Le quotazioni dell’oro sono arrivate a valori che non si vedevano dalla crisi del 1929.
L’oro è considerato un bene rifugio, e quando si legge che si compra oro come bene, non lo si fa sulla carta come con le azioni, ma si comprano proprio i lingotti. Inoltre non è un bene fungibile: non si può sostituire come succede con il petrolio.
L’oro è oro. E in tempi di crisi la gente che ha denaro lo compra come bene rifugio appunto; mentre chi non dispone di danaro a sufficienza per vivere vende l’oro, spesso lo svende anche per sopperire ai bisogni primari, come mangiare.
E poi c’è il mercato clandestino. Si arriva a 40 euro al grammo, e i rapinatori vanno alla ricerca di un po’ di materia prima da vendere.
Cristina Liguori, giornalista de “Il mattino” di Napoli, ha studiato il fenomeno dei furti d’oro nel capoluogo: “Non vogliono soldi. Chiedono solo gli anelli, in particolare le fedi. Magari mentre si è in auto anche con bambini a bordo.” Forse perché statisticamente le fedi sono tra gli oggetti che sono senz’altro autentici, pesano molto e sono poco ingombranti.
Segnalazioni di furti di fedi nuziali nel napoletano in più punti: Giugliano, Casoria, Arzano. I rapinatori si appostano sulle circonvallazioni, ai semafori. Aspettano il momento giusto e fanno il colpo. Lasciando in auto le vittime, un po’ di paura e molta rabbia.