambini la verità su Santa Claus?

Scoprire che la Favola del Natale è una invenzione degli adulti segna per il piccolo un momento di crescita: è una tappa di quel lungo percorso che lo porterà ad avere una visione logica del mondo e quindi a concepire le cose come un adulto.
Detto ciò è chiaro che rappresenta un traguardo soggettivo per il quale non è possibile segnare un età precisa. Tuttavia il bambino si muove in contesti sociali variegati ove incontrerà coetanei anche assai diversi da lui, il che è tanto più vero quando il piccolo frequenta la scuola. E proprio la scuola, quella elementare per la precisione, costituisce il contesto più “a rischio” riguardo alla scoperta della verità sul Natale! Infatti comunemente i bimbi tra i 6 ed i 9 anni conoscono ogni risvolto reale della leggenda di Babbo Natale; chiaro è che il bimbo consapevole della “menzogna” degli adulti non esita mai a svelare la verità ai compagni. Molte mamme temono esattamente questo: una scoperta traumatica della verità, magari appresa dal racconto di un altro bambino. Laddove un ragazzino che svela ad un altro una così grande verità lo fa probabilmente con durezza e prepotenza.

Come possiamo noi mamme evitare al bambino il “dolore” della scoperta?
È consigliabile accompagnare il piccolo con gradualità verso la verità, ciò significa che un bimbo prossimo alle elementari (4\5 anni) debba natale dopo natale essere stimolato ad interrogarsi autonomamente sulla realtà e debba allo stesso tempo essere messo in condizione di prefigurarsi una risposta razionale.

Uno “spunto di riflessione” per il piccino può essere rappresentato da piccoli bigliettini apposti sui regali per indicare il “Babbo Natale” di provenienza: <<Alla piccola …… dal Babbo Natale di Nonna>>, <<Al piccolo …… dal Babbo Natale di Mamma>>. Il bambino potrebbe domandarvi quanti Babbi Natale esistono e ciò vi permetterebbe di suggerirgli che chiaramente una sola persona non ce la fa a consegnare i regali in tutto il mondo e necessita di più aiutanti.
Per i bambini più grandicelli è possibile sistemare sui doni delle piccole letterine da parte di Babbo Natale in cui lo stesso Santa Claus si rivolge al bimbo spiegandogli che il regalo proviene dal nonno, dalla zia o dai genitori che lo hanno comperato e consegnando per suo conto, aiutandolo nell’immenso lavoro natalizio.

In ogni caso per decidere se è giunto il “tempo della verità” va valutato il bambino, la sua propensione ad accogliere e recepire il mondo adulto.
Quindi osservate sempre gli atteggiamenti di vostro figlio; sfruttate le sue curiosità e le domande che vi pone, così se dinnanzi ad un film vi chiede perchè quel papà si traveste da Babbo Natale rispondetegli con chiara semplicità: <<Babbo Natale non può essere dappertutto e a volte presta i suoi vestiti a qualche adulto che desidera portate ai bimbi il saluto di Papà Natale e la magia della festa>>.

Nell’affrontare le domande di vostro figlio cercate sempre di capire a che punto è il suo percorso di consapevolezza, in questo senso dovete tenere conto del fatto che un bimbo può cercare nei genitori la conferma di qualche cosa che già conosce oppure può raccogliere elementi solo per costruire le sue risposte ad interrogativi ancora irrisolti.
I due casi corrispondono a tappe del percorso di crescita del piccolo molto differenti.
Infatti nella prima ipotesi il bimbo ha già una sua idea della verità, il che accade per esempio se ha visto i genitori entrare in casa con i pacchi regalo e nasconderli, se ha trovato i doni ed ha pure sbirciato e scoperto quanti e cosa fossero, se ha sentito, capito e metabolizzato i discorsi dei grandi. In tal caso vostro figlio vi usa come referenti del mondo adulto e vi chiede di confermare la sua scoperta.
Diversamente le domande del bambino possono venire dalle sue prime logiche curiosità, non ancora, però, suffragate da alcun indizio concreto.

C’è un’ultima cosa che è bene considerare: è possibile che il bambino ben sappia che Babbo Natale non esiste, ma continui, malgrado tale consapevolezza, a farci credere di non conoscere la verità. I bimbi sono furbetti, possono astutamente sfruttare a loro vantaggio questa “buona bugia dei grandi”. Il bimbo consapevole è quello che strumentalmente usa Babbo Natale per ottenerne una utilità: <<Mamma ho dormito nel mio lettino, senza mai venire da te! Babbo Natale mi porta …..>>. In pratica questi bambini fanno esattamente ciò che noi adulti facciamo con i figli sfruttando i positivi miti fantastici compreso Papà Natale.
Se il ricorso a Babbo Natale è mirato, giunge anche improvviso ovvero in contesti che non richiamano la festività e se ci sembra “costruito ad arte”, allora il nostro cucciolo potrebbe essere già cresciuto.
Quando ci accorgiamo che il bimbo conosce la verità stiamo al gioco, può essere dolce e divertente crogiolarsi nella bella fiaba del Natale.



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