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Aspettare dei gemelli: cosa fanno i bambini nell’utero materno

di Mamma Angelica

30 Novembre 2010

L’uomo non è fatto per vivere in solitudine.

Già da piccoli cerchiamo di interagire con le persone, prima con i consanguinei e poi, successivamente, con gli altri,creandoci delle amicizie,che speriamo durino nel tempo,cercando un partner e costruendo una famiglia tutta nostra.

Ma quando nasce in noi il bisogno di rapportarci con gli altri?

Secondo uno studio condotto dalle università di Padova,Parma e Torino,in collaborazione con l’istituto Burlo Garofolo di Trieste e pubblicato recentemente su Plos One, già in epoca fetale sentiamo il bisogno di socializzare.

La ricerca è stata svolta esaminando 5 coppie di gemelli, alla quattordicesima ed alla diciottesima settimana di gestazione, grazie all’ecografia in 4d che permettere di visualizzare anche il movimento nel tempo.

Osservando i movimenti dei feti l’equipe coordinata dal professor Umberto Castiello dell’Università di Padova ha evidenziato che già dalla quattordicesima settimana è possibile notare dei movimenti intenzionali rivolti verso il gemello,i feti si toccano e si esplorano in modo molto più delicato e preciso rispetto a quando si toccano da soli o toccano la parete uterina.

Secondo Vittorio Gallese,professore di Fisiologia Umana del dipartimento di Neuroscienze dell’università di Parma, co-autore dello studio, insieme a Cristina Becchio, dell’università di Torino “Non si tratta di movimenti riflessi o stereotipati. Sono organizzati ed hanno caratteristiche analoghe ai movimenti volontari dell’adulto”.

Il fatto che i fratellini si cerchino diventa più evidente alla diciottesima settimana,quando i gesti rivolti verso il fratellino diventano più frequenti rispetto a quelli che il feto rivolge a sé stesso o alle pareti uterine. E’ evidente quindi che i feti avvertono di non essere soli nell’utero materno e che preferiscono interagire con chi gli sta vicino.

“Uno dei parametri che permette di valutare la finezza del movimento è la decelerazione quando si sta per raggiungere l’obiettivo”,dice Gallese. “Tanto più il movimento è preciso, tanto più si decelera per calibrarlo”.

Le ricerche precedenti avevano fatto notare che i gemelli iniziano a cercarsi già dalla undicesima settimana,ma questo è il primo studio che non solo osserva se tali gesti siano intenzionali o casuali,ma dimostra che la ricerca dell’altro è il risultato di una precisa pianificazione motoria.

I risultati di questa ricerca potrebbero rivelarsi utili non solo per valutare lo sviluppo del feto,ma anche per rilevare precocemente disturbi come l’autismo.

Che dire,siamo fieri di questi ricercatori che riescono a portare avanti i loro studi nonostante i i tagli di budget a cui sono sottoposte le nostre università!

Fonte: http://www.repubblica.it/scienze/2010/11/08/news/interazione_precoce_gemelli_in_utero-8813944/



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